Palazzo Acquaviva dei Coppola Napoli

Si tratta di uno di quei tipici palazzi di Napoli1 che sorgono sul fondo valle di strade e di tornanti con le fondamenta disposte molto al di sotto del piano stradale.

L’edificio si trova la numero civico 48 di via San Pasquale a Chiaia nell’omonimo borgo inglobato a sua volta nell’immenso quartiere della Cavallerizza, costruito nel 1920 dal progetto dell’ingegner Augusto Acquaviva dei Coppola né più né meno simile all’esempio immobiliare della Filantropica Napoletana al corso Amedeo di Savoia.

Anche in quel caso, nonostante la facciata del palazzo prospetti magnificamente sul medesimo corso, poggia invece sul fondo valle della Sanità, con gli ingressi antichi situati nel basamento del monastero dei Domenicani al Monacone.

L’autore del palazzo trovatosi a dover rispettare i limiti imposti dall’orografia accidentata del posto, ha disegnato e poi realizzato solo formalmente un unico palazzo, che in realtà è diviso sostanzialmente in due e con due diversi accessi, arrivando a mantenere per quanto riguarda il prospetto su via San Pasquale un’altezza di cinque piani.


Su via San Pasquale a Chiaia, il floreale tende verso una tensione tipicamente barocca.

La parte centrale del palazzo sul fronte del Parco Regina Margherita a sua volta, si è sviluppata per altri tre piani.

  • Aggiunti quindi otto piani complessivi per la facciata posteriore del palazzo, che declina a sua volta in uno stile squisitamente floreale più tendente al classicismo romano, quanto, invece, diversamente su via San Pasquale a Chiaia, il floreale tende verso una tensione tipicamente barocca. La facciata del palazzo dal lato del parco Margherita è impreziosita tra due pilastri che ne stringono il portone d’ingresso rivestito di stucco egregiamente lavorato ed in pietra grigia per fingere un bel piperno vesuviano. E questo sale su fino al secondo ordine architettonico, che si presenta questa volta corretto nella forma con un aumento di volume nella fascia mediana, ed un corpo di fabbrica scandito da quattro finestre per ogni piano assieme ad una lunga e tesa decorazione fatta di capitelli e trabeazioni estese fino al cornicione. Su via San Pasquale a Chiaia, il portone di ingresso al palazzo è posto ad angolo della facciata, che differisce oltre che nello stile rispetto alla facciata sul parco Margherita, anche nel colore. La terza facciata del palazzo, prospiciente la gradonata di San Pasquale a Chiaia, si eleva dignitosa e scenografica per otto piani connessi da lesene di ordine gigante ed in vani riquadrati all’interno di arconi a tutto sesto ed è la facciata che presenta maggior impegno consistente sia nei fregi delle finestre che nei riquadri dei balconi incolonnati in sequenza verticale; da questo lato, poi, il terzo e quarto piano, sono alternati da finestre e balconi ed un’analoga incorniciatura furono realizzate anche per i livelli superiori. Il cornicione superiore, tra l’altro, esprime in maniera più efficace il significato di tutta la composizione scenica degli esterni del palazzo ed è sorretto da poderosissimi mensole accoppiate tra loro a formare la balaustra del piano attico.


Spazio note

(1) Pasquale Belfiore e Benedetto Gravagnuolo Villa Oro. 1934-1937 scheda 83 a pagina 207-208 di Napoli, in: Architettura e urbanistica del Novecento, premmessa di Mario De Cunzo, prefazione di Renato De Fusco Editori La Terza maggio 1994 BNN S C ARTE B 495/ter pag. 143