Quartiere napoletano della cavallerizza

E' uno dei quartieri della zona occidentale di Napoli1 1bis, di cui una parte inserita all'interno del Piano di Gestione ICOMOS/Italia, per il Centro Storico Unesco, un tempo detto anche: il quartiere di Santa Maria della Vittoria1ter.
Le sue caratteristiche essenziali sono rappresentate dallo stile Liberty, centralizzato presso il borgo San Pasquale con la presenza fisica sul posto della Palazzina Rocco ed il palazzo Acquaviva dei Coppola.


Ed ancora: la palazzina Velardi in cima alle Rampe Brancaccio ed il negozio lotto Zero a via Filangieri1quater, oltre alla storica installazione della prima delle due stazioni funicolari della collina del Vomero.

E' esteso per tutto il perimetro lineare della Villa Comunale oltre che riparato ad est dalla cortina edilizia impostata sulla Riviera al di qua di via Caracciolo e dall'entroterra di Mergellina nella punta più ad ovest, che lo confina sotto la zona di Santa Lucia a Monte.
 

Le caratteristiche essenziali del quartiere di Chiaia e le direttrici di collegamento.

In direzione di Palazzo Reale, invece, il borgo è concluso ad est dall'agglomerato urbano di nuova fondazione del Poggio alle Mortelle ed i Quartieri Spagnoli nei limiti della zona di San Ferdinando ed il Rione Amedeo

  • Da un documento autografato Antonio Canevari, conservato all'Archivio di Stato presso il monastero dei Santi Severino e Sossio,  si evince di un progetto mai realizzato di edificare una nuova caserma grandiosa per il solo quartiere di Chiaia nello spazio oggi occupato dalla badia di Santa Maria a Cappella Vecchia sulle alture di Pizzofalcone nel tratto in cui il quartiere è costeggiato dal Chiatamone,  mentre invece nello stesso fascio è compreso il documento che attestava l'avvenuta soppressione della caserma militare il 30 giugno 1784 ricavata dall'antico monastero di Santa Caterina.  Il quartiere della Cavallerizza, così è anche detto il borgo a Chiaia, è segnato soprattutto dall'antico Vico Freddo, oggi Via Carlo Poerio e ancor più dentro nel cuore del quartiere stesso di Chiaia, la Via Alabardieri ed il Vico delle Belledonne a Chiaia che corrispondono alla Via Puteolana tracciata già in epoca romana. Con movimento sinusoidale, giungendo dalla calata di Porta Romana, Via Alabardieri lambisce la villa aragonese ed il trecentesco convento dell'Ascensione, realizzato tra il 1626 ed il 1645 su una parte demolita del convento dei Celestini di epoca angioina. E meglio ancora laddove gli scrittori di cose antiche la indicano come la moderna Via della Cavallerizza fatta costruire "appostamente" per collegare la città vecchia coi Campi Flegrei attraverso la grotta di Virgilio nell'omonimo parco a Mergellina; un tracciato viario rappresentativo al pari dei monumenti civili e religiosi della più significativa preesistenza storica irretita nella maglia urbana del quartiere organizzato in altra maniera durante tutto l'Ottocento.

Gli impianti del Seicento.

Secenteschi sono gli immobili a metà strada dell'Arco Mirelli del Monastero di San Benedetto e di San Giovanni e Santa Teresa.

  • Esiste anche un progetto di Gaetano Genovese per un ampliamento della Villa Comunale ed il riempimento delle spiagge limitrofe alla fascia di palazzi che avrebbero dovuto coprire le facciate degli immobili restaurati proprio in quegli anni, ad esempio il palazzo Pignatelli di Strongoli del 1820 di Antonio Niccolini, stesso autore del Teatro San Carlo nonché padre di Fausto Niccolini autore invece del Teatro Sannazaro; ed ancora il palazzo del duca di San Teodoro del 1826 di Guglielmo Bechi a cui si deve anche la splendida scala del palazzo Ruffo di Scaletta e la villa Acton di Pietro Valente oggi il Museo Pignatelli.

Le trasformazioni urbanistiche del quartiere relativamente al Settecento.

Il confine settentrionale del Borgo a Chiaia venne nel 1878 trasformato da importanti soluzioni urbanistiche.

  • Contestualizzate da edilizia tipicamente residenziale e Liberty tra la fine dell'800 e gli anni 10 del '900 prima dell'avvento della Seconda Guerra Mondiale laddove le esigenze della committenza non permisero altre trasformazioni più profonde specie nell'adesione al floreale come strumento di facciata e data primariamente dall'apertura di Via Vittoria Colonna che nel 1885 sarà prolungata mediante la via del Mille e la Via Filangieri. Quest'ultima, agganciando Via Chiaia, nell'omonimo borgo riuscirà ad inglobare i palazzi settecenteschi del Vasto e dei Carafa dei duchi di Roccella oggi gestiti dall'Amministrazione museale. Tutta l'area strettamente pertinente al cuore vero e proprio del borgo di Chiaia avverrà nel 1920 all'apertura di via Giuseppe Fiorelli e la costruzione di palazzine lungo tutta via Poerio, invadendo e distruggendo la vasta zona di giardini reali nelle cui viscere trovano posto le fondazioni dei palazzi moderni di quello che è il Parco Bivona.  Si ricorda infine per riprendere parte del lavoro svolto da Giancarlo Alisio, che il quartiere di Chaia è concluso lato mare dalla Riviera e dalla Villa Comunale, unico precedente storico della presenza e della valorizzazione data all'area da Carlo Vanvitelli, nel biennio 1778-1780, durante il quale, l'architetto ha risistemato tutta quanta la zona del Lungomare dando forma al Real Passeggio, cinto al suo ingresso da due padiglioni gemelli. Cinque viali paralleli alberati alla francese, allestiti dal giardiniere di corte Felice Abbate, percorrono in vastità tutta quanta la Riviera di Chiaia. La villa comunale per altro è elemento di per sé caratterizzante delle trasformazioni urbane che il borgo subisce nel tempo relativamente breve di circa un secolo da borgo suburbano, militarizzato a quartiere di borghesia e per giunta anche centrale nel nuovo assetto urbanistico dell'area conferitagli dall'azione del Risanamento classe 1875.

Il quartiere di Chiaia e le recensioni di Giancarlo Alisio.

  • Scrive Giancarlo Alisio per la casa editrice Casella, che: lo sviluppo edilizio, il superamento delle vecchie strutture ed attrezzature militari, l'incompatibilità del manufatto in un quartiere ormai fittamente abitato secondo regole stabilite nel secondo dopoguerra, il rumore molesto ed il cattivo odore proveniente dalle stalle in quegli anni ancora attive per l'equitazione, indussero l'amministrazione comunale a sollevare formale protesta contro il Governo spentasi con la demolizione della caserma ed il riordino di tutta "l'Insula della Cavallerizza." Su di essa venne aperta nel 1935 l'attuale Via Carducci e fatte costruire numerosissime palazzine in cui le soluzioni di architettura razionale sono edulcorate in triti schemi. Via Imbriani separa l'area della villa vicereale dal fabbricato settecentesco, che senza subire trasformazioni di sorta venne adattato a sede della Scuola media Fiorelli e del Liceo-Ginnasio Umberto I.


Spazio note

 (1) Liberamente estratto dalle voci di: *Napoli : schedatura edilizia del quartiere di Chiaia : Facolta di Architettura, Dipartimento di conservazione dei Beni Architettonici e Ambientali, stampa 1990 / Cherubino Gambardella. . Napoli. - 1 v. ; 30 cm. ((Senza paginazione. Contributi per il testo: *Chiaja : un quartiere storico napoletano tra miti e leggende / Vittorio Gleijeses. - Napoli : F.lli Fiorentino, 1989. - 255 p., [15] c. di tav. : ill. ; 24 cm. E da: Il *quartiere della Cavallerizza a Chiaia / Giancarlo Alisio. - [S. l.] : Casella, [1986?]. - [8] c. : ill. ; 32 cm.( (Ed. di 400 esempl. f. c). - Senza paginazione. Conosciuto anche come il Borgo della Cavallerizza, il quartiere napoletano che il Celano celebra come ...il borgo dei forastieri che hanno camminato il mondo, rimasto pressocchè inalterato anche quando la Riviera di Chiava venne tutta quanta pavimentata nel 1697 da Luis de la Cerda duca di Medinacoeli e le modifiche significative vennero registrate sostanzialmente solo sotto il regno di Carlo di Borbone con la costruzione del nuovo edifico della Cavallerizza avviata nel 1740 per mano dell'architetto del regno Giovanni Antonio Medrano all'indomani del vasto programma di destinazione militare di tutto quanto il quartiere di Chiaia.[Il Celano riferisce di una indispettita crescita urbana del quartiere di Chiaia ed un'irresistibile ascesa di quest'ultimo sull'onda emotiva di un miracolo successo sul colle di Santa Maria a Cappella Vecchia. L'apparizione della Vergine di cui tanto ne parla il canonico è esso stessa testimonianza sintomatica dell'inarrestabile ascesa del quartiere di Chiaia a dispetto delle prammatiche. in Delle notizie del bello, dell'antico, e del curioso della citta di Napoli, per gli signori forastieri, raccolte dal canonico Carlo Celano napoletano; divise in dieci giornate, .. - Quarta edizione in cui si e aggiunto tutto cio, che si edi nuovo fatto in Napoli ne' nostri tempi, e colla contezza delle regali ville alla citta adjacenti, con in fine, un ristretto della vita dell'autore. Giornata prima. [-decima.]. - Napoli : a spese di Salvatore Palermo, dal medesimo si vendono nel Corridoio del S.R.C., e nel vicolo nuovo a S. Biagio de' Librai rimpetto al palazzo del principe di Riccia, 1792. - 11 v. ; 8o. ((Cors. ; gr. ; rom. - Iniziali e fregi xil. Cfr: Il quartiere di Chiaia è sorto di fatto attorno alla costruzione nobiliare proprietà demaniale dalla metà del XVIII secolo dei Garcia de Toledo dei duchi di Ferrandina, nell'omonimo slargo, appartenuta al figlio di don Pedro de Toledo, il riformatore delle mura aragonesi e del tracciato interno alla città Medievale al limitare di via Chiaia, sulla scomparsa porta di Chaia nelle zone più prossime alla Riviera ed alle spiagge napoletane e dominato dall'alta mole del Palazzo Cellamare
 (1bis) Cfr: “Napoli e il centro storico. Il cuore della terza metropoli italiana al centro del Mediterraneo” Università degli studi di Napoli Federico II Facoltà di Architettura. Corso di laurea in Arredamento, Interno Architettonico e Design. Dipartimento di Progettazione Urbana e di Urbanistica Italia. Stampa 2009 / Emma Buondonno, Antonio Diana. Pag. 97 / BNN 2009 D 55
 (ter) Strappato alle leggi dell’architettura borbonica del Sette e dell’Ottocento, per essere poi rimpiazzato da elementi estratti dal mondo fantastico e libero da ogni regola sintattica applicata. Così interpretando in chiave iperbolica l’accentuazione della polisemia e dell’abbondanza delle decorazioni, si è stati capaci di continuare in questo quartiere l’esperienza dell’architettura del genere LibertyProfessor Emilio Re, in La Cartografia di Napoli. Le piante dei dodici quartieri di Luigi Marchese, estratto dal Bollettino del Comune di Napoli, numero 56, Maggio Giugno 1930-VIII Napoli Tipografia Giannini BNN FONFO PONTIERI Miscellanea C 24/9 a pagina 6
 (1quater) Alessandro Castagnaro, Architettura del Novecento a Napoli, Prefazione di Renato De Fusco, Edizioni Scentifiche Italiane. BNN SEZ NAP VII A 1623 pag 37