Edificio al Ponte dei Granili di Napoli

È un edificio classe intensivo urbano, una massa edile di cortina stradale tutta facciata e fronte, realizzato dall’architetto Cozzolino, nel biennio 1952-1954, opera del piano INA-Casa su di un’area immediatamente a ridosso del Ponte dei Francesi, nella zona orientale di Napoli1.
Si tratta di un solo corpo di fabbrica, occupante 1900 mq d’area, alto nove piani, quattro scale per l’accesso, otto alloggi per ogni piano, tre e quattro stanze per un totale complessivo di 72 alloggi e 432 stanze.

Assieme all’episodio specialistico dei rioni Stella Polare e Gianbattista Vico, l’edificio del Ponte dei Granili rappresenta l’epilogo dell’urbanistica del dopoguerra e la felice conclusione di una zona un tempo famosa per aver ospitato il Castrum Erasmi, oggi il Borgo Loreto

Oltre ad aver dato luogo alle infrastrutture dei Granili rase al suolo durante i bombardamenti alleati del 4 agosto 1943, ed infine, il quasi del tutto scomparso Ponte della Maddalena.

È letto sul documento, che l’edificio è quasi una dimensione collettiva del movimento operaio.  
  • Un movimento che prende residenza su questa zona, in special modo per i lavoratori della Mec-Fond, incluso, quindi in un programma di investimenti straordinari del piano INA-Casa per Napoli che in questo caso si limita alla sola portata della fabbrica, mentre invece, sullo stesso piano di intervento ricadranno le stesse tipologie abitative dell’Olivetti al Monte di Procida e le case popolari del Rione Amicizia, laddove, i fondi furono sufficienti per esitare invece un prodotto più di qualità. La facciata dell’edificio è caratterizzata per esser stata progettata e poi realizzata con metodo tradizionale per la sua prima porzione in alto, lunghe balconate contro il trattamento del ”tipo costruttivi stico” per la restante porzione in basso. La tipologia della facciata è ad ogni modo a linea unica , alloggi con affaccio ed ingresso dal terrazzo ballatoio individuale tutto quanto vetrato, per i tre piani superiori leggermente aggettanti, sul tipo di quelli progettati da Luigi Cosenza per le case popolari a via Consalvo a Fuorigrotta, mentre per i restanti piani inferiori, son stati progettati per esser chiusi con finestre a nastro, intervallate da logge aperte. Il terrazzo dell’edificio fu progettato per esser utilizzato come stenditoio comune, con pensiline che sporgono dai volumi delle casse scale.


Spazio note

(1)) Liberamente estratto da: Sergio Stenti, Napoli Moderna. Città e case popolari. 1968-1980. Introduzone di Alberto Ferlenga. Napoli 1993 edizioni Clean BNN 2008 A 855, pagg 66-69 Altri contributi: 80 anni di edilizia a Napoli. Vedasi anche: Il finanziamento dell'edilizia economica e popolare. Pagg 139-140 Leggi il PDF