Cappella del Rosario alla Sanità Napoli

E’ la Cappella del Rosario, trova in fondo al braccio destro del transetto, interno chiesa del Monacone alla Sanità di Napoli1.

E’ chiusa da una balaustra in marmo bianco tinto di intarsi di altri marmi colorati, con lavoro sull’intaglio molto raffinato, ricercato, quasi sicuramente produzione di maestranze locali.
Le è stata forgiata forma di voluta coricata, che si snoda per tutta la sua lunghezza, contro un altare al suo interno di scarso valore artistico.

E' da considerarsi la più bella delle cappelle di questa chiesa. Il valore rimarchevole sta tutto nella tela della Madonna del Rosario, opera di Giambernardo Azzolino del XVIII secolo, inquadrata all’interno di quindici quadretti rispettivi dei Misteri del Rosario, racchiusa in una colossale cona dorata.
E’ adorna di due grosse colonne con capitelli compositi, e fregi e figure ne popolano un terzo del volume.
Per il resto solo scanalature che sorreggono un bellissimo Eterno Padre, che indossa un caffettano viola, un manto rosso come fosse soprabito. Anziano, con la barba, l’Eterno è affiancato da angeli che. tuttavia, non inspirano un gran che.


La cappella, il quadro del Rosario e le attribuzione del Raffaello.

Nel dipinto la Madonna è al centro coronata di un doppio serto, di cui uno è di stelle.

  • Sulle ginocchia, nudo siede il Bimbo. Ai suoi piedi i santi Domenicani Domenico da Guzman e Santa Caterina da Siena ricevono le corone del Rosario. Nell’ordine della disposizione del quadro, San Domenico riceve il Rosario dalla Madonna e Santa Caterina lo riceve dal Bambin Gesù. Da notare la disposizione dei personaggi in rapporto antitetico teologico in linea con la Riforma del Concilio di Trento, Madre-Figlio, Padre-Figlia, Maschio-Donna, Donna-Maschio. Nel gruppo dei personaggi con a capo San Domenico si distingue la persona di San Pio V, inginocchiato, con sul capo un camauro, piviale sulle spalle e triregno poggiato a terra. Più in dietro, San Tommaso d’Aquino in piedi regge tra le mani il ciborio del Santissimo. Altre figure di altri personaggi completano il gruppo. In alto, coppie d’angeli con corone di rose e strumenti musicali determinano il codice di chiusura del dipinto. Al di sotto del quadro, nella predella, sono ritratti i personaggi che meglio si distinsero per il cosiddetto rilancio della pia pratica del Salterio alla Vergine, come si chiamava anticamente il Santo Rosario, già avviata a sentenza di riforma europea dal pontefice Sisto IV e da Alano della Rupe nel primo e secondo Quattrocento. Con questo dipinto l’Azzolino conferma la formazione ricevuta presso qualche bottega di scuola raffaellesca, contrariamente all’affermazione di stili di scuole comunque differenti nella Napoli della fine del XVI e gli inizi del XVII secolo. Forzature di questo genere se ne ricordano anche nelle sofferte attribuzioni al Cavallini di alcune opere esposte nella cappella Brancaccio, chiesa domenicana di Spaccanapoli. In ambito chiesastico e di grande interesse storico artistico a Napoli esiste un’altra cappella omonima a San Lorenzo Maggiore ed un’altra ancora presso la chiesa di Donnaregina Nuova all’Anrticaglia.


Spazio note

(1) Contributi: *Santa Maria della Sanità di Napoli : storia, documenti, iscrizioni / Gioacchino Francesco D’Andrea. – Napoli : Convento S. Chiara, 1984. – 178 p., [10] c. di tav. : ill. ; 24 cm. ((In parte già pubbl. [[I Codice SBN CFI0053756 BNN SEZ NA.VII B 354. Anche: *Fra Nuvolo e Fra Azaria : nuovi dati biografici sui due artisti napoletani del cinque-seicento / Michele Miele. - [S.l. : s.n., 1987?]. – P. 153-205, 1 c. di tav. : ill. ; 23 cm. ((Estr. da: Archivium Fratum Praedicatorum n.56 (1986). Codice SBN NAP0357710 BNN VI B 3/33