Via Nuova Marina a Napoli

Via Nuova Marina a Napoli1 è la strada a scorrimento veloce che attraversa in lungo e in largo l’area della città urbanizzata da edilizia marittima, secondo le prescrizioni dettate dall’Alto Commissariato del 1925.

Tuttavia spesso è confusa con questo nome anche Via Amerigo Vespucci, arteria di collegamento di Via Nuova Marina, la quale, dall'uscita del Corso Arnaldo Lucci, all'altezza dell'edificio del Mercato del Pesce e dei rioni Stella Polare e G.B.Vico, aggancia due diversi settori urbani.

Questa poi, proseguendo, cambia nome in Via Alessandro Volta nella direzione del Ponte della Maddalena, Sant'Erasmo e le prime propaggini del quartiere di San Giovanni a Teduccio.
Impostata per mezzo di tre diversi sistemi e quattro settori, quello relativo all’area di piazza del Municipio, a nord ed ugualmente quello di piazza del Mercato, ultimo dei settori a sud, da punto a punto, tentano di coordinare ed orientare tra loro le diverse maglie sette ottocentesche, che, via a via negli anni, spariranno dal fronte del Golfo su cui erano inizialmente esposte.
Via Nuova Marina aggancia idealmente la destra del Rettifilo che lo percorre parallelo fino a piazza Municipio, nel punto esatto in cui, alle falde del Maschio Angioino, questa strada termina con nome di via Acton.


Il percorso descrittivo di Via Nuova Marina.

Dall'altro lato si presenta arretrato alle spalle della Caserma di Cavalleria2 all’altezza della zona detta del Mandracchio, proseguendo da questo comparto in poi in rettilineo fino al Carmine Maggiore, escludendo la chiesa di Santa Maria di Porto Salvo e tagliando in due il quartiere della Dogana.

  • Gli interventi pre e post-unitari sui settori interessati dall’attraversamento della via Nuova Marina non hanno brillato in termini di tipologia; il Rettifilo alle spalle della strada continua a svolgere la sua funzione di paravento, e la città moderna al di qua e al di là di via Marina è emersa tra ciò che è stato costruito dal Risanamento e ciò che è stato distrutto dalle bombe del 1943 in maniera assurdamente ordinata. Tra piazza del Municipio e via De Gasperi, infatti, vi sono una serie di comparti urbani saturi di costruzioni moderne che fino a questo punto si sovrappongono e si contrastano, bisognando ogni volta cercare di ripercorrere le soluzioni alla ricerca del sistema edilizio più antico e quello che invece dovrebbe risultare prevalente. E, mentre le cortine edilizie sul Corso Umberto I affacciano in maniera unitaria, su via Nuova Marina è stata talmente ridotta la versione antica dei comparti da potersi escludere ogni tipo di recupero. Tuttavia, a sorpresa, proprio laddove non lo ci si aspetterebbe, tra il Lavinaio a piazza del Mercato, resistono focus di antichità urbana, sopravvissuti agli sventramenti attuati dal Risanamento, che, va detto, impegnano molto la somma dei quartieri esposti al Corso Umberto I, anche se si completano solo su via Nuova Marina. Il Lavinaio infatti, segna il limite col Corso Garibaldi, consolida il comparto del Carmine e al tempo stesso diventa cesura per il sistema edilizio della Marittima ed avamposto per la città sul mare. Ed infine, bisogna ricordare che l’ampia curva generata da via Nuova Marina, innesta un sistema contrapposto a ventaglio rispetto all’angolo disegnato dai due lati del triangolo, ordinato dalla regolare successione dei blocchi residenziali tra il vertice della via Duomo ed il Corso Umberto I. Complessivamente l’assetto urbanistico assai chiaro, limpido, la successione episodica degli interventi del Risanamento non consentì per la riforma urbana attuata una sistemazione edilizia adeguata alla limpidezza del tracciato, limitandosi solo a raccordarne l’impaginato della strada col quartiere della Dogana. Poi l’apertura di via De Gasperi, ha invece inciso su questa relazione, avviando la serie di lotti perimetrali inversi ed infine il piano della Marittima ha sovrapposto la misura di ulteriori lotti costruiti negli spazi residui alla direttrice di penetrazione costiera.


Spazio note

(1) CONTRIBUTI :Piazza Borsa e Piazza Nicola Amore di Giancarlo Alisio Aspetti della Cultura architettonica dell'800 a Napoli. Il risanamento e l'ampliamento della città, in Rivista di Architettura, Cronache e Storia, numero 255, 948137. Rivista mensile, direttore Bruno Zevi, Anno XXII n° 9 gennaio 1977 BNN SEZ NAP MISC. VI C 3/13 e da: I quartieri bassi di Napoli dietro il risanamento progetto di Ludovico Fusco, F. Domenico Moccia, Salvatore Polito Litografie artistiche napoletane presso la L.N.n di Napoli febbraio 1984 BNN SEZ NAP MISC. C VII 3/33
(2) La caserma di cavalleria ed il Serraglio sono stati abbattuti dai bombardamenti del 1943; i ruderi che ne restarono sono stati quasi del tutto rimossi.