Villa Lauro Lancellotti a Portici

È una delle ville vesuviane del Miglio d’Oro1, una delle poche ancora in uso ai proprietari medesimi, che per sé hanno ricavato spazio al centro dell’immobile poco dopo la suddivisione in appartamenti dati in fitto.

Fino a tutto il 1970, ne fu proprietario il principe Luigi Massimo Lancellotti, che l’ebbe in eredità dalla principessa Elisabetta e dai rampolli di casa Aldobrandini, Giuseppe, Laura, Pietro e Rufina1bis.
Si trova poco distante da villa Nava al numero 237 del Corso Garibaldi presso il Comune di Portici, Napoli

Essa nel breve tratto di strada pubblica si trova a conclusione del secolo della grandi fondazioni immobiliari, a cui si aggiungono villa Menna, Meola , Buono, Nava e la residenza dei nobili Ruffo di Bagnara.

Fu costruita nel 1776 da Pompeo Schiantarelli, bravo aiutante del Fuga, di cui si accennano egregi lavori a Via Foria, nel pieno centro storico di Napoli, all’altezza dell’Orto Botanico, su commissione dei principi di Lauro Lancellotti, allorquando, la capitale del Regno veniva pian pianino riorganizzata secondo le esigenze di pubblica utilità dettate da re Ferdinando IV di Borbone, che proprio al gruppo dei maestri architetti di varia razza al seguito di Ferdinando Fuga incaricò la messa in opera del teatro Mercadante a piazza del Municipio e la rivisitazione in squisito stile Rinascimentale della villa di delizia di che fu di re Carlo di Borbone, villa La Favorita.



La facciata di questa villa trae notevole sostentamento dal clima spirituale degli anni della sua stessa fondazione.

  • Caratterizzata da un rustico bugnato, più o meno ispirata alla vignolesca villa Gilio III, dove gli impaginati dell’ordine inferiore, dominati dall’agreste del piperno grigio vesuviano, scandiscono un digradare più dolce sulle ali. Sul suo fianco destro, un ingresso con scala di semplice stile, due rampanti laterali ed uno centrale, conduce agli appartamenti messi in comodato, mentre l’ingresso principale serve alle stanze del piano nobile. Il vestibolo, architettonicamente meglio organizzato, si presenta diviso da quattro pilastri che ne frammentano lo spazio in tre sezioni rettangolari, coperte dalle volte a lunetta, nelle quali è amabilmente replicato il motivo della serliana degli ingressi. Alle pareti, ritmate da coppie di lesene aggettanti verso i pilastri al centro, pendono medaglioni ed alto rilievi di gusto romano, mentre i busti dell’età imperiali sono sistemate su basi e mensole. Si ricorda che alla villa si contrastano ancora dall’Ottocento tre diverse costruzioni preesistenti alla nobile dimora e che il Celano individua come la villa Monica, più precisamente villa Aversa e che di essa poco ci è rimasto. La più consistente delle tre costruzioni precedenti a villa Lauro, sta nel giardino, rivestita di bugnato con tetto a pagoda ed una pigna in terracotta; le altre due stanno sulle terrazze esposte alla baia sempre con caratteristico tetto a pagoda. La parte estremamente interessante di quest’immobile è l’intima connessione della controfacciata col verde del giardino retrostante, a sua volta terrazzato ed esposto alle brezze del golfo; un terrazzo al centro della facciata interna funge da piccolo tempio composto di tre pareti simmetriche sormontate da una splendida cornice. Il terrazzo centrale, è accompagnato da altri due terrazzi laterali con discesa al giardino sottostante.


Spazio note

(1) Ville vesuviane del Settecento / Roberto Pane ... [et al.]. - Napoli : Edizioni scientifiche italiane, stampa 1959. - 345 p. : ill. ; 26 cm. Codice SBN NAP0071721 Collana Collana di storia dell'architettura, ambiente, urbanistica, arti figurative Istituto di storia dell'architettura, Universita degli Studi di Napoli Federico II, BNN SEZ NAP VI A 1299/41 PAGG 127-130 (1bis) Al catasto urbano del Comune di Portici sono elencati uno per uno tutti i proprietari dell’immobile nella parti 4722, 3592, 2064, 366