Cappelle radiali a San Lorenzo Napoli

Si tratta delle nove cappelle radiali che occupano lo spazio al di là del coro della chiesa di San Lorenzo Maggiore ai Tribunali, la più antica chiesa dei Frati Minori Conventuali a Napoli1.

Le cappelle radiali si dipartono in senso antiorario dal monumento funebre di Caterina d’Austria, una delle primissime opere napoletane del repertorio di Tino da Camaino, e al lato opposto terminano con l’ingombro del monumento sacro al duca Carlo di Durazzo.



Il sistema radiale delle cappelle.


La prima cappella è dedicata a Santa Maria Maddalena,

  • dove si trova il secentesco ingresso alla sacrestia della chiesa. Sulla parete destra un coperchio di tomba con, senza una spiegazione verosimile, l’immagine di papa Leone II. Sotto un arco a tutto sesto vi è il monumento funebre di michelangiolesca bellezza del conte, giureconsulto napoletano Borrello Aniello Arcamone, ritratto, sotto l’Eterno Padre, con statua che fissa questo personaggio nell’immobilità della morte, eseguito nel 1510 in marmo bianco di Carrara dallo scultore Antonino De Marco. Sulla parete che sovrasta il monumento funebre dell’Arcamone, c’è l’affresco di Gesù in casa di Simone il fariseo con la Maddalena prostrata ai piedi di Gesù e sotto quest’affresco ve ne è un altro, la Resurrezione di Lazzaro tra lo stupore dei presenti, la gratitudine di Maria sua sorella ed il dispetto dei nemici di Gesù per il nuovo prodigio compiuto. Parte di questo affresco è coperto dal grosso stemma di casa Aracamone. Mentre sulla parete di fronte vi è un altro affresco con la Maddalena che fa penitenza in una grotta, mentre le appare un angelo.


La seconda cappella è dedicata a Santa Maria della Purità,

  • dove c’è la lastra pavimentale dedicata al giureconsulto napoletano Giulio Cesare Giannattasio morto nel 1622. Un tempo in questa stessa cappella vi erano state messe in mostra e poi rimosse le bella statua trecentesca di Madonna con Bambino in braccio ed il Globo nella mano destra ed un’altra di Donna in preghiera con dossale ricco di fregi datata 1400.

La terza cappella è dedicata alla Trasfigurazione del Signore,

  •  è la più animata di tutte: è dedicata alla Trasfigurazione del Signore per esserci stato qui esposto un quadro sulla Trasfigurazione di Gesù di Francesco Santafede figlio di Fabrizio Santafede e dove con tutta probabilità gli studiosi invece ne attribuiscono la paternità a Giambattista Lama del XVII secolo figlio spirituale e discepolo di Luca Giordano e con ottimo disegno a terra è raffigurato un frate francescano, il beato Donato delle Marche morto proprio in questa chiesa all’inizio del 1300. Qui si trovano anche le ossa di Giovan Battista Villani ivi sepolto nel 1557 impartendo che fosse scritto sulla lapide come effettivamente si legge, che solo in morte ha ritrovato quella pace perduta in vita.

La quarta cappella è dedicata a San Giuliano,

  • Fu restaurata nel primo ventennio del ‘500 da Vincenzo Barrile in memoria del magistrato e potente guerriero Giovanni Barrile amico del Petrarca che pur senza una fonte attendibile che possa accertarlo pare ne sia stato il primo patrono. Di notevole interesse in questa cappella lo stemma figurativo della famiglia e c’è per terra nell’area del deambulatorio una lastra tombale recante in bassorilievo le immagini di un guerriero e di un bambino. Si tratta di Guglielmo di Brussaco ed il figlioletto Bertrando tutti e due ivi sepolti nel XIV secolo come lo ricorda la scritta ai margini della lapide stessa; a proposito della figura del bambino: essa si presenta con le mani giunte ed una certa posa di pia preghiera fece supporre per certo tempo che fosse lo spirito trapassato del guerriero che gli sta di spalle e che stesse implorando la misericordia di Dio per i troppi peccati commessi in vita.

La quinta cappella è dedicata a Santa Maria della Pietà,

  • appoggiata alla parete sinistra c’è il sarcofago del poeta napoletano Nicola Antonio Origlia e famiglia edificato nel 1484; sulla lastra frontale del monumento funebre si vedono tre medaglioni: Madonna con Bambino al centro, San Giovanni l’Evangelista a destra e San Francesco d’Assisi a sinistra. Tra i tondi ci sono degli angeli e sotto di loro lo stemma della famiglia Origlia. Sulla stessa parete anche la tomba di Paolo Puderico e della moglie Brachetta Cicinelli, costruita dal figlio Paolo nel 1480. Giovane in preghiera invece è il tema del graffito visto sulla parete opposta; all’altezza della testa di questa figura dev’esser stato abraso il disegno di uno stemma. Inoltre in questa cappella si notano frammenti di affresco nella nicchietta trilobata ed in alto alla maniera forse meno ingenua sull’argomento trattato nel trittico del Rosario alla chiesa di Santa Maria della Mercede a Montecalavario, l’affresco su Francesco d’Assisi che riceve le stimmate.

La sesta cappella è dedicata prima a Santa Maria degli Angeli e poi ai Santi Pietro e Paolo,

  • è l’unica di tutte le altre cappelle e generalmente tra gli ambienti della stessa chiesa ad aver meglio conservato il patrimonio sugli affreschi. A sinistra di chi guarda stando all’ingresso della Cappella si osserva cominciando da sopra i Santi Gioacchino e Anna genitori di Maria, la Madre di Gesù, l’Annuncio dell’arcangelo Gabriele alla Santissima Vergine Maria Madre di Dio e l’Adorazione dei Magi. Sulla parete opposta sempre a cominciare da sopra abbiamo a guardare la Nascita di Maria Santissima, lo Sposalizio della Vergine con San Giuseppe suo castissimo sposo e la Nascita di Gesù. Nella volta ci sono dieci medaglioni con dieci santi ed un medaglione con un simbolo; in basso alla sinistra di questa sesta cappella sono state affisse due lastre tombali del ‘300; si tratta della parte anteriore e posteriore dell’arca funebre dei Barrese coi medaglioni di San Giovanni il Battista, Santa Caterina d’Alessandria, un santo vescovo tutt’ora rimasto ignoto e San Francesco d’Assisi. Ognuna di queste lastre ripete per tre volte lo stemma dei Barrese. Sulla parete destra di questa stessa cappella si vede la figura di Ursillo d’Afflitto, vescovo di Monopoli, morto il 12 agosto del 1405. La testa inserita in un arco a sesto acuto trilobato reca ai lati lo stemma dei D’Afflitto.

Settima, ottava e nona cappella
  • La settima cappella è dedicata alla Beate Vergine, è spoglia e non ha nulla da ostentare e nulla v'è di tramandato da tramandare. L’ottava cappella è dedicata al Santissimo Salvatore dove v’erano esposte una volta le due tavole di Giambernardo Lama: una rappresentava Gesù e l’altra la Madonna, San Giovanni il Battista e San Domenico. La nona ed ultima cappella radiale, dedicata a San Nicola da Bari, va segnalata anzitutto per due importantissimi complessi tombali: quelli del Folliero e quello della principessina Maria di Durazzo. Il monumento rinascimentale sulla destra fu innalzato per il giureconsulto Leone Folliero figlio di Scipione Folliero, entrambe ritratti sullo stesso monumento funebre appoggiati su di una stele al centro della quale è iscritto il rebus: Quid? Omnia. Quid omnia? Nihil. Si nihil cur omnia? Nihil ut omnia2. Di fronte a questo monumento c’è l’altro monumentino funebre eretto per Maria di Durazzo, figlia di re Carlo III, morta nel 1371, sulla cassa una sua statua la presenta con corona ed abiti regali ed un mirabile ingegno di linee conferiscono dolcezza al suo volto. La stessa è raffigurata sulla parte anteriore del sarcofago condotta da angeli innanzi alla Santa Grazia di Dio; ancor grossolanamente fabbricato come tutti i sepolcri del XIV secolo con qualche lieve accenno al Rinascimento prossimo a venire, nelle lastre laterali son scolpiti i gigli angioini con sopra il rastrello dei Durazzo parenti dei primi.


Spazio note

(1) Liberamente estratto da: *S. Lorenzo Maggiore : la piu antica chiesa francescana di Napoli / Eugenio D'Acunti. - Napoli : Laurenziana, 1979. - 116 p. : ill. ; 22 cm Altro titolo San Lorenzo Maggiore . Luogo pubblicazione Napoli Editori Laurenziana Anno pubblicazione 1979
(2) [Cosa ci illudiamo di essere? Tutto. E che cos'è il tutto? Niente. Se non rappresenta niente, dunque cos'è il tutto? Niente equivale a tutto.]