Madonna Zingarella del Correggio Napoli

La Madonna Zingarella di Antonio Allegri, altrimenti detto: il Correggio1 è un olio su tela2 collocato tra i pezzi del patrimonio artistico della Quadreria dei Girolamini, sita in Via Duomo ed adiacente alla Biblioteca Oratoriana ed alla Chiesa dei Girolamini ubicata nell’omonimo largo al decumano superiore della città di Napoli.

Il dipinto dei Girolamini, ricordato dal Catalani e dal Chiarini nel XIX secolo, è una copia presumibilmente di data primo-ottocentesca della Madonna cosiddetta «Zingarella» esposta nel Museo di Capodimonte3.

Del Correggio, inoltre, nella Quadreria è conservata una copia del Sant’Antonio Abate, mentre a Capodimonte è possibile ammirare altre tre opere: Lo Sposalizio mistico di Santa Caterina, San Giuseppe e un devoto e Sant’ Antonio Abate.

Il dipinto originale, esposto a Capodimonte, è databile tra il 1515 15164. Esso è tra i primi dipinti collezionati dai Farnese; nel 1587 faceva parte del Guardaroba di Ranuccio Farnese. Alla morte del duca l’opera passò alla sorella Margherita, monaca del convento di San Paolo a Parma, per poi far ritorno nelle collezioni ducali, prima al Palazzo del Giardino, e poi nella Ducale Galleria.


Il Correggio e gli studi attributivi delle sue opere alla scuola romana di Raffaello.

Il quadro arriva a Napoli nel 1734 dove viene esposto prima a Palazzo Reale e poi a Capodimonte.

  • Dal 1798 al 1817, Ferdinando IV lo porta con sé nel suo esilio a Palermo. Dopo il ritorno dei Borbone, la Madonna Zingarella entra a far parte del Real Museo Borbonico. Il soggetto rappresentato, sebbene privo della presenza di San Giuseppe, è un Riposo durante la fuga in Egitto. Durante i restauri del 1934-36 e del 1965-66 sono state rimosse le aggiunte cinquecentesche: sopra la testa della Vergine c’era un angelo con un ramo di palma, alle sue spalle un bosco, ai suoi piedi dei calzari ed in basso a sinistra era raffigurato un coniglio. La testa e gli arti del Bambino, inoltre, erano disposti in maniera diversa. Del dipinto in questione esistono numerose repliche, una della Pinacoteca Ambrosiana di Milano, un’altra presente nei depositi dello stesso Museo di Capodimonte e tante altre copie in collezioni private italiane ed estere. La Madonna Zingarella è eseguita nel periodo in cui si hanno poche informazioni sul pittore5. Infatti la formazione del Correggio, nato nell’omonima cittadina emiliana nel 1489, è molto discussa dagli storici dell’arte; negli ultimi settant’anni la critica conducendo ampie ricerche si è concentrata maggiormente sul periodo giovanile del pittore che su quello delle imprese parmensi degli anni ’20 e ’30 del Cinquecento, di cui si dispone di notizie “certe”. Ad essere ampiamente dibattuta e studiata è stata l’ipotesi, e soprattutto la datazione, di un suo viaggio a Roma negato dal Vasari nelle sue Vite cinquecentesche, ma proposto da Roberto Longhi nel 1958; lo storico dell’arte colloca il viaggio, che permise al pittore di conoscere le opere di Raffaello, sul finire del secondo decennio. Un’altra parte della critica, invece, anticipa la discesa a Roma al 1513-1514, prima dell’esecuzione della pala per la chiesa di San Francesco a Correggio del 1514-15 ora alla Gemaldegalerie di Dresda6.

Gli elementi della formazione dell’artista, comunque, sono da ricercare nella bottega del Mantegna a Mantova.

Nella città dei Gonzaga il Correggio dipingerebbe, nel 1507 circa, i pennacchi della cappella funeraria del maestro in Sant’Andrea.

  • Comunque di questa fase giovanile una delle prime opere documentate resta la Madonna di San Francesco ora a Dresda che “costituisce un primo punto di arrivo nel percorso del Correggio e propone i termini di un sottile dissidio tra l’ortodossia formale del Mantegna, rinnovata dalla cultura classicista del Costa e del Francia, e le sollecitazioni che, in senso più moderno e sperimentale, gli provenivano dalle attigue culture leonardesca e veneta”7. Una nuova fase nell’attività di Correggio si apre nel 1519 quando il pittore decora la volta della camera della badessa Giovanna Piacenza nel monastero di San Paolo a Parma. Anche se l’illusionismo dello spazio dipinto è dato ancora da un pergolato mantagnesco. Nello stile della Camera di San Paolo è visibile un’adesione a Raffaello e gli affreschi sono un segno di riflessione del pittore sulle opere romane sia di Raffaello che di Michelangelo8. Dopo la decorazione della Camera di San Paolo, il Correggio lega il suo nome alla città di Parma eseguendo lavori per la chiesa di San Giovanni Evangelista e per il Duomo. Gli affreschi illusionistici delle cupole delle due chiese sono tra le opere più innovative di inizio Cinquecento. Tra il 1520 ed il 1524, in San Giovanni, affresca la cupola con la Visione di San Giovanni Evangelista, il fregio della navata, la cappella Bono e la conca absidale; di quest’ultima, distrutta nel 1587, i restanti affreschi sono conservati fra la Galleria Nazionale di Parma e la National Gallery di Londra. Nel 1530, il Correggio termina i sorprendenti affreschi della cupola con L’Assunzione della Vergine, dei pennacchi e dei sottarchi del Duomo di Parma, mentre la decorazione del presbiterio nella stessa fabbrica non fu mai eseguita. Pochi anni dopo l’impresa del Duomo, il pittore morì a Correggio nel 1534.


Spazio note

(1) Liberamente estratto da Pierluigi Leone de Castris, Scheda dell’opera Madonna Zingarella, in La Quadreria dei Girolamini, a cura di Pierluigi Leone de Castris e Roberto Middione, Guida, Napoli, 1986, p. 144 (Biblioteca Nazionale Braidense, collocazione 280 H 244); Maria Grazia Diana, Scheda biografica Correggio/Antonio Allegri detto il Correggio, in La pittura in Italia. Il Cinquecento, a cura di Giuliano Briganti, riedizione accresciuta e aggiornata, Electa, Milano, 1988, Vol. II, pp. 686-687 (Biblioteca Nazionale Braidense, collocazione CONS. G 157 3/2); Pierluigi Leone de Castris, Scheda dell’opera Madonna col bambino (la «Zingarella»), in La Collezione Farnese. La Scuola emiliana: i dipinti. I disegni, Electa, Napoli, 1994, p. 148 (collezione personale).
(2) Olio su tela, cm 47 x 37. Le misure, la tecnica, il supporto sono riferiti in La Quadreria dei Girolamini, a cura di Pierluigi Leone de Castris e Roberto Middione, Guida, Napoli, 1986, p. 28.
(3) Il dipinto originale, un olio su tavola di cm 46,5x37,5, è illustrato in La Collezione Farnese. La Scuola emiliana: i dipinti. I disegni, Electa, Napoli, 1994, p. 148. Inoltre è pubblicato in numerosi volumi tra cui alcune monografie di facile reperimento: L’opera completa del Correggio, Rizzoli, Milano, 1970, Tav. VIII (Biblioteca Nazionale Braidense, collocazione 280 I 100/41); Mario Di Giampaolo, Andrea Muzzi, Correggio. Catalogo completo, Cantini, Firenze, 1993, p. 47 (Biblioteca Nazionale Braidense, collocazione 280 S 401/30); Correggio, Rizzoli/Skira, Milano 2004, p. 88 (collezione personale).
(4) La datazione è riferita in due dei volumi consultati per la stesura del presente articolo: Mario Di Giampaolo, Scheda dell’opera Madonna col bambino detta "la Zingarella", in Mario Di Giampaolo, Andrea Muzzi, Correggio. Catalogo completo, Cantini, Firenze, 1993, p. 46; Pierluigi Leone de Castris, Scheda dell’opera Madonna col bambino (la «Zingarella»), in La Collezione Farnese. La Scuola emiliana: i dipinti. I disegni, Electa, Napoli, 1994, p. 149. In più la storia critica riguardante la datazione del dipinto è brevemente riportata in L’opera completa del Correggio, Rizzoli, Milano, 1970, opera n. 31, p. 93.
(5) L’opera del Correggio è caratterizzata da una vasta bibliografia. Una delle ultime monografie, tra le più ampie riguardanti l’artista, è stata data alle stampe nel 2008 ed intitolata Correggio, a cura di Lucia Fornari Schianchi, Skira, Milano, 2008 (Biblioteca Nazionale Braidense, collocazione 280 L 5152). Per rintracciare rapidamente elementi bibliografici è essenziale il testo Giuseppe Adani, Traccia bibliografica per il lettore, in Giuseppe Adani, Correggio pittore universale (1489-1534), monografia esplicativa e didattica, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo, 2007, pp. 21- 23 (Biblioteca Nazionale Braidense, collocazione 280 L 4659). Della guida di Adani segnalo alcuni testi: David Ekserdjian, Correggio, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo, 1997; Eugenio Riccòmini, Sette Saggi sul Correggio, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo, 2003; Eugenio Riccòmini, Correggio, Electa, Milano, 2005. Per avere in maniera rapida e veloce un’idea complessiva sull’opera del Correggio sono utili le monografie elencate nella nota n. 3.
(6) Le informazioni riguardanti la datazione del viaggio a Roma e la relativa storia critica sono riferite in Maria Grazia Diana, Scheda biografica Correggio/Antonio Allegri detto il Correggio, in La pittura in Italia. Il Cinquecento, a cura di Giuliano Briganti, riedizione accresciuta e aggiornata, Electa, Milano, 1988, Vol. II, p. 686; Mario Di Giampaolo, Introduzione, in Mario Di Giampaolo, Andrea Muzzi, Correggio. Catalogo completo, Cantini, Firenze, 1993, p. 6.
(7) Maria Grazia Diana, Scheda biografica Correggio/Antonio Allegri detto il Correggio, in La pittura in Italia. Il Cinquecento, a cura di Giuliano Briganti, riedizione accresciuta e aggiornata, Electa, Milano, 1988, Vol. II, p. 686.
(8) I giudizi stilistici riguardanti la Camera di San Paolo sono estratti da Maria Grazia Diana, Scheda biografica Correggio/Antonio Allegri detto il Correggio, in La pittura in Italia. Il Cinquecento, a cura di Giuliano Briganti, riedizione accresciuta e aggiornata, Electa, Milano, 1988, Vol. II, p. 686.