Città di Napoli

La storia di ogni civiltà è stata sempre scritta nelle sue pietre1.

Questo sito1bis è la lettura della forma urbana, storicamente stratificata2 e comprensibile2bis della città di Napoli3, terza in Italia nel 2014 per Prodotto Interno Lordo, ed al 26° posto in Europa per questo tipo di produzione3bis e con oltre 172mila unità è al 4^posto nella graduatoria delle provincie metropolitane per numero di imprese3ter.

Il suo studio ripercorre la sua storia da che era solo un organismo murato, fino alla città aperta in corsa con Roma, a rappresentarsi, come quest'ultima, "unico sacro tempio, aperto a tutti i popoli cristiani, espressione visibile di un’autorità superiore e trascendente"4(4bis).

A partire dall’Unità d’Italia, lentamente e progressivamente la città è stata emarginata a sola dignità di capoluogo di Regione(4ter).
Segnatamente per l’atticismo delle sue origini5 non dovunque simultaneo, nè sempre esplicito, anche se visibilmente presente nella sua forma millenaria e contemporanea6, la città è organizzata in tempi diversi e su luoghi, che, seppur appartenuti alla medesima storia, ancor oggi si contraddicono: il centro storico UNESCO6bis ed il territorio impaludato tra la linea del Golfo ed il versante occidentale del sistema Somma-Vesuvio7(8)8bis.

La valutazione di insieme del suo straordinario patrimonio chiarisce e definisce l'effettiva dimensione geografica di questa città, il significato esatto del suo celebrato panorama, e la loro enorme influenza esercitata nelle epoche che vi sono succedute tutte insieme per fondarla, vederla crescere e formarsi così come oggi la si osserva. Gli ultimi assestamenti di fondazione hanno tuttavia lasciato libera parte della costa sul mare, gran parte del territorio della riserva sulle colline ed altra estensione individuata ai limiti della zona orientale nella piana sotto il Vesuvio.




  • L'assetto urbano moderno9 è composto dalla zona orientale della città prevalentemente industriale e popolare ed i numerosi elementi fisici più antichi raggruppati al centro. Sorti in virtù di specifiche attività tipiche del suo comparto10, talvolta si è assecondata l’idea che molto del patrimonio fino a noi giunto ne è stata garantita sopravvivenza solo grazie alla generale inerzia urbanistica napoletana che la cultura dell’Ottocento11 (12), avrebbe disinvoltamente fatto a meno sacrificandolo in nome della modernità13. Si è cominciato con quello che si vede ad occhio, che da terra si alza in alto e che si sviluppa occupando spazio in larghezza e lunghezza e che è possibile verificarlo subito come ad esempio i manufatti angioini che trovano il proprio epicentro storico in Castelnuovo a piazza Municipio; il palazzo Petrucci a Spaccanapoli contro le scelte progettuali borboniche contestualizzate dalla facciata di Palazzo Reale ed il teatro San Carlo da cui spunta col portico carrozzabile14. Sul finir dell'Ottocento, la rivoluzione industriale del nord Europa, ed il positivismo della cultura del costruire hanno scombinato il disegno urbano della città di Napoli, all’epoca ancora ferma alla politica liberale, reduce dalle battaglie vittoriose del 184815 separandola in cinque diverse aree distinte e sufficientemente definite, tre, delle quali, appartengono al sistema delle coste16. Gli ultimi cinque decenni del XX secolo hanno completamente stravolto questa città più di quanto non l’abbiano fatto i venticinque secoli della sua storia; Napoli, vista dal mare, un luogo forse tra i più affermati dell’iconografia topografica di tutti i tempi, a partire proprio dagli ultimi anni del Novecento, altro non appare, che un immenso e caotico gioco di palazzi fondati; tuttavia, essa ancora offre una potente visione estetica data da luoghi naturali e spazi di architettura che hanno capacità di trasmettere fascino nonostante le violenze subite17. In un saggio del 1879, sul suo quotidiano Il Piccolo, Rocco De Zerbi, suo direttore, affermava che Napoli è tutto qua: via Museo, via Toledo, via del Chiatamone, la Riviera di Chiaia e qualche zona a ridosso della collina; tutto il resto è un aggregato di casali incrostati sulla piccola città che con essa nulla hanno di che spartire, come nulla ha da condividere la vita dell’ostrica attaccata allo scoglio18.


La sistemazione urbanistica di Napoli nella storia dei suoi PRG.

 1PRG del 1910-1926     2) PRG del 1925-1926
 3) Alto Commissariato 1925     4PRG del 1933-1934
 5PRG del 1939     6PRG del 1946-1958
 7Il sacco di Napoli     8PRG del 1970-1972
 9) PSER 1980-1985   10) Variante al PRG '72-2001-2004


Spazio note

(1) La stampa, con le sue potenti possibilità di diffusione, renderà inutile fissare nel costruito valori e significati di un’epoca. Il Libro ucciderà l’architettura. Per i versi in epigrafe: Marina Vergiani, in Città della Scienza and other works, Pica Ciamarra Associati, edito da Mario Pisani, Liguori Editore, dicembre del 2002. Il testo è alla BNN distribuzione 2005 B 136. Alla pagina 12 esattamente vi è scritto che, Victor Hugo, rievocando Notre Dame, mette in bocca all’arcivescovo un anatema: ” …. Il libro ucciderà l’architettura.. Finora dice l’arcivescovo del ‘500, la storia di ogni civiltà è stata sempre scritta nelle sue pietre. La stampa, con le sue potenti possibilità di diffusione, renderà inutile fissare nel costruito valori e significati di un’epoca.
(1bis) Ogni idea che sorge nel cervello di un ricercatore, è strettamente collegata ad un fatto capitato veramente, o più precisamente, è collegata ad una esperienza di fatti molteplici, ed ancor meglio, è collegata alla somma di più constatazioni di qualsiasi natura. Una chiesa o un palazzo in città, possono essere delle idee sorte da esperienze concretamente vissute. Adesso bisogna solo mettersi a lavoro e collegare quest'idea, frutto dell'esperienza del passato ad esperienze antecedenti. Quindi, gettando un ponte tra l’una e l’altra, si può tentare di collegare fatti ed episodi tra loro inizialmente isolati. Alla stessa maniera di come una chiesa può esser collegata ad un'altra chiesa o ad un palazzo, e quest'ultimo ad un altro palazzo e così via, fino a formare pian pianino un insieme di elementi chiamato città. Tuttavia, un’idea resta sempre un’idea, ed in ogni caso essa trascende la pura elaborazione logica dei dati, restando per tanto, solo pura fantasia dello scienziato in genere. Così scritto in Origine ed effetti delle idee scientifiche in Weger zur physikalischen Erkenninis 1954 per Max Planck vedasi anche. La conoscenza del mondo fisico / Max Planck ; traduzione a cura di Enrico Persico. - Torino : G. Einaudi, 1941. - 295 p. ; 22 cm. Codice SBN CUB0511009 BNI 1942 706
(2) Attuali sviluppi urbanistici di Napoli e del suo centro storico. Giulio De Luca in: Il *regno del possibile : atti del Convegno, Napoli, 12 dicembre 1986 / a cura di Studi centro storico Napoli. - Milano : Edizioni del Sole-24 ore, 1987. - 173 p. : ill. ; 24 cm. ((Segue: Appendici. Codice SBN CFI0107729 BNI 89-9976 SEZ.NAP. 7. B 0131 (2 pagina 41. Il termine "stratificata" nella frase "forma urbana storicamente stratificata sostituisce l'originale usato dall'autore: "manomesso".
(2bis) Per vedere una città non basta aver gli occhi aperti, bisogna anche saper scartare ciò che impedisce di vederla. Italo Calvino, Gli dei della città, in Nuova Società numero 67 pagina 165,pubblicato come intervento dello scrittore nel volume: Come è bella la città, Torino, 1977. Così citato in Incontro antico-nuovo nei contesti urbani storici di Aldo Aveta e Gioia Marino in Restauro e riqualificazione del centro storico di Napoli, Patrimonio dell’UNESCO, tra conservazione e progetto. a cura di Aldo Aveta e Bianca Gioia Marino, Edizioni scientifiche italiane. Stampato a Napoli nel 2012 ISBN 978-88-495-2568-7. Sono gli atti del ciclo di seminari tenuti presso la scuola di specializzazione in Beni architettonici e del Paesaggio dell’Università di Napoli Federico II, 16 febbraio 2011- 5 maggio del 2012 Copia alla BNN distribuzione 2013 B 455. vedi anche nota 6bis
(3) La scienza delle idee è parte dell’intelletto umano che sa bene che tutto ciò che si presenta come unitario, visto più da vicino si frantuma in mille e mille cose concrete che ancor prima erano cose in concrete, e cioè, mille e mille idee. Così scritto *Albert Einstein / Leopold Infeld. - Torino : Einaudi, 1952. - 227 p. ; 17 cm. ((Traduzione di Orazio Nicotra. - Compl. del tit. in cop.: L'uomo e lo scienziato : la teoria della relativita e la sua influenza sul mondo contemporaneo. Codice SBN TO00635708 BNI 1952 6186 Collana Piccola biblioteca scientifico-letteraria.
(3bis) Presentato il primo Rapporto “Giorgio Rota” su Napoli a cura di SRM, Centro Einaudi e Unione Industriali di Napoli Apri il PDF
(3ter) SAVE THE DATE Rapporto Rota su Napoli 10 febbraio Leggi sul sito SRM.
(4) Per la complessità del rapporto storico ed architettonico delle due maggiori città d’Italia, Napoli e Roma, vedasi anche: C. Aymonino, Tre esemplificazioni sulla città di Roma, Istituto Universitario di Architettura di Venezia, Rapporti tra l morfologia urbana e la tipologia edilizia. Documenti del Corso di caratteri distributivi degli edifici, anno accademico 1965-1966, Venezia 1971, alle pagg. 129-133
(4bis) I meccanismi che hanno determinato la vita economica e sociale delle due città italiane, entrambe capitali, sono stati lo sviluppo delle attività commerciali sul territorio urbano e, alla fine dell’Ottocento, l’obiettivo non fu più solamente merce e consumatori, ma bensì più vita per tutti gli uomini. MUMFORD L., 1961, La cultura della città, Torino Edizioni di Comunità; nota numero 4 a pagina 16 di Libera D’Alessandro Attività commerciali e spazi urbani. Per un approccio geografico al centro storico di Napoli, Napoli 2008 Alfredo Guida Editore ISBN 978-88-6042-538-6 Sez. Nap. III B 503
(4ter) Cfr. G. Aliberti, La questione di Napoli nell’età liberale (1861-1904), in AA.VV., Storia di Napoli vol. X pp 221 e segg.
(5) Sguardo sugli antichi monumenti della città e provincia di Napoli / Giulio Minervini. – Napoli : R. stab. tipografico del comm. G. De Angelis e figlio, 1880. – 40 p. ; 19 cm. (( Estr. dalla Grande Guida Commerciale dei sigg. Bronner & Cipriani . Codice SBN SBL0744128
(6) Non manca di fatto alla città costituita, fino al più tardo Seicento, il senso dell’agricolo e del pastorale collegato al fatto murato, affollato e costruito su un contesto urbano riferito comunque ad un antico insediamento ancora imperiale. Estrazione concettuale da: La *citta moderna e contemporanea / Alberto Caracciolo. – Napoli : Guida, 1982. – 94 p. : ill. ; 21 cm. Codice SBN BRI0010177 ISBN 8870421937 BNI 8211936 BNN Miscellanea Busta A 962/10 a pagina 8
(6bis) Il centro storico di Napoli è stato dichiarato nel 1985 patrimonio dell’UNESCO, sottoposto a sua volta nel 2004, alla variante urbanistica finita in una discussione non ancora soddisfatta, ed infine dotato di un Piano di Gestione ICOMOS/Italia 2011, continua a non rappresentarsi in Italia ed in Europa come il caso emblematico di un’unità urbana dichiarata patrimonio dell’Umanità soggetta comunque ad un continuo processo di depauperamento dei valori che lo hanno condotto alle dichiarazione. Così trovato scritto nell'introduzione a pagina 7 di Aldo Aveta e Gioia Marino vedi nota 2bis
(7) Elementi primari ed originari della zona orientale di Napoli. B/ Invenzione di un paesaggio Lidia Savarese in: Un’alternativa urbana per Napoli. L’area orientale Analisi del Territorio e architettua collana diretta da Giancarlo Alisio Edizioni scientifiche italiane giugno 1983 Portici BNN SEZ NAP VII B 502
(8) Recuperato dalla sicura estinzione in seguito alle bombe del 1943 e disposto tra i membranacei del Codice diplomatico napoletano, la Camera della Sommaria all’Archivio di Stato di Napoli, presso il Monastero dei Santi Severino e Sossio a piazzetta Grande Archivio.
(8bis) Ma la campagna continuava ad insinuarsi nella città in mille modi, con minuscoli esercizi di lavorazione rurale. V. Castronovo, l’industria italiana dall’Ottocento a oggi, Milano, 1990. Pagina 3. Questa è la nota numero 1 a pagina 76 di Galleria Umberto I. architettura del ferro a Napoli di Ugo Carughi prefazione di Giancarlo Alisio, Franco Di Mauro Editore. Il presente volume nasce da una ricerca condotta nell’’ambito dei programmi dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, ISBN-88-85263-86-0 BNN distribuzione 2008D12
(9) Non si deve mai confondere la città dal discorso che la descrive. Massima di Italo Calvino in Le *città invisibili . - Torino : Einaudi, 1972. - 170 p. ; 23 cm. Codice SBN MIL0115335 BNI 731689 Citato da: Attilio Belli in Lo spazio storico dell'industria. Mutamenti e permanze nell'area orientake di Napoli Graphotronic Napoli 1989 BNN SEZ NAP XII C 675 pagina 11
(10) Ricerche e studi di urbanistica e architettura V Giovanni De Franciscis L'analisi dell'architettura Società editrice napoletana. Napoli settembre 1979 BNN MISC BUSTA B 1226/14 pag. 15
(11) [Fabio Mangone Chaja, Monte Echia e Santa Lucia. La Napoli mancata in un secolo di progetti urbanistici. 1860-1958 Napoli ottobre 2009 Grimaldi&C. Editori p. 24. Questa considerazione trova conferma anche in piazza Dante Alighieri di Napoli, L'*ambiente di Piazza Dante in antichi rilievi inediti / Alisio Giancarlo. - Napoli : L'Arte tipografica, 1965. - P. 185-192 : ill. ; 29 cm. ((Estr. da : NapoliNobilissima, vol. IV, fasc. V-VI, gennaio-aprile 1965 Codice SBN NAP0194345 ultimo capoverso alla pagina 191 ]
(12) La paternità degli sventramenti non vanno attribuiti all’azione urbanistica del fascismo, né all’opera del risanamento liberale, quanto piuttosto all’esigenza più povera, semplice ed evidente di ripulire Napoli divenuta appestata e colerosa, oltre al fatto che si presentava anche disordinata. Sventramento quindi giustificabile dalla mentalità igienista e di allineamento. Sullo scorcio del secolo Novecento, andava sempre più diffondendosi l’idea di preservare gli oggetti sacri al passato e non per questo trarre in salvo anche l’ambiente urbano dove si sono storicamente sedimentati. Estratto in massima parte da: Benedetto Gravagnuolo, Dal Liberty alle Guerre in Benedetto Gravagnuolo e Paolo Belfiore, Napoli, Architettura ed Urbanistica del Novecento, Roma-Bari 1994, pagina 8., Si confronti anche: G. Fiengo, Tutela e restauro dei monumenti in Campania, 1860-1900 Napoli 1993
(13) L’essenza della Casa in “Progettazione Urbana” Bollettino del dipartimento di Progettazione Urbana. Università degli Studi di Napoli Federico II, numero 1 gennaio 1994
(14) Il circuito dei Siti Reali a Napoli è il tratto distintivo della città manifestamente avvertito dagli Illuministi del Settecento come un danno enorme per la città di Napoli, negativa per le Province e addirittura nefasta per l’economia di tutto quanto il Paese. Ed in generale tutta quanta la Napoli di età spagnola venne concepita dai riformatori dell’Ottocento, come un covo di parassiti, che con la scusa di rendere Napoli degna Capitale di un Regno, proprio col Palazzo Reale e col Teatro San Carlo assorbirono risorse per giustificare apparenza e munificenza assolutamente improduttive. Elisa Novi Chavarria Napoli e i casali (1501-1860) Una bibliografia ragionata degli ultimi decenni, a pagina 545 in La città del Regno di Napoli nell’età moderna. Studi storici dal 1890 al 2010 a cura di Giuseppe Galasso. Pubblicazione dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa HISTORICA Collana diretta da Piero Carveri, Errico Cuozzo, Giuseppe Galasso Napoli 2011 per la Editoriale Scientica BNN II B 811
(15) Leonardo Benevolo Storia della città. La città contemporanea editori La Terza ottobre 1993 BNN 711.4 BEN ST.4
(16) R.D’Agostini, E ora incombe il pericolo delle città mostro, in Paese Sera, 2 settembre 1980; dello stesso autore: Le città ingovernabili, in Paese Sera 6 settembre 1980. Così scritto in Il Paradigma del disagio; la periferia del "nordeste" di Napoli di Emilio Lupo e Cosimo Varriale prefazione di Andrea Geremicca, per la Loffredo editore. Ad Ercolano, giugno 1982 BNN SEZ NAP III B 204
(17) In Dal dopoguerra ad oggi, di Pasquale Belfiore e Benedetto Gravagnuolo in Napoli. Architettura ed urbanistica del Novecento. Premessa di Mario De Cunzo, prefazione di Renato De Fusco, editori La Terza, 1994. Alla BNN, ScArte 495/ter pagina 71
(18) R. De Zerbi, La Miseria di Napoli, in Nuove Antologie, 15 dicembre del 1879, pagina 738. L’eccessiva ristrettezza della città borghese di G. Aliberti, La questione di Napoli nell’età liberale. (1861-1904), in AA.VV., “Storia di Napoli”, Cava de’ Tirreni 1971. Vol. X, pagina 238