Chiesa Santa Maria di Piedigrotta Napoli

E’ la popolarissima chiesa dedicata alla Natività di Maria Vergine a Napoli1, meglio nota come di Santa Maria di Piedigrotta2, situata lungo l’omonima via e piazza, alle quali ha dato il medesimo “topos”.
Più precisamente, assieme al palazzo De Fazio, ed il palazzo d’Arata, essa segna il confine fisico tra il quartiere marinaro di Mergellina, le prime installazioni rurali della Collina di Posillipo, ed l’imbocco alle colline di Napoli attraverso il varco sud del Corso Vittorio Emanuele


E' egregiamente servita alla sua sinistra dalla quinta scenica dell’edificio della stazione di Napoli Mergellina, dando le spalle alle Rampe di Sant’Antonio.

L’immobile sorge alla destra della Crypta Neapolitana, antichissima sede del culto pagano di Priapo, dio della fecondità2bis, poi restituita all’uso del parco Virgiliano, dove ha trovato posto, oltre alla tomba di Virgilio, anche la tomba del poeta marchigiano Giacomo Leopardi.



Con la sostituzione del rito pagano a quella cristiano, venne edificata una prima edicola sacra. 

In seguito, intorno al XII secolo, ad opera dei pescatori di Margellina, l’edicola si ingrandì e divenne una cappella3.
  • La piccola chiesa divenne subito popolare per la sua attività di assistenza ai poveri, ed in special modo, per la venerazione di una primitiva immagine di Maria con Bambino4. Nel 1352, con la dinastia angioina, per intercessione degli abati Brancaccio, la chiesa venne ampliata ed lavori si protassero, a partire dal 1352 terminando appena l’anno successivo5. La chiesa angioina aveva una navata centrale, il tetto a capriate e sei cappelle; la facciata era rivolta verso la collina e la Grotta di Pozzuoli ed era sovrastata da un campanile a tre campane. Risale a questo periodo, soprattutto grazie alla devozione della regina Giovanna d’Angiò, la tradizione del corteo regale verso il santuario, in auge fino a tutto l’Ottocento. Nel 1453, Alfonso I d’Aragona offrì la chiesa ai Canonici Regolari Lateranensi; grazie ai nuovi lasciti testamentari e al fondo donato dal Vescovo di Squillace, Vincenzo Galeota, i Lateranensi procedettero alla ricostruzione di tutta la chiesa e del monastero annesso. Le modifiche interessarono la navata che venne allungata, il transetto anch’esso ampliato, l’ingresso della nuova facciata orientata verso la città e la tribuna verso la collina di Posillipo. All’inizio del 600 venne fatto un terzo restauro che prevedeva la costruzione di una nuova sacrestia a discapito dello spazio delle cappelle laterali e la riduzione della crociera. Durante tutto il ‘600 e nel secolo successivo non si registrano altri lavori significativi di modifica dell’edificio. Mentre i vicerè spagnoli ed i Borbone dettero nuovo impulso al fasto della famosa parata che venne sospesa solo durante il decennio francese. Nel 1630 ricordiamo l’episodio i cui, la regina Maria d’Austria, sorella di Filippo IV, si era recata nella chiesa, come già aveva fatto nel 1571 Don Giovanni d’Autria, in vista della battaglia di Lepanto. Nel 1674 ci fu la comparsa dei famosi squadroni di cavalleria e fanteria che avevano il compito di scortare le carrozze della famiglia reale: per l’occasione venivano organizzati giochi pirotecnici sulla spiaggia di Chiaia e Carlo di Borbone che nutriva una profonda devozione verso la Vergine, volle che la parata fosse ripetuta ogni anno6

La chiesa a Piedigrotta dopo gli anni delle soppressioni religiose.

Dopo la soppressione degli Ordini religiosi nel 1809, grazie all’interessamento di Ferdinando di Borbone, la chiesa subì un ulteriore opera di restauro.

  • Durante i quali, andarono perduti gli affreschi di Belisario Corenzio, situati lungo la volta e a Gaetano Gigante fu dato l’incarico di ridipingere l’intera parete. Lo stesso Gigante fu autore di un affresco sulla facciata raffigurante la Madonna di Piedigrotta, purtroppo, anche quest’altro, andato perduto. I lavori, che interessarono il chiostro, snaturandolo dalle sue antiche linee rinascimentali, terminarono nel 1824. L’ultimo restauro del 1853, per volontà di Ferdinando II di Borbone, è quello che ci ha consegnato la chiesa nel suo attuale aspetto. L’incarico del progetto della nuova facciata venne dato ad Enrico Alvino, che realizzò una facciata adorna di stucchi conclusa da timpano triangolare e scandita da quattro pilastri scanalati con capitelli compositi. Il bassorilievo del frontone raffigura la Madonna di Piedigrotta tra il sovrano Alfonso d’Aragona in ginocchio e papa Nicolò V, a sinistra, e Sant’Agostino, a destra. Le piccole statue lignee degli Apostoli Pietro e Paolo e le teste degli Evangelisti, poste sui battenti dell’ingresso, sono opera di Francesco Citarella; il campanile venne ultimato invece solo nel 1926. L’interno è a croce latina, la volta a botte sulla navata e sui due cappelloni del transetto, due cappelle di pianta rettangolare per ogni lato nella parte anteriore della navata, una per lato nella parte posteriore dopo la crociera. Nel 1928 venne retrocessa la balaustra dell’altare, sopraelevando il coro con accesso a due scale ai lati dell’altare; vennero anche realizzati tre grandi archi comunicanti con la Cappella Filangieri e i tre vani sul lato opposto. In tempo recente la balaustra è stata avanzata e la zona presbiteriale completamente rinnovata.

Spazio note

(1) Tutte le informazioni contenute in questo scritto sono state liberamente tratte dal testo "Napoli Sacra, guida alle chiese di Napoli 12°itinerario" a cura della soprintendenza per i beni artistici e storici –De Rosa editore, 1996, Napoli
. (2) Il giorno della festa di Piedigrotta segnava il tempo della famosa parata divenuta celebre per la partecipazione degli stessi sovrani. Nel tempo la festa è decaduta a cerimonia paesana, con l’abbinamento al festival della canzone napoletana.
(2bis) Clicca qui per estrarre questa nota
(3) Il primo documento che attesta l’esistenza della chiesa risale al 1207: in essa vennero traslate le reliquie dei Santi Giuliana e Massimo.
(4) Boccaccio in una sua lettera del 1339 parla della "Donna del Pederocto" ed il Petrarca la ricordava per il grande afflusso di marinai.
(5) Una leggenda narra che durante i lavori ci fu u’apparizione della Madonna a tre devoti e il ritrovamento di una scultura lignea, ancora oggi venerata ed esposta all’interno della chiesa.