Sezione Napoletana

La sezione napoletana all’interno della Biblioteca Nazionale di Napoli1 occupa tre sale dell’Appartamento delle Feste, la quale, unitamente al Salone di Lettura, affaccia sui Giardini Romantici del San Carlo, realizzati, nel 1842, dal botanico Federico Behnhardt.

Le prime due sale della Sezione Napoletana sono arredate con pregiate scaffalature lignee: nella prima, di queste, utilizzata tra l’altro come solo sala di lettura della sezione, il soffitto è decorato in gusto neoclassico, con quattro ovati raffiguranti Storie di Cupido. 

Il soffitto della seconda sala è invece impreziosito da decorazioni in stile pompeiano a grottesche, candelabri e coppe di frutti e fiori e presenta le iniziali di Maria Teresa e di Ferdinando II, il sovrano che riedifica questa sala del Palazzo Reale dopo l’incendio del 18372.

I pittori e gli ornamentisti che, tra gli altri, lavorarono alla realizzazione delle opere, tutti appartenenti all’Accademia di Belle Arti, furono Camillo Guerra Filippo Marsiglia, Gennaro Maldarelli, Gennaro Aveta e Costantino Beccalli.

Costituita all’inizio degli anni Settanta del Novecento, la Sezione Napoletana documenta la cultura e la storia di Napoli e del Mezzogiorno, conservandone la memoria nel suoi fondi iconografici e documentari.


La collezione è ricca di opere a stampa corredate con incisioni rare e di pregio.

Il nucleo librario originario della raccolta (volumi, periodici, miscellanee) proveniente dal fondo librario già esistente nella biblioteca.

  • Nel corso di un quarantennio è stato arricchito da molte altre opere (oltre 10.000 monografie) acquisite attraverso il diritto di stampa, gli acquisti, i doni. Il patrimonio contiene inoltre le raccolte a carattere regionale, la Biblioteca Calabra e la Collezione Basilicatese e le pregiate biblioteche di appassionati bibliofili: la Raccolta Zangari e Raccolta Notaraianno, e le Raccolte speciali; particolarmente interessanti sono il Fondo Piccirillo, ricco di stampe e fotografie e la Collezione Vulcanologica, preziosa biblioteca per gli studi sulla storia, morfologia e fenomenologia delle eruzioni vulcaniche del Vesuvio, dell’Etna e di altri vulcani.  
  • La Biblioteca Calabra, costituita da oltre 7.000 volumi, opuscoli, miscellanee e periodici, fu donata alla Biblioteca Nazionale nel 1897 da Francesco Moreno, medico oculista nato a Monterosso in Calabria nel 1837 e morto a Napoli nel 1904. Fu egli stesso autore di molte opere fra cui una Bibliografia e biografia calabra che si conserva nella Sezione Manoscritti e Rari.
  • La raccolta Morano comprende libri di autori calabresi di tutti i tempi, ma i più rappresentati sono i testi del Seicento e Settecento, quasi tutti testi rari e a volte unici.
  • La collezione Calabra è tuttora in accrescimento per acquisti e doni.
  • La Raccolta Zangari è un settore di testi di interesse calabrese ed è stato arricchito nel 1964 dal dono della collezione di Domenico Zangari, sacerdote cappellano della Chiesa del Mercedari di Montecalvario, nato a Mammola, in provincia di Reggio Calabria nel 1884, e ricomposta dopo la Seconda Guerra Mondiale sullo stesso sacerdote-bibliofilo. Quando la raccolta libraria fu donata alla Nazionale risultava costituita da 3297 libri, opuscoli e miscellanee e da qualche manoscritto.
  • La Collezione Basilicatese, altra raccolta di carattere regionale, comprende oltre 700 volumi e migliaia di opuscoli raccolti in cartelle: contiene tutti i titoli indicati nelle bibliografie lucane del Gattini e del De Pilato. In particolate è da segnalare la presenza delle edizioni complete degli scritti di Mario Pagano. Le carte d’archivio della biblioteca documentano le trattative intercorse tra ii direttore Burgada e la vedova del bibliofilo-raccoglitore Matilde Amodio. Della raccolta, acquistata negli anni Trenta del Novecento, fanno parte la “Breve Descrittione del Regno di Napoli” Napoli, 1646 di Ottavio Beltrano, la Descrittione di tutta Italia di Leandro Alberti, Venezia, 1551 e altre opere rare.
  • La Raccolta Notarianno è collezione appartenuta a Giuseppe Notarianno, avvocato e deputato, nato a Napoli nel 1889, e costituito da circa 3.000 libri, opuscoli, periodici e miscellanee musicali. I testi della raccolta appaiono quasi tutti accompagnati da note manoscritte dal raccoglitore che, su piccoli fogli aggiunti all’inizio di ogni volume, opera una sorta di recensione del contenuto, dell’autore e della rarità dell’ edizione. I testi della Notarianno non riguardano solo argomenti meridionalistici, ma anche storia e letteratura italiana e straniera.
  • Il fondo Piccirilli è una raccolta iconografica del marchese Luigi Piccirilli e costituita da più di 60.000 ritratti. Intorno al 1935, alla morte del nobiluomo, che era anche ispettore bibliografico onorario, gli eredi invitarono il direttore della BNN Gaetano Burgada a prendere in considerazione una “profferta di vendita”. La relazione positiva sull’acquisto della raccolta fu motivata dalla considerazione d’utilità del fondo per soddisfare il moltiplicarsi delle richieste di natura iconografiche che pervenivano alla biblioteca, abbastanza sfornita in questo settore. Il materiale è costituito da fotografie che raffigurano uomini politici del Risorgimento meridionale, letterati e soprattutto personaggi teatrali, cantanti, attori e danzatori. Vi sono inoltre ritagli di riviste, frontespizi, litografie e incisioni di importanti artisti quali il Rosaspina e Morghen.
  • La Raccolta Vulcanologica è costituita da libri e opuscoli che hanno una relazione con il Vesuvio, con altri vulcani e con i terremoti. Questa raccolta era già presente nell’antica sede del Museo Nazionale. I libri sono particolarmente preziosi, spesso unici e arricchiti da bellissime incisioni. Molto rari i due volumi di piccolo formato di Giovan Battista Pacichelli, Lettere familiari, istoriche ed erudite tratte dalle memorie retoriche in occasione de’ suoi studi, viaggi e ministeri.., tutti a Napoli nel 1695. Importante la lettere inviata a Monsignor Ciampini sulle eruzioni del Vesuvio, da quella del 79 d.C., a quella del 1694. Tra i testi più ricchi di incisioni la Descrizione dell’ultima eruzione del monte Vesuvio de’ 19 ottobre 1767 seguito dell’ altra del 1766, scritti a Napoli nel 1768, con quattro meravigliose tavole a colori incise da Raffaele Aloja. Fondamentali le opere di Giovanni Maria della Torre (1710-1782), protagonista del rinnovamento culturale settecentesco del Regno di Napoli; socio originario degli Accademici Ercolanesi, responsabile della Stamperia Regia e consulente per gli aspetti geologici e vulcanologici. Tra i suoi scritti sono nella Vulcanologica Storia e fenomeni del Vesuvio, Napoli 1755, con otto preziose tavole incise da Giuseppe Aloja e la traduzione francese dell’abate Pèton, scritto a Parigi nel 1760. Nella Raccolta di tutte le vedute che esistevano nel gabinetto del duca della Torre rappresentanti le eruzioni del monte Vesuvio fin oggi accadute, scritto a Napoli nel 1805, compaiono incisioni di Luigi Fergola, Edoardo Fischetti, Raffaele Aloja e Francesco Catozzi. Alcune opere poi trattano della vita e del miracoli attribuiti ad alcuni santi che, secondo il credo popolare, hanno salvato la città dalle lave incandescenti: San Gennaro spesso viene raffigurato mentre protegge Napoli e i paesi vicini dai torrenti di lava. Vi sono anche descrizioni delle zone dei Campi Flegrei, perchè di nature vulcanica, come la guida di Giuseppe Mormile, Nuovo discorso intorno all’antichità di Napoli e di Pozzuolo, scritto a Napoli nel 1629 e testi su Ercolano, Pompei e Stabia, sui loro monumenti sepolti della lava nel 79 d.C


Spazio note

(1)) La *villa reale nel decennio francese e l'opera di Federico Dehnhardt / Maria Laura Castellano Codice SBN NAP0478112 Fa parte di Napoli nobilissima : rivista di topografia ed arte napoletana , 5. s. v. 10(2009), nn. !-2; PP. 21-42
(2) Anno storico di Ferdinando II re del Regno delle Due Sicilie. - Napoli : Stamperia Reale, 1859. - 22 cm., [4], 430 p. Codice SBN LIAN025258