La Camorra di Giuseppe Alongi

La Camorra vista da Giuseppe Alongi è un testo manoscritto col sottotitolo di Studio di sociologia criminale pubblicato a Torino, dai fratelli Bocca Editore nel 1890. Una copia preziosissima dell'originale si trova oggi in custodia presso il Fondo Doria alla Biblioteca Nazionale di Napoli; un' affezionatissima premessa è dedicata al professore emerito Cesare Lombroso1.

Con segnatura sul torso il libro si presenta in ottime condizioni d'uso, leggibile facilmente e con qualche visibile ritocco nell'impaginazione.
  

Il libro è stato consultato e sviscerato come l'epistolario di Pasquale Villari dal professor Montuori a prezioso contributo reso per la pubblicazione del lavoro monografico sul termine Camorra, col titolo: Lessico e camorra. Storie della parola, proposte etimologiche e termini del gergo ottocentesco. 

La sostanziale parte interessante del lavoro svolto dall'Alongi è rendere contributiva un'analisi dello stato sociale della città di Napoli in ordine al problema Camorra negli ultimi dieci anni dell'Ottocento.


Nel sistema Camorra di istruzione dei più piccoli non se ne parla affatto.

Anche nel libro dell'Alongi troviamo quasi una denuncia contro le autorità preposte al governo del capoluogo campano.

  • Inevitabilmente corrotte nell'azione di reprimere l'avanzata del fenomeno Camorra a beneficio del popolo. Scrive l'Alongi, attestando la nascita della Camorra durante i trent'anni di regno di Ferdinando II, testualmente: ” … da allora, lo spionaggio è diventato accortezza, l'arbitrio uno zelo, la prepotenza energia, il pregiudizio una fede. E poi la frode, il furto, la truffa furono durante il governo di Ferdinando II incoraggiati se non legalizzati quando si trattava di farvi partecipare le autorità che invece erano state incaricate di combatterle”. Ed ancora continua lo studioso: ” … il sotterfugio divenne un sistema e da questo sorse una generale diffidenza inizialmente verso l'estraneo in senso generale fino poi ad estendersi all'estraneo a questo tipo di mentalità e sempre più pericolosamente - già a quell'epoca, la diffidenza - tipica della Camorra, colse i parenti con i parenti, fino a diffondersi tra padre e figlio ed ognuno guardò persino al proprio amico come al proprio nemico, fino a sospettarsi l'uno agguato dell'altro e poi inganno, simulazione, malafede tutte forme di un egoismo spuntato rigoglioso in un terreno ben preparato. Ed anche se scritto troppo artificiosamente, giunge nella stessa pagina, l'Alongi, ad una conclusione sociologica di grande effetto per la sostanza. Scrive infatti che per quell'epoca e per quelle dimensioni sociali così nefaste di istruzione e di educazione dei più piccoli e degli analfabeti non se ne parlava affatto e se qualcuno lo faceva questo qualcuno spesso era proprio chi o non voleva farlo o, peggio, non sapeva neppure farlo. Su queste basi, continua a scrivere il ricercatore, la peggior anarchia trovò il suo alimento necessario, e quelli furono complessivamente gli effetti di un governo, sempre riferendosi ai trent'anni di regno di Ferdinando II, che non esiterà a chiamarlo col detto: ” … negazione di Dio e della moralità.”.

Tutto quanto il libro è disseminto di "pericolosi" messaggi di riscatto sociale.

Di gran lunga suggestiva l'opera di Alongi a quel punto di desolazione immane tira fuori dalla sua analisi una pennellata di perduto splendore romantico.

  • Ad un certo punto, l'Alongi richiama che sotto quella degenerazione totale, sotto quelle parvenze di depravazione collettiva, sotto le macerie di una sistema educativo crollato, dissestato, stessero a crescere le grandi qualità del carattere meridionale che in pochi uomini, audaci e coraggiosi, addirittura prosperava il grande riscatto, avvenuto di fatto, scrive sempre il d'Alongi, nella nobilissima figura di Basilio Puoti, maestro di grammatica, di patriottismo ed italianità e dei suoi illustri scolari che non solo fecero grande la città di Napoli ma contribuirono con la cultura ed il sapere genuino a liberare il popolo dall'ignoranza e dall'inettitudine. E con commozione elenca i nomi di Coco, Spaventa, Fornari, De Sanctis, Settembrini, Villari, Pessina e Marselli. In definitiva la rigida visione del D'Alongi sullo stato sociale della città di Napoli lungo il corso degli ultimi dieci anni dell'Ottocento trova riscontro in quella che fu la percezione, scrive il Montuori, usando l'aggettivo: ”geniale” di Cesare Lombroso, allorquando il professore delineò il profilo del delinquente camorrista come ” … uomo primitivo e barbaro, con tutti i caratteri atavici e l'aggregato di delinquente in sostanza riflette le società primitive e le corrispondenti fasi evolutive e che per tanto non si sottrae neppure al male che ha anch'esso il suo progressivo divenire. E a questo punto una nota a piè di pagina introduce alla visione della Camnorra secondo Niceforo2 che è più antropologico-giuridica delineando due Napoli: quella superiore e quella inferiore, sottolineando che: ” … le stratificazioni che stanno nella quota bassa dell'edificio della società combattono ogni giorno contro tutto e tutti, essendo quindi psicologicamente diverse”, c'è così scritto sul documento ” … dalle stratificazioni che le gravano sopra ed esiste tra questa e quelle un antagonismo naturale”. Chiude l'analisi molto suggestiva nonché assai retorica di Alongi ancora la nota a piè di pagina di Marmo che sostiene come ogni generazione di scrittori che si sono imbattuti nell'argomento Camorra l'abbiano percepita come un abnorme arcaismo del moderno3.


Spazio note

(1) Testo a stampa (moderno) Monografia Descrizione La camorra : studio di sociologia criminale / Alongi Giuseppe Torino : Fratelli Bocca, 1890 XV, 237 p. ; 25 cm Note Testo aggiunto Testo aggiunto Testo aggiunto Testo aggiunto Codice SBN LO10349494 BNI 1890 6675 Collana Biblioteca antropologico-giuridica. Ser. 2 13 Autore Alongi, Giuseppe 1858-1939 Soggettario Firenze CAMORRA - Criminologia Luogo pubblicazione Torino Editori Fratelli Bocca Anno pubblicazione 1890 Contiene anche Il gergo napoletano Ordinamento e gesta della camorra : rivelazioni manoscritte di un coatto Rivelazioni del coatto P. Alfonso. Sul lavoro coatto Bnn F.DORIA 11. 0455 oppure V.F. 28* A 0047 (2 oppure AMALFI B 0167 bis
(2) Alfredo Niceforo, Il gergo nei normali, nei degenerati e nei criminali., Torino, F.lli Bocca 1897
(3) Testo a stampa (moderno) Monografia Descrizione Tra le carceri e i mercati : spazi e modelli storici del fenomeno camorrista / Marcella Marmo [S. l. : s. n., 1990?] P. 691-730 ; 20 cm Note Estr. da: Storia d'Italia. Le regioni: la Campania. Codice SBN NAP0268990 Autore Marmo, Marcella Soggettario Firenze CAMORRA - Sec. 19. Anno pubblicazione 1990 Bnn distribuzione MISC. Busta A 1046 (1