Chiesa Santa Maria della Neve a Ponticelli

È una chiesa santuario, eretta basilica minore di Ponticelli di Napoli1 il 27 luglio del 19882, sacra al culto e alla venerazione della statua della Madonna della Neve.

La chiesa sta ubicata nel centro dell’abitato del quartiere tra via di San Pietro e piazza Vincenzo Aprea, sui confini fisici e politici del vecchio nucleo storico del quartiere quand’era solo il regio casale di Ponticelli e la nuova zona residenziale.
Complessivamente l'intonaco delle facciate murarie la presentano attintata di giallo.

Si presenta imponente sul largo della piazza antistante, con facciata modificata nel corso del XIX secolo dall’ingegner Filippo Botta4, operante su tutto il territorio di Ponticelli.

principalmente l'opera della torre campanaria spicca per lo staglio suggestivo offerto dallo sfondo del vico della Casa Riccardi ad un certo punto rinominato Corso Ferrovia, in uno scorcio paesaggistico unico nello scenario urbanistico di tutta quanta la zona orientale della città.


L'esterno della chiesa di Santa Maria della Neve a Ponticelli.

Il campanile è a base quadrangolare, bugnata, sopraelevato da altra porzione ottagonale, con finta muratura di mattoni ed altre bugne limitatamente ai soli spigoli, terminante con cuspide altrettanto ottagonale, ricoperta di embrici gialli e verdi.

  • Già alla fine del XVI secolo, un orologio alloggiato nell’ordine superiore assieme a due campane battevano le ore intonate dai rintocchi, motivo per cui, forse per le tremende sollecitazioni, causò il crollo dell’ordine superiore del campanile nel 1860, ed infine ricostruito nel 1872, da allora non ha più subito ulteriori modifiche strutturali4. La facciata della chiesa, a struttura muraria intonacata, con elementi decorativi ed architettonici essenzialmente estratti dal mondo del Neoclassico, ha tre porte, una per ogni navata, con stipiti in piperno. Le tre porte sono affiancate, ognuna da due colonne massicce che affondano nella pietra vesuviana. Il portone d’ingresso centrale è sormontato da un rosone modesto al di sopra di una cimasa che fa da corona al portale, mentre le due porte laterali superiormente sono disegnate da finestre circolari e tutte e tre le porte son rivestite di lamiera. Quella centrale presenta parti metalliche aggiunte.

L'interno della chiesa ed il sistema delle cappelle.

La chiesa al suo interno, con dieci finestroni arcuati, cinque per ogni lato, è a tre navate, separate tra loro da pilastri, che a loro volta, la separano dalle navate laterali coperte entrambe da cupolette leggermente ellittiche in struttura muraria estradossate, segno visibile dell’architettura campana a sesto ribassato.

  • I pilastri al centro della navata determinano cinque diversi passaggi, di cui solo il primo è architravato, e risulta, quest’ultimo, anche più piccolo e stretto rispetto a tutti gli altri che sono sormontati da archi. La navata centrale è lunga oltre 22 metri e larga oltre 9. Sui pilastri in muratura lesene e capitelli compositi flettono la strutturazione verticale dalla base modanata in marmo bianco, e superiormente, una trabeazione li collega tutti quanti alla volta a botte decorata a riquadri e rosoni in stucco. L’organo, a sistema pneumatico tubolare con mantici ad aria alternati, sta sulla cantoria con piano di calpestio in legno e parapetto con mostre lignee finto Settecento, sotto il bellissimo dipinto della Battaglia di Lepanto. Fu opera dell’architetto Botta, dello scultore Pasquale Carbone e dell’intagliatore Gabriele Matania, in omaggio alle deferenze del sacerdote don Giovanni Piantadosi, che, per tanto, lo inaugurò il 31 luglio del 19325. Nell’area dell’arco trionfale, il pittore Luigi Tammaro vi ha dipinto la "Scena della ”Neve all’Esquilino col papa Liberio che benedice l’erigenda chiesa di Santa Maria Maggiore in Roma” e nei pennacchi i Quattro Evangelisti del medesimo artista furono sostituiti dai Quattro Evangelisti di Luigi Fanciosa, tutti restaurati l’ultima volta da Carmine Adamo nel 1969. Il presbiterio è coperto da una cupola larga quasi sei metri, con due finestre ovali per illuminarne la zona sottostante, mentre altre due finestre, anche se ugualmente ovali, sono però finte. Anche l’altare maggiore è opera sostituita da quella precedente durante il governo parrocchiale di don Agostino Cozzolino; a memoria dell’altare andato perduto solo una lapide, che lo ricorda benedetto dalle mani del reverendissimo arcivescovo di Napoli, monsignor Pignatelli, nel 1733. Tra l’altare e la cupola di erge il magnifico trono che ospita la Statua della Madonna della Neve, realizzato dal Botta nel 1870 tutto in stucco liscio, finto marmo, adorno di sei colonnine con capitelli, fregio e frontone con decorazioni varie. La direzione artistica dei lavori di sostituzione della vecchia edicola del Settecento in luogo dell’anzidetta opera fu del professor Adamo e largo contributo anche da parte dell’ingegner Roberrto Canitano, ausiliato dal capomastro Fantaguzzi, e Giovanni Guerretta. Il sistema delle cappelle alle due navate laterali rispettano l’andamento in asse coi fornici della navata principale; esse sono: la cappella dedicata a San Vincenzo Ferreri, prima a destra dell’ingresso alla chiesa, segue, l’arciconfraternita della Natività della Vergine, ”Vulgo Sant’Anna”, la cappella dell’Immacolata, l’Arciconfraternita del SS Rosario, il Cappellone di San Gennaro, il cappellone del Crocifisso, la cappella di Santa Lucia Vergine e Martire, la cappella di Sant’Antonio da Padova, la cappella di Santa Teresa d’Avila, la cappella la cappella di San Raffaele ed infine la cappella di Sant’Antonio Abate.


Spazio note

(1) Liberamente estratto da: *Santuario-Basilica S. Maria della Neve Ponticelli Napoli / Nicola Franciosa. - [S. l. : s. n.], 1994 (Napoli : Tipografia Russo). - 110 p. : ill. ; 21 cm. ((In calce: Parrocchia S. Maria della Neve, Ponticelli Napoli. BNN sez. nap. miscellanea B VI 10/14
(2) Luigi Verolino Le Strade di Ponticelli Associazione il Quartiere di Ponticelli, 1999 BNN SEZ. NAP. VII B 1654, pag. 24
(3) Da Bove A, in A. Alagi, San Giorgio a Cremano vicende-luoghi… Parrocchia S. Santa Maria del Principio- San Giorgio a Cremano Napoli, (Na), 1984, pagina 400
(4) Vedasi anche Cesare De Seta, I Casali di Napoli, Bari 1985, p. 254. La scheda su Ponticelli è stata curata da Stella Casiello. Antonio Bove, Architettura e urbanistica a Ponticelli nella seconda metà dell’Ottocento, Comune di Napoli Consiglio circoscrizionale di Ponticelli. Promosso da Eduardo Paracuollo ed Ubaldo Grimaldi Presidente del consiglio Circoscrizionale di Ponticelli. Contributo del Banco San Paolo di Torino. Stampato a Ponticelli nel 1989. Presentazione di Amalia Signorelli BNN distribuzione Miscellanea B b 1507/19
(5) Comune del Consiglio circoscrizionale di Ponticelli, 1989 Tecnici ed amministratori per un campanile. Si legge sul testo che il campanile dal 1994 ospita tre campane. Nella cella al suo centro la campana del 1789, misurante 102 cm di bocca, e, compreso il ceppo, è alta 97 cm. Impressa sulla sagoma ha la facciata della chiesa, l’effige sacra della Madonna della Neve e lo stemma del Cardinal Alfonso Castaldo. Ed infine inciso nella materia vi sono le scritte: PATRONAE NOVA TINULA VIRGO TUTELAE TESTES AERA NOVAE TIBI OFFICIQUE DAMUS A. D. 1789= B. NAPOLIUTANO SUA DEVOTIONE REFECIT A. D. 1959= EXORNAVIT C. ADAMO PICTOR= CARMELUS CAPEZZUTO SUIQUE F.LLI FECERUNT=: MADRINA: SIMOBNETTI CARMELA IN DE ANGELIS. Nel finestrone che guarda sulla piazza vi è la campana del 1930 dono prezioso dell’allora parroco Giovanni Piantadosi. È più piccola, ed oltre all’immagine della Vergine della Neve, porta inciso anche i volti di San Rocco e San Vincenzo. Più sopra, la campana più piccola, detta anche la Campanella, opera del Comune di Ponticelli, e del sindaco Francesco Saverio Benigno del 1878, suona, il suo rintocco argentino, solo in occasioni di grandi festività.