Teatrino di Corte Napoli

E' un ambiente costituente parte dell'Appartamento storico di Palazzo Reale a Napoli, in piazza del Plebiscito, in anticipo sulla prima anticamera. Fu allestito da Ferdinando Fuga, l'architetto attivo a Napoli tra il 1699 ed il 1782, celebre, piuttosto, per aver realizzato l'albergo dei Poveri a piazza Carlo III.

Il teatrino è la prima delle sale musealizzate della Reggia di Napoli visitabile nell'ordine di rappresentanza lungo l'ambulacro di palazzo accessibile direttamente dallo Scalone d'Onore.

E' una fantastica camera di corte, quasi del tutto distrutta dalle bombe del 1943, e riportato a nuova luce nel 1954, e quindi falsamente barocchetta, falsamente illusiva, e soprattutto falsamente settecentesca, poiché, le decorazioni del Settecento furono aggiunte solo dopo il rifacimento del teatrino.

È tutta quanta rifatta secondo la decorata cartapesta ed è allestito nella forma che ancora si osserva dai disegni di Ferdinando Fuga impegnato in quest'opera per l'occasione delle nozze tra Maria Carolina d'Asburgo con Ferdinando IV di Borbone alla fine del 1768.


E' però tuttavia una sala rettangolare già esistente installata nell'antica regia.  

Ed attrezzata a teatrino di corte con le decorazioni in stucco bianco e oro.

  • Ed un amabilissimo gioco di nicchie, scavate tra le lesene con le forme che ancor oggi appaiono. Anche le sculture che popolano le pareti del teatrino di corte sono in cartapesta: esse rappresentano Minerva, Mercurio e Apollo e le nuove Muse; sono opera del maestro Angelo Viva morto nel 1804 ed anche il parapetto del palco reale è tutto in cartapesta ed è riferibile al piano di decorazione di molti ambienti di teatro del XVIII secolo.  Al centro del teatrino sul soffitto, Le Nozze di Posidone ed Anfitrite, di Francesco Galante (Margherita di Savoia 1884 - Napoli 1972); ai lati, Allegorie di Alberto Chiancone e Paesaggi di Vincenzo Ciarda e Antonio Bresciani (sec. XX), che ricordano i soggetti del soffitto perduto, di Antonio Dominici e Crescenzio La Gamba (1768). Inaugurato con una Serenata di G.B. Bassi su musiche di Paisiello, il Teatrino di Corte ospitò soprattutto rappresentazioni di Opere Buffe di Piccinni e di Paisiello, e commedie di Cimarosa, dal 1768 al 1776, mentre fu poco usato nel secolo XIX.

La prima Prima Anticamera.

Al di là del teatrino di corte nel percorso musealizzato dell'appartamento storico di Palazzo Reale vi è la seconda sala, sala diplomatica detta Prima Anticamera.

  • Si tratta di un ambiente di museo diffuso, dominato dal meccanismo barocco del soffitto dipinto da Francesco de Mura, attivo a Napoli tra il 1696 ed il 1782, con scene che ritraggono Il Genio Reale e le virtù del re e della regina e queste virtù sono: la Fortezza, la Giustizia, la Clemenza, la Magnanimità; la Fedeltà, la Prudenza ed infine, la Bellezza. In basso, sempre nel dipinto, si osserva la scena di imeneo, dio delle nozze che scaccia la Malignità ed il Furore. Ad angolo della maestosa sala un cavalletto espone un frammento della decorazione manieristica datata 1620 o al massimo 1622, staccata dalla volta incannucciata del soffitto di palazzo reale durante le fase di ristrutturazione del 1954. Le porte della sala sono dipinte a tempera, adagiato su fondo color oro, attribuite ai lavori napoletani del siciliano Antonio Dominici, nativo di Palermo, naturalizzato napoletano. I mobili, di squisitissimo stile neo barocco, risalgono al secondo Ottocento, gli sgabelli presenti in sala sono dell'epopea di Gioacchino Murat ed alla parete due splendidi arazzi di scuola Gobelins restano appesi come segno di particolare attenzione del Nunzio Apostolico alla corte e dedicato alla Celebrazione del Re Sole.


Spazio note

(1) A cura del Servizio Educativo della Sopraintendenza B.A.P.S.A.E., di Napoli e Provincia.