San Pietro ai due Frati Posillipo

Per esteso è la Cala di San Pietro l'Apostolo ai due Frati, un tratto di costa limitato dallo strapiombo delle Ville Cottrau e Grotta Marina, sovrastanti entrambe il confine disteso a mare di un’ampia masseria che culmina su una platea di scogli frangiflutti nell’insenatura del golfo di Napoli1.

San Pietro ai Due Frati è una zona di bassa costa, all’altezza del versante frastagliato e roccioso di Posillipo, chiuso ad occidente dal palazzo Bernasconi, il grosso edificio a mare merlato a due piani con torre e giardino in terrapieno, che Alessandro Baratta indica come il palazzo del Duca di Nocera.

Più modernamente conosciuta come la Baia dei due Frati, adagia poi nel punto esatto laddove si sarebbe dovuta trovare la misteriosissima cappella di San Pietro l’Apostolo2 una cappella stretta tra due scogli emersi dalle acque a guardia del sacro immobile3.

Ed ancora una volta la misteriosissima, mai rintracciata cappella di San Pietro l'Apostolo è stata segno e sostentamento di numerose leggende napoletane che dal Cinquecento in poi finirono di incantare l’angolazione del litorale, affidata alla sferza delle brezze marine sottocosta, provenienti da Mergellina e Marechiaro ed in parte scomparsi per la furia dell’elemento acqua ed in parte anche per l’opera dell’uomo.


San Pietro ai Due Frati sulla pianta storica del Baratta.

La baia poi risale il pendio fino all’altezza di Villanova contrassegnata con la lettera ”I” sulla pianta di Alessandro Baratta del 1629.

  • Negli anni in cui appartenne già come casa con masseria della congregazione di Santa Brigida, a sua volta grancia del monastero dei Santi Sebastiano e Pietro. Lo stesso monastero il 9 gennaio del 1694, processato dal notaio Spoleta, concede questo posto ubi dicitur “Pietro et dui Frati" ai fratelli Angelo e Francesco Fazaro e a Mariano de Ferrante. Sempre sulla pianta del Baratta, la cala appare cinta da un alto muraglione, dal quale protendono in altezza altri tre piccoli edifici, corrispondenti, il primo ad un giardino in terrapieno, al di sopra del quale, esistono ancora gli altri due edifici, di cui il più piccolo è il casino del Leone, l’altro, più grande, facilmente raggiungibile per le rampe antichissime di San Pietro ai due Frati, sarà fino a tutto l’Ottocento, la casa Amato ed infine poi, la villa Rossi.


Spazio note

(1) Liberamente estratto da: Le ville di Posillipo, origini, vicende, personaggi. In: I tempi di Posillipo dalle Ville romane a i Casini di Delizie Domenico Viggiani per la Electa Napoli, edizione del 1989 1181953 BNN SEZ. NAP. VII A 180 pagina 190
(2) Benedetto Croce smentisce seccamente che sia mai esistita. *Leggende di luoghi ed edifizi di Napoli / Benedetto Croce. - Napoli : Arte tipografica, 1983. - 39 p. ; 25 cm. ((Ed. di 250 esempl. f. c. Codice SBN SBL0609832 BNI 8412271 Pur tuttavia, un cintratto del 1575 lo dimostra perfettamente al suo posto.
(3) È detta ai due frati per la presenza sul posti di due scogli, l’uno di fronte all’altro come due fratelli, poi abbreviati in due frati forse anche per il senso più proprio di fratelli inteso alla maniera di guardiani, mentre, nel senso di hermanos, in taluni casi di storiografia delle leggende napoletane qualcuno ha tradotto con Palazzo delle Erme, senza tener conto di hermàs, come abbreviazione di hermà(no)s.