Cappella San Giuseppe a San Lorenzo ai Tribunali Napoli

E' la Cappella San Giuseppe, la prima del sistema delle cappelle di San Lorenzo Maggiore a via Dei Tribunali, a Napoli1, chiesa laurenziana dei Frati Minori Conventuali.

Essa è ntercomunicante con la seconda delle otto cappelle; in particolare, la seconda Cappella, appartenuta alla famiglia Minadois, poi estintasi come famiglia in seguito ceduta agli Anfora di cui si ammira il modesto sarcofago di Giovanni Rainardo Anforo e la tomba sotto il pavimento di Rosa Cella, moglie di Francesco Saverio Anphora.

Inizialmente dedicata a San Pietro poi riconsacrata a San Bonaventura da Bagnoregio con la tela di Leonardo Oliviero del 1700 erroneamente attribuita a Domenico Antonio Vaccaro.

Qui, "in questo luogo santo e benedetto", un tempo v 'era un bellissimo quadro di Marulli, diversamente oggi spicca degno di risalto lo stupendo pavimento maiolicato di elementi decorativi delle maioliche regio meridionali eseguito da Luigi Parente dopo la Seconda Guerra Mondiale.
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Storia breve della Cappella San Giuseppe a San Lorenzo Maggiore. 

All'interno di questa Cappella è visitabile il monumento a Ludovico Aldomoresco, sostenuto dai quattro fratelli guerrieri, soldati benemeriti della Corte di Carlo III di Durazzo. 

  • Non già cariatidi come lo stesso autore riformerà gran parte dei sepolcri in chiesa, in linea col forte spirito umanistico emergente nelle arti e nella letteratura di quella splendida epoca che fu il Rinascimento italiano. Variamente vestiti, le sagome dei guerrieri son equipaggiate con vessilli ed armi e alla base su cui questi poggiano timidamente iscritti i loro nomi: Luigi, Galeotto, Antonio e Perrotto figlio del Drago. Il defunto è ritratto come un dormiente tra i drappi di angeli scendenti dall'umbracolo ed i suoi piedi poggiano su due cani un poco servi e un poco fedeli a guisa di sudditi ubbidienti in una sacra liturgia della morte che sparirà durante tutto il Rinascimento per ritornare qua e là durante l'avvento e l'ascesa del Risanamento napoletano. Oggi se ne osserva una bella versione al sepolcro del Moro Cavalier Cabanni nella Cappella del Drago a Santa Chiara.

  • E come risulta dall'epigrafe, la tomba custode del corpo del guerriero napoletano, consigliere di corte, amico del re, fu realizzato da Antonio Baboccio da Piperno, il quale, compiacendosi pure della bella opera realizzata vi scolpì nome ed età (70 anni), oltre alla professione di pittore e scultore e fonditore di metalli ed autore anche del sepolcro a re Ladislao in San Giovanni a Carbonara di Napoli, del portale del Duomo di Napoli e del sepolcro di Margherita di Durazzo nella chiesa di Sant'Antonio a Salerno.

Sui fianchi della tomba determina il massimo del fuoco visivo della cappella due enormi bassorilievi;

  • quello che si guarda dalla prima cappella è una selva di figure umane e di paggi e servitori e familiari stretti dal dolore del commiato dell'Aldomoresco da questa vita, distante non poco da una figura di donna addolorata forse la moglie: Isabella Brancaccio ed un ragazzo che tenta di trattenere la dipartita forse il figlio Giovanni allora appena decenne. A sinistra vi si figura il trapasso avvenuto dell'Aldomoresco: l'attende re Ladislao, con globo in mano e capo coronato; il re lo affida alla Vergine seduta in Trono col Bambino sulle ginocchia; dietro la Madonna sono Santa Caterina d'Alessandria, riconoscibile dalla ruota che Le destinò il martirio e Santa Cecilia, al fianco della Vergine Santissima, Sant'Amato che gli cinge la spalla col braccio sinistro e Sant'Antonio Abate.
  • Nell'altro bassorilievo, scene ed architetture comunque rilevabili dell'arte nordica del Baboccio, re Ladilslao capo coronato anche 'sta volta davanti alla Vergine, in abiti regali, scettro nella destra e globo alla sinistra; ancora Sant'Amato, Sant'Antonio Abate e una teoria formidabile di angeli oranti attorno attorno a Santa Cecilia e Santa Caterina d'Alessandria.
  • A destra, sostenuto da due bellissime ed elegantissime chimere, addossata alla parete, il sepolcro del guerriero Francesco Anfaro, fatto erigere dal figlio Pietro col comando che si celebrasse messa ogni due dì a settimana. Sotto il sepolcro Anfaro trova posto anche la tomba di Lucrezia Filomarino morta nel 1809 alla sola età di 25 anni, qui disposta per i vari aggiustamenti che si son seguiti nella sistemazione barocca della chiesa.

Nelle immediate vicinanze di questo sepolcro trovasi un incavo per la funzione di appoggio del Calice per il Vino e Patena per l'Ostia da servirsi alla Santa Messa. Tutte le tombe in questa cappella come tra l'altro in quasi tutte costruite nel secolo che va dal 1300 al 1400 mostrano le figure dei defunti ritratti in posizione da morto, mentre quelle del Cinquecento le mostrano in piedi o comunque in posizione di assoluto risalto.

Esempio meraviglioso d'architettura funebre il sepolcro di Sergianni Caracciolo alla Cappella della Natività in San Giovanni a Carbonara di Napoli. Fino al 1800 la Cappella risultò ancor proprietà di Federico e Giuseppe Palmieri alloggiandovi nella cavità terragna dell'area di patronato il monumento funebre della loro madre Caterina Persici morta nel 1855.
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Spazio note

(1) Liberamente estratto da: *S. Lorenzo Maggiore : la piu antica chiesa francescana di Napoli / Eugenio D'Acunti. - Napoli : Laurenziana, 1979. - 116 p. : ill. ; 22 cm Altro titolo San Lorenzo Maggiore . Luogo pubblicazione Napoli Editori Laurenziana Anno pubblicazione 1979