Palazzo Ruffo di Bagnara a Napoli

E' uno dei palazzi del centro storico di Napoli1 con facciata prospisciente il fronte est di piazza Dante Alighieri, stretto tra i componenti iniziali della cortina edilizia che protegge e nasconde il Borgo dell'Avvocata.

Ne esiste un altro omonimo, lungo la linea di costa relativa alle aree del tratto settentrionale del Miglio d'Oro, considerato pertinente al territorio vesuviano e le ville del XVIII secolo sottoposte a tutela e a restauro, assieme alle contigue ville Menna e Meola1bis.

Fu restaurato dal Salomone nel 1842, il quale, oltre a cambiarne il colore originario, installò le ringhiere a fettucce e gruppi scultorei di gusto ottocenteschi2.
Fu acquistato da Fabrizio Ruffo, uno dei conti di Bagnara, una presenza storica nella militanza giacobina, nonché Cardinal di Santa Romana Chiesa, capo e fondatore dell'Esercito della Santa Fede, col quale pose termine all'esperienza della Repubblica Partenopea, ricordato nelle iscrizioni parietali alla seconda cappella destra della chiesa di San Giuseppe de' Ruffi all'Anticaglia.

Sparito, il Cardinal ritornò al seguito di re Ferdinando IV di Borbone, che gli delega pieno potere sugli opifici di San Leucio e Caserta.


Storia breve di palazzo Ruffo di Bagnara.

All'epoca del rilevamento del Palazzo Ruffo, il Cardinale era Gran Priore di Capua. Divenutone quindi possessore lo rilevò dallo stato di abbandono nel quale versava già dai moti rivoluzionari napoletani del 1647; fu per tanto riportato a pieno splendore da Carlo Fontana, uno degli architetti più in vista della scuola del Bernini.

  • Il Palazzo è presente primariamente nella pianta della Platea di Limpiano ove s'incontra il nome di Vincenzo de Ancora, censuario poco dopo il 1558 allorchè il monastero dei Santi Severino e Sossio all'apice di Via San Sebastiano, proprietario del suolo su cui sorse il palazzo medesimo ottenne licenza di ripartizione3. Fino a quando non vi fu esercitato pieno diritto dei Domenicani della vicinissima chiesa di San Domenico in Soriano entrati in proprietà del laterizio col signor De Angelis menzionato nella carta catastale di Orazio Pintasse che a sua volta è proprietario dello stabile anche nella parte collinare di Pontecorvo, ove, nella stessa platea trova posto nell'isola contrassegnata col segno RK, con la nota: fu di Silvia e Giuseppe Rossillo4. Si presenta sobrio e severo, impostato su tematiche classiche in luogo di quelle barocche per le quali venne rilevato su disegno del Petrini presumibilmente anni Quaranta del Seicento, con pian terreno ricco di cornici bugnate e pesante basamento di pietra. L'originario palazzo dalle cornici anzidette si conclude con un robusto cornicione sul quale il Fontana ci ha inseriti due balconi sulle estreme aperture. A sua volta, queste, sono analoghe a quelle del piano nobile, oltre il quale saranno edificati altri due piani superiori, ottenendone così nuovo corpo di fabbrica con sole finestre, una fila posata solo sul cornicione ed una copertura a tetto inclinato. Il tutto con una estrema somiglianza alla casa Michelerplatz di Loos5.

La sistemazione del palazzo Ruffo di Bagnara per mano del Fontana.

Ed è ancora opera dello stesso architetto Fontana la copertura del cortile lungo con un profondo porticato, frontale alla scala ricavato dalla rielaborazione dell'edifico sul vico retrostante tripartito in conformità del portico.

  • Nella porzione immediatamente ai primi metri del vico Bagnara, Fontana sistema anche una cappella gentilizia e tuttora sulla volta è visibile lo stemma dei Ruffo in gesso policromo. Il vestibolo che precede il portico si sviluppa in tre arcate, di cui le prime due corrispondono alla profondità della cappella medesima, la terza invece è già corpo di fabbrica col portico ed apre in realtà ad altre due cappelle laterali, nelle quali restano inserite due scale a tenaglia molto compresse che conducono ai piani superiori da un ingresso installato al di sopra di in un vano sottoposto, una sorta di sacrestia che comunque è servita nei secoli a comunicare col Palazzo. Alle spalle dell'ingresso principale del palazzo è il palazzo Mastellone, abitato da Giovanni Mastellone, adattandola a sua stabile residenza napoletana per impedire l'acquisto del palazzo ai Domenicani, i quali, già dal 1754 presero possesso di molte case e palazzi dall'insula dello Spirito Santo fino, Materdei e fino anche al Rione Sanità. Della struttura originaria non resta niente a parte il portale in piperno con timpano spezzato su colonne sporgenti, atte a racchiudere una finestra pensata con le giuste dimensioni. Il nome del proprietario del lotto all'isolato si trova nella rosa metallica su via Tarsia addossato alla parete dell'edificio detto Palazzo Rossi prospiciente il teatro Rossini.


Spazio note

(1) Liberamente estratto da: [4]: *Dallo Spirito Santo a Materdei / Italo Ferraro. - Napoli : Oikos, [2006]. - CIV, 554 p. : ill. ; 30 cm. ISBN 8890147822 Fa parte di Napoli : atlante della città storica , 4 Autore Ferraro, Italo Soggettario Firenze NAPOLI - Rioni e quartieri - Urbanistica Luogo pubblicazione Napoli Editori Oikos Anno pubblicazione 2006
(2) [R. D'Ambra, Napoli Antica Illustrata, Napoli 1889(ristampa anastatica 1999) tav. CV]
(3) [A.S.N, O. Tango, Misura della Massaria di Limpiano, 1663, copia dell'originale di Pietro Sala del 1576, Monasteri Soppressi, vol. 922.]
(4) [O. Tango Platea Limpiano Monastero San Sebastiano e Sossio, Fondo Monasteri Sopprressi, vol. 922]
(5) [*Parole nel vuoto / Adolf Loos. - 2. ed. - Milano : Adelphi, 1980. - XXVIII, 373 p., [10] c. di tav. : ill. ; 22 cm. ((Trad. di Sonia Gessner. Collana Biblioteca Adelphi Autore secondario Gessner, Sonia Autore Loos, Adolf Soggettario Firenze ARTI APPLICATE - Saggi Architettura - Saggi Altri titoli Titolo raggr. non controllato Ins Leere gesprochen Trotzdem. Autore Loos, Adolf Luogo pubblicazione Milano Editori Adelphi Anno pubblicazione 1980]