Cappella Sant’Antonio a San Lorenzo Maggiore di Napoli

E’ la Cappella sacra a Sant’Antonio da Padova, nel cappellone omonimo a sinistra del transetto interno della chiesa di San Lorenzo Maggiore, sede laurenziana dei Frati Minori Conventuali di Napoli1.

Da Raffaello Causa è stata citata assieme alla Cappella del Rosario, come l’opera di fastoso empito barocco nella più felice accezione del Fanzago, ma è anche sede espositiva delle più belle opere pittoriche di Mattia Preti, autore della Madonna di Costantinopoli e dei perduti affreschi di San Domenico Soriano a piazza Dante.

Eretta in tutto il suo splendore da Cosimo dei Fanzago nel 1638 dopo aver demolito due preesistenti cappelle una delle quali particolarmente cara a Margherita di Durazzo, regina consorte di Carlo III di Durazzo, tutrice di re Ladisalo, oggi sepolto nell’omonimo sepolcro alla chiesa di San Giovanni a Carbonara.
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Descrizione minima della Cappella Sant'Antonio di Padova.

Margherita, alla morte del marito, v’istituì anche una confraternita detta “Collegium Disciplinatorum Sanctae Marthae”. 
  • Religiosissima donna pia e feconda di istanze e di preghiere per la sua amata città; sposa e principessa madre, fondatrice della chiesa o cappella di Santa Marta, a Spaccanapoli, oggi inglobata nella Casa Professa del Gesù Nuovo, all’ombra della Torre campanaria del Monastero di Santa Chiara. Con strumento del 17 maggio del 1409, dopo averla consacrata alla Madonna, fece collocare le tombe del padre Carlo, della figlia Maria e della sorella Giovanna col marito Roberto. Sempre la stessa regina fece collocare addosso alla parete il quadro di Simone Martini con l’effige di San Ludovico d’Angiò che incorona suo fratello Roberto re di Napoli. Oggi questa tela, capolavoro della pittura del Trecento napoletano e delle strategie insediative dei pittori senesi della scuola di Montano da Arezzo nell’area del macellum, dopo aver a lungo peregrinato in giro per il mondo, scampato gli incendi frequenti alle insurrezioni di Masaniello, i terremoti del 1456, del 1718, le soppressioni francesi, i trafugamenti napoleonici di Gioacchino Murat, le bombe del 1943, il terremoto del novembre 1980 e febbraio del 1981, oggi siede, riccamente restaurato in esposizione perpetua al Museo Nazionale di Capodimonte. La cappella con un lavoro pazientemente perpetuato di intarsio baroccato spinto fino a tutto il dicembre del 1639 è stata innalzata col solo scopo di ospitare la tavola quattrocentesca del Santo taumaturgo padano per un po’ di tempo deciso dalla deputazione napoletana sui Santi esser protettore della città di Napoli e del Regno. Ritratto, oltre che in estasi davanti alla Vergine su di un medaglione cinquecentesco di bellissima fattura in alto ai due bassorilievi anche nella copia attribuita a Colantonio del Fiore, il grande maestro di Antonello da Messina. Mentre sul lato opposto c’è Sant’Antonio che stringe d’amor paterno il Bambin Gesù. Sulla tavola, il Santo ha nella destra il Giglio della Purezza e nella sinistra il Libro della Sapienza; dipinto su fondo color oro, in conformità all’uso del tempo ed alla maniera dell’effige oggi ammirabile della Vergine La Bruna al Carmine Maggiore di Napoli, gli fanno da corona sei angeli in devotissimo raccoglimento. Al di sopra del quadro e sotto l’arco a tutto sesto c’è uno stupendo Bambin Gesù col Mondo nella mano sinistra e con la Destra benedice. Accanto all’altare, su due finte porte, si vedono due tele dipinte dal pittore napoletano del 1600 Francesco de Maria: a sinistra di chi sta guardando si ammira l’Ascensione del Cristo e a destra l’Assunzione della Vergine Maria Madre di Dio. Le altre due grandi tele della stessa Cappella son di mano di Mattia Preti; in una di queste vedesi la Madonna che mostra il Bambino a Santa Chiara e alle sue Monache e nell’altra, il Poverello d’Assisi ed un folto gruppo di seguaci adorano il Crocifisso.
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Spazio note

(1) Liberamente estratto da: *S. Lorenzo Maggiore : la piu antica chiesa francescana di Napoli / Eugenio D'Acunti. - Napoli : Laurenziana, 1979. - 116 p. : ill. ; 22 cm Altro titolo San Lorenzo Maggiore . Luogo pubblicazione Napoli Editori Laurenziana Anno pubblicazione 1979