Scampia

Ricorda: non bisogna arrendersi al male! Mai! Il bene, se voluto con forza, forse fa meno rumore, ma è più efficace e può compiere prodigi. (San Giovanni Paolo II visita pastorale alle Vele di Scampia del 1990)1 .


Si tratta di un quartiere monofunzionale ed amministrativo di Napoli1bis(1ter), occupante buona parte della zona settentrionale della città, cuore del comprensorio 167 di Secondigliano
Il quartiere risponde quindi per le condizioni di seguito descritte all’effetto di ”ambiente anonimo”.

E' sorto come tale dalla precisa domanda di tradurre la spianata agricola a ridosso del sistema delle colline di Napoli, detta "Scampia", in un perfetto insediamento popolare, che, seppure con vistosi problemi relativi alla perimetrazione urbana, e all’effettiva accorpamento di lotti estranei ai suoi confini, fu ampiamente riconosciuto come nuovo lotto abitativo sugli spazi, nel 1985, sottratti ai vicinissimi quartieri di Miano e Piscinola.
La compresenza di strutture edilizie diverse tra loro ha sortito in quest’ambiente un tipo di composizione sociale fortemente articolata, caratterizzato dagli assegnatari degli alloggi pubblici, che ne rappresentano il numero maggiore dei residenti, prevalentemente rappresentativi delle opere IACP, i proprietari degli "Alloggi delle Cooperative", in minor parte gli abusivi per l’edilizia rimasta sospesa nei lavori di completamento per gli alloggi ai terremotati2, di fatto occupanti i vani al piano terra e perciò detti ”scantinisti”, ed i Rom nei campi nomadi, fatti spostare oltre i flussi del quartiere di Scampia in seguito agli episodi del 2000.


Le emergenze popolari del quartiere e le attenzioni dei Capi di Stato.

È stato l’unico quartiere di tipologia edilizia popolare in tutta Europa ad aver ricevuto la visita di tre Capi di Stato: san Giovanni Paolo II, nel 1990, ed il Presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi nel 20053. Ha fatto seguito la visita di Papa Francesco, il 21 marzo del 20153bis.

  • Il quartiere risponde quindi per le anzidette condizioni all’effetto ”ambiente anonimo”, difficilmente fruibile, con un modello implementato di servizio d’ordine non rispondente alle istruzioni di tolleranza zero, privo di elementi architettonici urbani che possano renderlo diverso da come è ampiamente conosciuto, famoso in tutto il mondo per la strutturazione che ha via a via preso a conformarsi, frammentando il più generico concetto di criminalità organizzata in più micro zone sulle quali dominano su tutte, le Vele; seguono gli edifici della ”Cianfa di Cavallo”, altri alle “le Torri” costruite tra il 1968 ed il 1976, ed infine “i Sette Palazzi” e le “Case dei Puffi”. Basata sull'idea di creare un consorzio tra i vari Comuni della Campania interessati alla realizzazione di due grandi ed imponenti insediamenti sui territori di Secondigliano e Ponticelli, Scampia è stata riordinata sulla massa rurale preesistente e gestita dalle cooperative identificate poi nella sigla IACD, contestualizzata da un piano originario fortemente mutato nella realtà dalle varianti addotte sui disegni e sui preventivi col risultato finale di assetto dei piani sulle strutture erette, frutto di una scelta architettonica ed urbanistica raggiunta tra le differenze delle prospettive e di contrasti sulle vedute.

Analisi socio economica del quartiere di Scampia.
 
Il quartiere, è perciò dunque diviso in 21 lotti ospitanti 100.000 domiciliati a fronte dei 60.000 posti capienti, identificati l'uno dopo l'altro dalle lettere dell'alfabeto, ("settore Bakù"-Lotti U, W, Q, T- e "settore Labriola"- Lotti H, I, K, L, M).

  • Sono intrecciati da un'imponente rete stradale a scorrimento veloce articolata attorno ad un nucleo centrale responsabile di una netta divisione del quartiere Scampia in due grossi blocchi abitativi che non permette un modello aggregativo e neppure una dimensione d'identificazione per gli abitanti che lo popolano. Manca la ricchezza delle occasioni, gli scambi e l'impossibilità di un collettivo solidale; mancano attrezzature comuni, non ci sono iniziative ufficializzate per quel che appare effettivamente un quartiere dormitorio con la presenza di una notevolissima quantità di spazio non utilizzato, poca la produzione commerciale e niente o quasi niente le esportazioni; fatto per cui è comprensibile che appaia spoglio, senza soluzione di continuità tra i diversi elementi dell'insieme, che ad ogni modo mancano di una logica della strutturazione. Piuttosto si percepiscono i cosiddetti ”vuoti d'area”, “luoghi del pericolo”, considerati area a rischio criminalità organizzata, le isole dello spaccio di droga, le vaste zone poste a difesa e arroccamento per i gruppi criminali, dal quale e per il quale nasce il bisogno di estrazione dall'esterno.

La presenza delle strutture ed i servizi alla persona.

Contro gli anzidetti dati non certo incoraggianti però, l'Agenzia del Territorio pubblicò nel 2008 i fattori posizionali tipici della zona.

  • Scampia, potrebbe esser ambita e scelta a modello residenziale almeno per le strade assai larghe e i due diversi sensi di marcia entrambe a scorrimento veloce molto significativo pure per la pressocché totale assenza di traffico, la massima densità delle aree di verde integrate all'edilizia non intensiva, il collegamento con le vicinissime stazioni della metropolitana in sopraelevata a Scampia e Chiaiano, i servizi del trasporto su gomma a tariffa integrata, i collegamenti di questi servizi in prossimità della zona Ospedaliera, come anche al vicinissimo aeroporto e ai grandi Centri Commerciali, tutti localizzati sull'Asse. E ancora per la presenza di grandi spazi attrezzati per l'accoglienza dei residenti minori e disabili protetti dalle garanzie offerte dalle agenzie e dalle cooperative spesso anche municipalizzate, in sostituzione agli enti pubblici come le Poste e i Telefoni di Stato, che hanno ceduto parte delle aree più o meno in coincidenza dell'abbattimento di due delle sette Vele e l'ulteriore ampliamento dei servizi in termini di qualità date dalle ASL da sempre presenti sul territorio.

Scampia ed il bisogno di ricominciare ogni volta. 

Al fine di operare la caratterizzazione dei trenta quartieri della città di Napoli, assieme a Secondigliano anche, San Carlo all'Arena, San Pietro a Patierno, i Quartieri Spagnoli, le municipalità comparate hanno considerato l'ipotesi di lasciar lavorare assieme simultaneamente diversi indicatori sociali.

  • Da qui l'idea di costituire una sintesi della vita socio economica di un popolo che vive insediato in un territorio pressocché omogeneo. Nonostante lo stato dei fatti da sempre catalizzato dalle osservazioni permanenti sulle aree di rischio ne emerge, tuttavia un quadro complessivo caratterizzato dalla vitalità giovanile tipica di queste particolari condizioni di vita sociale, su cui prevale per istinto il bisogno di ricominciare contro ogni profonda avversità, la capacità delle invenzioni e delle esperienze dei singoli gruppi, che per molte aziende ha significato il saper fare grazie al tramandato, le opportunità che si son colte nelle attività economiche storiche di queste zone, le quali, hanno saputo integrare alle attività economiche preesistenti quelle completamente emerse, anche grazie alla consapevolezza sempre più diffusa che alla base delle organizzazioni criminali necessita sempre che le attività rimangano sommerse. Negli anni che vanno dal 2000 al 2005, nell'area, dalle fonti di studio, si son registrate evoluzioni significative sui fattori istruzione/formazione, processi di inclusione degli alfabeti, ovvero quelli che pur sapendo leggere e scrivere non hanno comunque alcun titolo di studio per i quali è stato facilitato l'uso anche di formazioni di lavoro aggiornati e spendibili sul mercato; recupero e riqualificazione delle aree depresse, l'attivazione di misure economiche straordinarie e microcrediti per le ditte individuali, e più in generale favorire un processo di riappropriazione del territorio per i napoletani sempre più precari delle professionalità elevate che hanno deciso di riparare in altri contesti dove è più facile e meno costoso emergere.


  Lotti Denominazione Comune dei Lotti
   
  Lotto L ed M    Zona delle Vele 
  Y ed I    Zona detta le Torri
  Q e K    nessuna toponomastica aggiunta
  R e Z    nessuna toponomastica aggiunta
  W    nessuna toponomastica aggiunta
  U    zona detta la Cianfa
  T ed S    zona detta i Sette Palazzi
  H    nessuna toponomastica aggiunta
   

Spazio note

(1) I versi in epigrafe sono tratti da: VISITA PASTORALE IN CAMPANIA DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II ALLA POPOLAZIONE DEL RIONE SCAMPÌA Napoli - Sabato, 10 novembre 1990 Continua a leggere. E con la visita pastorale di Papa Francesco il 21 marzo del 2015 si è iniziato a parlare di "Primavera di Scampia"..
(1bis) Nel 1999 nell’ambito di uno studio progettuale europeo furono reperite e garantite risorse finanziarie disponibili per opere non edilizie, da praticarsi sul territorio della sola Scampia e per un intero cinquennio messo in cantiere, col proposito di arginare il fenomeno dell’azione illegale dell’uso non autorizzato degli spazi pubblici. In questo spazio di quartiere, infatti, è fu idealizzato circoscritto nell’ordine della’anzidetto progetto, il cosiddetto modello di ordine pubblico a tolleranza zero mai attuato nella fattispecie. Giovanni Laino, professore associato di Tecnica e Pianificazione Urbanistica presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Napoli Federico II, è il coordinatore dello studio di caso a Napoli. Consulente del Comune di Napoli, per l’Assessorato alle politiche sociali dal 1996 al 2001, ha coordinato il locale PIC Urban, ha redatto il Piano Comunale per l’Infanzia e l’adolescenza e il progetto comunale per il Reddito Minimo di Inserimento. Per un breve periodo ha seguito direttamente anche parte delle vicende del quartiere Scampia. E’ autore del testo della scheda. Daniela De Leo, Dottoranda presso il Dipartimento di Urbanistica dell’Università di Napoli Federico II, ha raccolto i dati, realizzando, spesso con Laino, le interviste. Ha cooperato alla composizione complessiva del testo, di cui Laino è responsabile. Neighbourhood Housing Models Contract no. EVK4-CT-2000-00027 Proposal no. EVK4 – 2000 – 00644 Duration: 1. December 2000 – 1. December 2003. Project under the EU 5th Framework Programme: Improving the quality of urban life.
(1ter) Nelle interviste che la facoltà napoletana acquisì per i suoi studi su Scampia, attorno alla questione del quartiere propriamente detto, emerse un dato significativamente ancora attuale; ed ovvero che attorno al problema umano e sociale di Scampia, ruotano diversi gruppi ognuno con un diverso punto di vista posto a fondamento della loro scelta di posizione. Il sentimento assai diffuso rappresenta il primo dei gruppi, quello col maggior numero di persone aggregate alla sola idea di scambio, le quali, chiedono alla Municipalità, e per essa allo Stato, ogni cosa di cui loro dichiarano di esserne privi . Questo tipo di atteggiamento, nel caso di studio è stato definito rivendicazionismo, al quale, comunque, appartengono anche coloro che più espressamente, furbi, hanno sfruttato le criticità della zona e le perenni emergenze come fossero opportunità per muovere un principio di lotta politica, per la quale, hanno espressamente chiesto l’appoggio della classe dirigente locale. Non si associano al primo gruppo, e quindi formandone un secondo, tutti coloro che, rispondendo alle domande loro poste, mostrarono chiaramente una forte componente scettica, mista a disillusione, tutte o quasi tutte motivate dall’idea che le cose non cambieranno mai. Un terzo gruppo è composto da persone che solo marginalmente sono coinvolte nell’invivibilità di Scampia e che mostrano di pensare con lucidità, anteponendo al problema Scampia i risultati faticosamente raggiunti da progressi micro culturali e di settore, e dalla politica e solo dalla politica potrebbe essere possibile che possano farsi seguito miglioramenti opportuni. Alla fine, nel popoloso mondo variegato ed inquieto di Scampia, dalle interviste effettuate, l’esito degli studi conferma che solo un centinaio di persone, dentro un confine complessivamente più ampio di 500 persone, tra questi, gli addetti ai servizi pubblici, Comune e Municipalità, in gran numero i volontari ed i religiosi, costituiscono il cosiddetto ”polo dell’impegno civile, anche, se comunque, è stato rilevato che anche quest’ultimo gruppo non è del tutto estraneo alle logiche del mercato sociale. Il popolo degli abitanti che con i fatti del quartiere non hanno niente a che vedere non è affatto numeroso; resistono a vivere da queste parti, dichiarano, solo per la convenienza dei costi d’affitto, l’effettiva prossimità dell’area col centro città; sono estranei alle dinamiche deviate di Scampia ed allo stigma che questa è costretta a tollerare e lo mostrano curando talvolta con non poca ostentazione gli spazi da loro occupati. Più volte si impegnano in casi di cittadinanza attiva e non perdono fiducia nella rinascita della zona.
(2) L’edilizia pubblica realizzata con il Programma Straordinario di Governo del dopo terremoto, Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 19 marzo 1981, n. 75, recante ulteriori interventi in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del novembre 1980 e del febbraio 1981. Provvedimenti organici per la ricostruzione e lo sviluppo dei territori colpiti. (GU n.134 del 18-5-1981 - Suppl. Ordinario ) Leggi la Legge
(3) VISITA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CARLO AZEGLIO CIAMPI ALLA CITTA' DI NAPOLI INCONTRO CON I CITTADINI DELLA CIRCOSCRIZIONE DI SCAMPIA Napoli - Scampia, 4 gennaio 2005 Leggi il discorso.
(3bis) A questo link per ulteriori info