Casa professa del Gesù Nuovo di Napoli

E' la Casa professa dei Gesuiti di Napoli, con un primo ingresso su Via Benedetto Croce ed un altro su Via San Sebastiano.
E' di proprietà del Fondo Edifici di Culto.

La Casa Professa è in realtà la somma dei locali tra loro interconnessi attraverso abili giochi dei valvoli intercomunicanti tra un tricuspide e l'altro, lungo i tre muri perimetrali disposti con amabilità, tra gli ambienti in cui i religiosi della chiesa napoletana del Gesù Nuovo hanno qui fissato

  • la loro dimora,
  • l'abitazione,
  • gli uffici,
  • la biblioteca,
  • il refettorio,
  • l'infermeria,
  • il magazzino comune e gli altri servizi.


Fu terminato nel 1684 tuttavia rimase per molti decenni ancora spoglio delle scaffalature.

E' questa la porzione di palazzo Sanseverino che volge lato mare, pendente l'accosta vicinissima e minutissima facciata della chiesa di Santa Marta.

  • Fu stravolta dagli stessi avvenimenti dell'anteposto palazzo delle Congregazioni; avvenimenti che comunque hanno determinato un radicato mutamento delle attività che in esso si svolgono; locali ed ambienti ancor in parte occupati dai Gesuiti che si son ricavati un ingresso indipendente in via San Sebastiano e per il resto trasformato in sede scolastica dell'Istituto Pimentel Fonseca2, laterale all'ingresso al Monastero di Santa Chiara Vergine dei Frati Minori a Spaccanapoli. Seppur modificata dai locali commerciali, la facciata di questa porzione di palazzo, conserva ancora l'antico portale della casa su cui ancora si legge la tabella gratulatoria ad Isabella della Rovere, finanziatrice di quest'edificio oltre che di praticamente quasi tutta la struttura e fissata sull'androne anche la dicitura che un tempo indicava questo l'ingresso più ampio per i carri e che conduceva attraverso un modesto budello nei depositi interni. Per accedere alla biblioteca, unico di questi ambienti visitabile liberamente dal pubblico, bisogna salire il monumentale scalone fino al secondo piano ove un ricco portale marmoreo, incorniciando battenti di legno splendidamente intagliati, introduce al grandioso salone. Terminato insieme con tutto quanto l'intero edificio nel 1684, il locale rimase per molti decenni ancora spoglio delle scaffalature e privo delle decorazioni ed è infatti saputo che mentre i libri vennero ricoverati altrove in questo salone fino al 1717 ci venivano allevati i polli. Le scaffalature per i libri giungeranno solo nel 1750, allorquando il Sarnelli terminava la decorazione della volta; gli scaffaloni vennero inchiavardati al muro su due ordini, ricoprendo per intero le pareti; il primo scandito da lesene decorate finemente, mentre grandi volute sorreggono e raccordano insieme il profondo cornicione su cui poi poggia tutto il secondo ordine delle scaffalature. Tutt'intorno gira un'elegante balaustra finemente traforata lascia posto ad una bellissima teoria di Uccelli e medaglioni con profilo di uomini illustri.


Spazio note

(1) Estratto da Iappelli, Guida Storica del Gesù di Napoli, Napoli, BUR 2000
(2)(Iappelli ”Il Palazzo..., II in “Societas”, 1986, pagg. 113-114)