Centro Storico UNESCO di Napoli

Si definisce centro storico di Napoli"patrimonio dell’umanità" 1(2), quella parte del territorio del capoluogo campano reso pressocchè eccezionale da fattori geomorfologici che ne hanno determinato lo sviluppo antico, più o meno identico a quello attuale, solo ampliato nel 2014.

E' "nato e cresciuto" in una conca tra le colline ad est ed il mare ad ovest, le paludi a sud ed i Campi Flegrei a nord.


Più semplicemente il Centro Storico di Napoli è stato riconosciuto eccezionale ed universale, ed è il più antico ed esteso d’Europa, col nucleo originario greco-romano sopraggiunto intatto all’era moderna e contemporanea. Esso è segnalato nel piano di Gestione ICOMOS Italia3, come risultato meglio soddisfacente le esigenze richiamate dai titoli II e IV4 della Carta della Conferenza Generale dell’UNESCO, firmata a Parigi, il 16 novembre del 1972 e ratificata in Italia il 6 aprile del 1977 col varo della legge 1845, ed infine, riqualificato da un progetto della Comunità Europea del valore di 100 milioni di euro con decollo nel 2014(5bis) unitamente all'attivazione dell'omonimo osservatorio permanente5ter


L'iscrizione del centro storico di Napoli al World Heritage List.

E' stato stabilito quanto peso specifico abbia avuto, il Centro Storico di Napoli nel corso dei secoli, specie per le dimensioni della vita economica d’Europa.


  • Assecondando l'avvento delle forme primitive del Cristianesimo nel Meridione italiano e le architetture gotico-francesi, motivo per cui la città stessa è stata capitale del Regno angioino. Per queste premesse, è stato integrato ed adeguato ad un sistema di tutela gestito dal Comune di Napoli "in trust" con l’UNESCO, che procede a distinguerlo in valori sostanziali e complementari6 (7) e perciò dunque, dal 1985 iscritto al World Heritage List8 (9), intendendolo per questo motivo aperto a tutti i popoli del mondo.

L'apparato immobilare relativo al Centro Storico UNESCO di Napoli.

Esso comprende all’interno dell’area sorvegliata dall'Historic Urban Landscape, tutti gli elementi che hanno contribuito ad identificarne il suo valore inteso come universale.

  • Ed è disposto, sulla carta dell’ICOMOS, a seconda di quanto sia percepibile il suo stesso valore universale o anche quanto prevalga sull’altra la fase storica che la precede o la succede. Questi sono, relativamente alle aree lato monte: il palazzo Fuga a piazza Carlo III, il Museo Archeologico Nazionale, la Certosa del Suor Orsola Benincasa sotto la Vigna sul versante della Collina di San Martino, la villa Pignatelli nel quartiere di Chiaia. Sul versante mare, la conservazione dei resti della vita imperiale della città di Napoli, sono segnati nel lungo tratto di costa tra il Maschio Angioinoe d il casale di Santo Strato all’apice della collina di Posillipo. A contribuire come valore universale del Centro Storico UNESCO, è la disposizione a scacchiera dei Quartieri Spagnoli, relativamente alla forma urbana del XVI secolo, formalmente visibile nella zona Santa Lucia a Monte e replicati negli antichi rioni della Duchesca al Rettifilo, e Santa Maria all’Antesaecula al Borgo dei Vergini. Piccola parte della collina del VomeroSan FerdinandoMontecalvario ed il rione Carità; parte dei quartieri della Stella e di San Carlo all’Arena, San LorenzoMercatoVicariaPortoPendino, ed infine, la disposizione delle cittadelle monastiche sopraffatte dall’edilizia moderna. Esse sono Santa Chiara e San Domenico, la zona universitaria di indirizzo umanistico, piazza Vincenzo Bellinipiazza San Domenico Maggiore, oltre alle zone tradizionalmente artigiane e manifatturiere di Via di San Gregorio Armeno ed il Borgo degli OreficiAnche se significativi di diversi momenti essenziali della città di Napoli, la chiesa di Sant’Eligio al Mercato è inclusa nel perimetro del Centro Storico UNESCO poiché essa qualifica il cuore della Napoli angioina, in occasione anche le chiese di San Giovanni a Mare, la chiesa del Carmine a piazza MercatoSanta Chiara a SpaccanapoliSan Lorenzo Maggiore ai Tribunali, San Pietro Martire fuori Mezzocannone, e Donnaregina Vecchia a Settembrini. Nulla da segnalare in merito alla zona orientale della città che segna il confine dello sviluppo urbano al di qua, e al di là delle paludi napoletane, là dove oggi sorge urbanizzata piazza San Francesco a Porta Capuana. Rientra tra i contributi, l’uso perdurante dei materiali di cui è composta la città segnata dal marchio UNESCO; materiali di estrazione locale, antichissimi, precedenti alla presenza di vita umana sul territorio, distintivi dell’attuale livello estetico e materico di molti palazzi e moltissime chiese della città, motivo per cui si sono avviate attività estrattive che hanno tracciato l’andamento del sottosuolo di Napoli sotterranea. Il materiale è meglio conosciuto col nome di tufo giallo napoletano, ed il piperno. Le cave oggi al Rione delle Fontanelle, nella zona di San Severo alla Sanità, a San Gennaro ed al Chiatamone. Ed infine, nelle moderne applicazioni del restauro, si adottano ancora oggi le tecniche di utilizzo di questi, materiali importati dai loro rispettivi periodi di corrispondenza.

Nuove zone ammesse al centro storico UNESCO della città di Napoli.

Lo Stato italiano, all’atto della verifica del perimetro da sottoporre allo studio indicato, prima del 2014, chiese di includere parti della città tuttavia rimaste escluse dal Centro Storico UNESCO, i cosiddetti "vuoti del sito"

  • Questi sono: la Reggia ed il parco di Capodimonte, Castel Sant’Elmo e la Certosa a San Martino, la Villa Floridiana ed il suo parco, villa Rosebery ed il suo parco, la Villa Comunale e l’Orto Botanico a via Foria. Gli elementi anzidetti sono stati considerati orografia di continuità, tradizionalmente accurata, con un ruolo urbano oggi del tutto rilevante poiché, questi, in definitiva sono altrettanta espressione dei luoghi detti del Potere. La proposta è stata poi di fatto riconosciuta con conseguente aggiornamento della Dichiarazione di Eccezionale Valore Mondiale per il Sito del Centro Storico di Napoli, in occasione della 38ma sessione che si è tenuta a Doha (Qatar). Il piano di gestione del centro storico UNESCO, ICOMOS-Italia, approvato dal Comune di Napoli nel 2004 ha assegnato, a parere del WHC, alle aree escluse dal perimetro del sito WHS, la coincidenza degli stessi valori ravvisati per l’SdG (sistema di Gestione). L’allargamento della zona detta A, attorno al Centro Storico UNESCO, dalle prescrizioni medesime, risulta non costituente una corona continua attorno al nucleo più antico della città e per questo indicata sulla carta come la core zone, protetta ad est dalle aree verdi definite Parco Regionale delle Colline di Napoli, e ad ovest dalla distesa del golfo, stringendo tra il mare ed i monti le aree vincolate dalla formazione del piano regolatore del 2004 ed indicate sulla carta come zone Bb. Le norme di attuazione della tutela delle aree di allargamento valgono espressamente anche per le aree archeologiche individuate al suo interno e classificate zone Ab, mentre le aree verdi localizzate nell’area di interesse d’allargamento sono segnalate con la sigla zone E. Fatte queste premesse, il centro storico di Napoli, definito Centro Storico UNESCO, è riconosciuto come realtà evidente di rapporti inseparabili tra ambiente, paesaggio e dimensione urbana. Sono elementi connotativi del paesaggio storico e consolidato; si individuano solo attraverso la lettura incrociata delle aree e delle emergenze architettoniche a loro volta individuati come beni culturali minori. L’immagine del centro storico UNESCO percepita come unica, è la peculiarità dell’area in esame, caratteristica unica e fruibile, complessiva e soprattutto vantaggiosa per gli arrivi via mare, dalla quale prospettiva, è riconoscibile la straordinaria valenza paesistica. Infatti, la particolare conformazione delle colline a nord, ha protetto il centro storico descritto sulle carte come la core zone , dal disturbo visivo delle architetture dell’entroterra impertinenti, incongrui, contro, invece, il cuore della città partenopea punteggiata da architetture imponenti con scale di grandezza l’una opposta all’altra.


Spazio note

 (1) "Restauro e riqualificazione del centro storico di Napoli, Patrimonio dell’UNESCO, tra conservazione e progetto" a cura di Aldo Aveta e Bianca Gioia Marino, Edizioni scientifiche italiane. Stampato a Napoli nel 2012 ISBN 978-88-495-2568-7. Sono gli atti del ciclo di seminari tenuti presso la "Scuola di Specializzazione in Beni architettonici e del Paesaggio" dell’Università di Napoli Federico II, 16 febbraio 2011- 5 maggio del 2012 Copia alla BNN distribuzione 2013 B 455
 (2) SiTI-Istituto Superiore sui Sistemi territoriali per l’Innovazione Coordinamento scientifico: Giulio Mondini; Autori de “Le ragioni di un'universalita'” Mimmo Iodice, Aldo Masullo, Nicola Spinosa, Italo Ferraro, Silvio Perrella, Marino Niola, Gennaro Matino, Pasquale Scialò, Giulio Baffi, Eleonora Puntillo Legacoop Campania, Società Nazionale Scienze, Lettere e Arti, CNR Comitato Centro storico Diritti salute ambiente, Consorzio Atheneum, Società Restauro Costruzioni, Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio - Università Federico II

 (3) Col piano di gestione ICOMOS Italia 2012, il Comune di Napoli si impegna a mantenere integro il patrimonio che il centro storico di Napoli costituisce, e, pertanto, si impegna a proteggerlo, tutelarlo e consegnarlo integro alle future generazioni. Consapevoli del bagno di valori ch’esso costituisce, le Autorità che lo hanno approvato ed i napoletani che lo hanno accolto, sanno che qualora dovessero essere disattese le prescrizioni del piano di gestione, potrebbe esser possibile l’esclusione del Centro Storico di Napoli dalla lista del patrimonio mondiale da salvaguardare e proteggere.
 (4) Sulla base del secondo e quarto criterio stabilito dalla Convenzione degli accordi di Parigi del 1972, Napoli merita il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità per esser stata fin dall’antichità il polo culturale più importante della Magna Grecia, condizione di dominio politico che la città ha mantenuto anche nel Medioevo, ed ancora nel XVI e XVII secolo, periodo culmine delle arti e dell’architettura, in cui Napoli ha esercitato influenza europea in questo settore. Al valore di Patrimonio dell’Umanità, è auspicata la buffer zone area che esula il perimetro UNESCO, all’interno della quale. È possibile che possa esser considerata la zona degli accessi alla città dal lato delle sezioni Porto e Pizzolacone, nell’ambito di recupero d’area del golfo di Napoli, considerato un monumentale complesso urbanistico, che illustra in maniera ragguardevole momenti significativi della lunga storia d’Italia, ed in esso è inscritto la massima espressione dell’architettura marittima. Estratto dal documento in analisi: Criterio II (1994)"aver esercitato un'influenza considerevole in un dato periodo o in un'area culturale determinata, sullo sviluppo dell'architettura, delle arti monumentali, della pianificazione urbana o della creazione di paesaggi". Criterio IV (1994)"...offrire esempio eminente di un tipo di costruzione o di complesso architettonico o di paesaggio che illustri un periodo significativo della storia umana".
 (5) LEGGE 6 aprile 1977, n. 184 Ratifica ed esecuzione della convenzione sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale, firmata a Parigi il 23 novembre 1972. (GU n.129 del 13-5-1977 - Suppl. Ordinario ) Continua a leggere su Normattiva.
 (5bis) Per il progetto di recupero del Centro Storico di Napoli sono stati stanziati diversi milioni di euro così soddisfatti: Murazione aragonese in località Porta Capuana: 1.500.000 euro; Castel Capuano: 5.000.000 euro; Complesso di Santa Maria della Pace: 7.000.000 euro; Insula del Duomo: 4.000.000 euro Complesso di Santa Maria della Colonna 1.500.000 euro; Complesso dei Gerolomini: 7.700.000 euro; Complesso di San Lorenzo Maggiore: 3.000.000 euro; Complesso di San Paolo Maggiore: 4.000.000 euro; Complesso di San Gregorio Armeno ed ex Asilo Filangieri: 1.100.000 euro; Complesso dei Santi Severino e Sossio: 5.200.000 euro; Complesso di Santa Maria Maggiore - Cappella Pontano: 1.300.000 euro; Chiesa di Santa Pietro a Majella: 3.000.000 euro; Chiesa del Monte dei Poveri: 3.000.000 euro; Chiesa di San Pietro Martire: 2.000.000 euro; Chiesa di Santa Croce al Mercato: 500.000 euro; Cappella di San Tommaso a Capuana, Chiesa di Santa Maria del Rifugio (San Anna), Cappella di San Gennaro a Sedil Capuano, Chiesa di Sant'Andrea a Sedil Capuano, Chiesa di Santa Maria alla Sanità: 500.000 euro; Complessi Ospedalieri dell'Annunziata e dell'Ascalesi: 1.000.000 euro, Complesso dell'Ospedale degli Incurabili: 4.000.000 euro; Chiesa di Santissima Cosma e Damiano: 900.000 euro; Complesso di Santa Maria La Nova: 1.100.000 euro; Cappella Pignatelli: 700.000 euro; Tempio della Scorziata: 2.500.000 euro; Insula del Duomo (area archeologica): 1.500.000 euro, Complesso di San Lorenzo Maggiore (area archeologica): 1.000.000 euro Teatro antico di Neapolis (area archeologica): 6.000.000 euro Riqualificazione degli spazi urbani: 30.000.000 euro Valorizzazione del sistema urbano: 1.000.000 euro. Copia del Mattino di Napoli del 4 febbraio 2014 leggi qui.
 (5ter) Istituzione dell'Osservatorio Permanente del Centro Storico di Napoli Sito Unesco (allega delib. di iniziativa consiliare pt.ot. 503 del 22/05/201 2 -1- n. 5 emend. L'anno duemilatredici, il giorno 10 del mese di luglio, nella casa Comunale, precisamente nella sala delle sue adunanze in Via Verdi n.35 ••• V° piano, si è riunito il Consiglio Comunale in grado di PRIMA convocazione ed in seduta PUBBLICA. L’osservatorio permanente del centro storico UNESCO di Napoli in particolar modo definisce la policy di gestione delle competenze in tema di territorio da parte dell’Ente comunale sia da parte del potere centrale dello Stato. Continua a leggere su Osservatorio permanente per il Centro Storico di Napoli - Sito UNESCO sito ufficiale del Comune di Napoli.
 (6) I primi, infatti, definiscono esattamente la sostanza dell’eccezionalità e dell’universalità dei suoi valori, mentre gli elementi complementari sono quella somma di valori che, seppur ancora inclusi all’interno del perimetro del Centro Storico, non sono stati considerati dal dossier dell’World Heritage List, anche se sono comunque significativi del sistema patrimoniale materiale ed immateriale del Centro Storico di Napoli. Dunque per definizione sostanziale si chiarisce la linea di confine del Centro Storico di Napoli circoscritto dai suoi stessi valori di stratificazione; della città greca sopravvive molto poco; sopravvivono solo i blocchi rettangolari posti perpendicolari tra loro oggi individuabili attraverso l’incrocio dell’unico cardine ancora visibile e dei due decumani maggiormente trafficati, via Duomo, tangente via del Tribunali e gran parte di Spaccanapoli. La chiesa del Gesù Nuovo sta dritta su quello che un tempo prima fu l’andamento del confine della città romana, abbandonata all’avvento degli Angioini, che per sola questione di sorta, edificarono la struttura di Santa Chiara che meglio li rappresenta. La chiesa di San Gennaro extramoenia, meglio nota come la chiesa di San Gennaro dei Poveri è l’unico elemento rimasto a testimoniare l’abbandono della città imperiale.
 (7) Il paesaggio urbano di Napoli deriva dall’integrazione dei significati inscritti nelle emergenze architettoniche, capolavori di fondazione monastica locale, fusa perfettamente con quella europea, antica, medievale e moderna, medesimamente installate su preesistenze pagane che non furono mai cancellate (Justification by the state party), e questo tipo di autenticità complessiva è stata mantenuta intatta fino ad oggi.
 (8) Decision - 19COM VIII.C.1 - Inscription: The Historic Centre of Naples (Italy) WHC-95/CONF.203/16 31 January 1996 Original: English/French UNITED NATIONS EDUCATIONAL, SCIENTIFIC AND CULTURAL ORGANIZATION CONVENTION CONCERNING THE PROTECTION OF THE WORLD CULTURAL AND NATURAL HERITAGE WORLD HERITAGE COMMITTEE Nineteenth session Berlin, Germany 4-9 December 1995. The Committee decided to inscribe the property on the basis of criteria (ii) and (iv), considering that the site is of exceptional value. It is one of the most ancient cities in Europe, whose contemporary urban fabric preserves the elements of its long and eventful history. Its setting on the Bay of Naples gives it an outstanding universal value which has had a profound influence in many parts of Europe and beyond. Il Comitato ha deciso di iscrivere la proprietà sulla base dei criteri (ii) e (iv), considerando che il sito è di eccezionale valore. Si tratta di una delle più antiche città d'Europa, il cui tessuto urbano contemporaneo conserva gli elementi della sua storia lunga e movimentata. La sua posizione sul Golfo di Napoli gli conferisce un valore universale eccezionale che ha avuto una profonda influenza in molte parti d'Europa e oltre.
 (9) Con decreto legge 77/2006 varato in Italia nel 2007 e a cui si è fatto ricorso anche per il tessuto urbano antico del capoluogo campano . Linee guida per la rendicontazione tecnica ed amministrativa finanziati a valere sulla legge 77/2006; leggi tutto i
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