Notizie sul Campo di Marte a Napoli

Il Campo di Marte a Napoli1, è una delle direttrici di penetrazione interna alla città, area estesa tra le propaggini occidentali del quartiere di San Pietro a Patierno, compresi i limiti fisici con San Carlo all’Arena e la zona dei Cimiteri a Poggioreale, centrata per intero dalla pista di decollo lineare dal viale Umberto Maddalena, fino al primo miglio ovest della zona super comprensoriale di Poggioreale.

Si tratta di un terreno pianeggiante di 44 ettari a 72 metri dal livello del mare, a forma di romboide, dimostratosi particolarmente adatto per le manovre ardite dei mezzi di volo in uso dell'Aereonautica Militare Italiana che vi ha installato le piste dell'aereoporto militare Ugo Niutta, poi, meglio ricordato come il luogo dove nel 1900 subì il suo attentato, Ferdinando di Borbone. Il posto fu insediato dai primi esperimenti di volo del 1910, e l'opera fu voluta e realizzata già nel 1816 da Gioacchino Murat Re di Napoli, Gran Comandante di Cavalleria nei pressi dell'allora Casale del Comune di San Pietro a Patierno a vantaggio dell'esercito del regno delle Due Sicilie, che, sul detto Campo di Marte, ebbero la possibilità di operare imponenti esercitazioni militari quasi sempre a concludersi in una scenografica parata di cavalli e cavalieri.

A dimostrazione dell'interesse che ebbe per la città di Napoli con decreto a firma del 27 febbraio del 1812, Gioacchino Murat dava inizio alla costruzione di una nuova strada, detta prima Strada del Campo di Marte e poi ribattezzata viale Umberto Maddalena.
Per una simile esigenza fino alle prime acquisizione del 1918 si è saputo che gli ordini furono di arretrare i confini del territorio residenziale dei civili di San Pietro a Patierno e delle loro masserie nel circondario dell'anzidetta zona ad oriente con Casoria, che all'epoca si estendeva fino e anche oltre l'attuale via Pio XII. A Sud il territorio si estendeva fino alle limitazioni di Ponticelli ben oltre l'attuale confine di via Stadera e ad occidente fino all'attuale via del Perrone e del Cassano.

L'antica Strada Pubblica confinava con l'estensione territoriale di Secondigliano e San Carlo all'Arena, con le quali frazioni, tempo dopo, e cioè nel 1836, si deciderà per comune sodalizio delle Amministrazioni locali l'acquisto di un vasto territorio da sottrarre alla vicina Casavatore ed elevarlo a dignità di cimitero promiscuo secondo le direttive francesi sull'ordinamento delle sepolture, cosa che avvenne solo il 13 marzo del 18392. Tra i terreni interssati dall'esproprio francese, anche quello appartenuto da secoli agli Ebdomadari della Cattedrale di Napoli.

Dai dati raccolti si evince che nell'ordine di venticinque anni, tra il 1810 e il 1835, qualche cosa di sconvolgente è dovuto accadere a San Pietro a Patierno; e cioè quando si decise di espropriare migliaia di moggi di terra, abbattere case e distruggere alberi e far spazio all'avanzata del Campo di Marte ed una nuova strada di accesso alla città, che assieme a tutte le altre, desse segno e testimonianza della gloria di un regime; è vero infatti che i collegamenti con la città, anzitutto e con le altre più vicine amministrazioni afferenti la Reggia di Napoli, furono facilitati dalla costruzione della via detta Rotabile che iniziava proprio nel Comune di San Pietro a Patierno, in direzione di Caserta voluta da Carlo III di Borbone che per ragioni d'ufficio e di rappresentanza, si trovò opportuno utilizzarle come passaggio tattico dall'uno all'altro Palazzo Reale delle due città.
Tutto ha trovato conferma nelle notizie rese da F. Haam funzionario, d'ambasciata, testimone d'occasione al processo canonico sul miracolo delle particole del 17723.

In realtà ancor prima dei ragionamenti sulla effettiva edificazione e della Strada regia e del Campo di Marte, a San Pietro a Patierno dagli atti della Santa Visita del 1796 e del 1809 emerge il quadro lineare di un mondo confinato sulle alture del Chio napoletano; piccolo e pittoresco borgo medievale dedito alla coltivazione della vite greca e latina e alla produzione oltreché alla esportazione dei vini. Vini, si legge dalle fonti, leggerissimi, uno dei quali detto: “O' Piccirillo”; quale prodotto base per l'economia locale assieme alla canapa e al frumento; non mancarono ai limiti estremi col confine di Secondigliano laboratori artigianali per la lavorazione del lino e della seta e seppur per dimensioni assai ridotte anche frutteti di vario genere.
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Storia dell'Aereoporto Ugo Niutta.


Portano data 1910 i primi esperimenti di volo di apparecchi rudimentali, ma efficaci nella misura di raggiungere una buona quota aerea in soli due minuti dal lancio. Dal 1910 e fino a tutto il dicembre del 1913 si susseguirono manifestazioni sportive e gare sperimentali di volo interessati da un pubblico sempre più ampio; i voli vennero interrotti solo dalla Grande Guerra.

Nei primi anni del 1918, il capitano Bartoletti fece livellare il prato del Campo di Marte secondo la diagonale nord-est sud-ovest per un centinaio di metri oltre il suo iniziale confine e da quel momento in poi iniziarono i decolli e gli atterraggi dei velivoli Nieuport e dei Farman, poi in seguito smobilitati dal fronte per far posto ai più veloci, grintosi e moderni SVA4.

E' dell'11 marzo 1918 la notizia di un bombardamento aereo posto in opera col sorvolo di un dirigibile: sedici morti, centinai i feriti. Dalla tragedia dell'evento ne seguì un interpellanza militare e parlamentaria che infuocò la polemica circa la mancata difesa della città.

Fino a quella data l'ingresso all'aereoporto era da Via Nuovo Tempio e nelle vicinanze di quello stesso ingresso venne costruito un primo hangar tipo aviazione in legno e tela alto 5 metri e lungo 17 e largo 52 ed un hangar “Savigliano” capace di ospitare un piccolo dirigibile del tipo esploratore o osservatore5. La pista era una striscia erbosa utilizzabile solo per 650 dei suoi 950 metri di capacità costiutenti la diagonale nord-sud sulla quale nel 1925, finita la costruzione della Regia militare, si decise un ampliamento per allungare la pista.

Col decreto commissariale del 27 giugno del 1943 confermato col Regio Decreto del 1925 n° 444, si procedette ad un esproprio di terreno a sud-est del vecchio Casale di San Pietro a Patierno e venne anche realizzato il nuovo ed attuale ingresso all'aereoporto, per far fronte al quale, vennero abbattuti vecchi edifici tra i quali anche la antiquata polveriera dell'esercito quasi sicuramente quella che un tempo prima fu la stupenda cappella dedicata a San Michele degli Ebdomadari.

Venne espropriata anche la via Trivio ed in alternativa ne venne costruita una nuova ugualmente espropriata; distrutta anche la “Premiata Vaccheria del Campo di Marte” di Antonio Spagnoli, che produceva latticini e uova e burro e crema di giornata come si legge dal frontespizio delle fonti. Sul finir degli anni Trenta e a metà degli anni Quaranta del Novecento, una nuova direttrice di sviluppo continuò a stravolgere il piano orografico della sezione più a ovest del Casale di San Pietro. Non potendo più allungare la pista precedente alla diagonale nord-sud ne venne costruita una nuova di 1020 metri, orientata verso il 75° parallelo e cioè dritta nel cuore del Casale di San Pietro a Patierno, che, da quell'oggi, si vide letteralmente divisa in due, seperando e continuando i terreni a ridosso di via Nuovo Tempio, Corso San Pietro, via Dietro la Croce, Corso Vittorio Emanuele III.

Nel 1948 la pista venne ancora allungata dagli alleati: dai 1020 la portarono ai suoi 2100 metri e nel 1954 sulle esigenze dettate dai nuovissimi bombardieri “DH-100 Vampire” alla pista vennero ulteriormente aggiunti altri 50 metri. Gli abitanti delle masserie del Cerano, Tavernola, Basile, Cupa Principe, Stadera rimasero isolati dal nucleo centrale del Casale di San Pietro a Patierno ed iniziarono a gravitare su Poggioreale solo alcuni decenni dopo l'espandersi di questo quartiere. Oggi la pista è lunga 2640 metri ed ha praticamente raggiunto il Comune di Casoria al limite con la sua Strada Provinciale.
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Spazio note

(1) (P. Colletta , Storia del Reame di Napoli, La Spezia 1990, pag. 422
(2) (S. Loffredo: Secondigliano dai documenti inediti, Napoli 1972 pag.40

(3)(A.S.P Neapolitana Beatificationis et Canonizationis Servi Dei Joannis Baptistae Guarino Roma 1989, pag. 9 e ss
(4)F. Vadalà, L'aereoporto militare di Napoli Capodichino “Ugo Niutta”, Napoli 1990 pag. 8
(5)(Centro Studi “L'Idea” Napoli San Pietro a Patierno, 1994 pag. 143).