Villa Dora a Posillipo

È la Villa Dora a Napoli1, sita esattamente al numero 10 di via della Salita del Casale all’incrocio con via Boccaccio sulla collina di Posillipo

E più precisamente in una zona scarsamente abitata, e fortificata dalla presenza di altre ville coeve, tutte armonicamente inserite in un contesto divenuto con gli anni sempre più eclettico e da sempre dominato dall’imponente villa Pappone, opera paradigmatica del Floreale napoletano.

Sorge, circoscritta da un giardino che al tempo della sua edificazione dovette rispettare lo stile belle époque, ed, elevandosi, ancor oggi, su un alto basamento che le fa da sostegno, all’epoca dovette la villa mostrarsi secondo il codice Liberty, trattata tutta in pietrame faccia a vista.

La sua pianta è rettangolare ed allungata; si sviluppa su due livelli con un solo ampio terrazzo che affaccia su un’angolazione suggestiva del litorale parte integrante della macchia mediterranea.

  • Il variegato mondo del Liberty ha fatto presa da un punto di vista sociologico in una città come Napoli all’epoca ambita dalla gran parte delle nobiltà meridionali, i Calabresi di Paola, Capaccio, Cosenza e Castrovillari furono assidui frequentatori delle ville con questo stile architettonico, mentre i ricchi del nord Italia preferirono le isole del Golfo. Dopotutto, Napoli, si presentava non più non meno come tutte le grandi città europee, consistente in ambienti di forte contrasto: le ricchezza dei colli di Posillipo e d il Vomero contro i poverissimi borghi a valle, i Vergini, il Rione Sanità, Forcella. Tra le due estremità, agiva di senso come legame, un popolo di professionisti ed intellettuali. Due strati della stessa civiltà che a Napoli alimentavano in quegli anni l’illusione di poter ancor mantenere viva ed attiva la competizione con Parigi e Vienna. La villa mantiene tutt’oggi il suo aspetto cottage alpino, determinato anzitutto dal tetto a falde fortemente inclinati e dagli elementi lignei anche in facciata; su tre lati della medesima facciata della villa mancano i balconi, in cambio, alle finestre furono aggiunte a progetto parti di legno goticheggianti.


Spazio note

(1) Liberamente estratto da: Alessandro Castagnaro, Architettura del Novecento a Napoli, Prefazione di Renato De Fusco, Edizioni Scentifiche Italiane. BNN SEZ NAP VII A 1623 pag 19