Via San Gregorio Armeno a Napoli

E' la cosiddetta via dei Pastori di Napoli1, tutta quanta sviluppata sotto i portici fino al 12002, in alcuni casi conosciuta come la via dei maestri figurari, i creatori napoletani di scarabattoli e pastori vestiti con le calze giustacuore2bis, le gabbane ricamate e le figure di santi in misura terzina sottovetro.

La produzione dei Pastori rientra nell'uso degli elementi del Presepe napoletano, ovviamente in costume popolare rustico, con forme e plasticità mantenutesi intatte dal XVIII secolo3.

E' il cuore insediativo dell'omonima zona che assieme alla regio Nilensis, formano il centro di vita culturale della sezione San Lorenzo, distretto culmine del Centro Storico UNESCO, dichiarato patrimonio dell'Umanità per aver mantenuto intatti il tracciato ippodameo e segnatamente per il carattere grego-romano definendo chiaramente i luoghi della regio augustalis ed il presunto santuario napoletano di età romana, dedicato alla dea Cerere, indicato sul posto col ritrovamento della Sacerdotessa di San Gregorio, al numero civico 14, sotto il campanile pensile. 

E' in altri casi conosciuta come la via Nostriana4, poi detta anche via di San Gennaro a Diaconia5, ed ancora anche via San Ligorio o San Liguoro secondo la deformazione popolare6.

Inizia all'angolo delle chiesa di San Biagio dei Librai a destra del decumano inferiore, piccola modestissima facciata aperta sulla sua omonima strada, s'incontra per prima la chiesa di San Gennaro all'Olmo, segue, il Palazzo della Domus Juanuaria, anticipata dal blocco del Vico di Santa Luciella ed i portici del complesso monastico di San Gregorio Armeno7


Le proprietà del Monastero di San Gregorio e l'isolato mormandeo.

Su via San Gregorio Armeno, a partire dalla Torre Campanaria della Basilica di San Lorenzo Maggiore vi sono quattro palazzi in successione che costituiscono l'isola delle case Mormando.

  • Essi sono, rispettivamente il palazzo corrispondente al numero civico 12, il palazzo D'Apice, al numero civico 18, il palazzo Donadio, al numero civico 21, il palazzo Minico-De Palma ed infine, al numero civico 24, la Casa detta dei Polverini. Via di San Gregorio Armeno sfocia sul "Foro Romano" l'attuale piazza San Gaetano. Il dente sull'isolato di vico Santa Luciella presenta la deformazione del tracciato viario con un muro di opera reticolare e laterizio. Un pezzo di pavimento maiolicato, alcune statue di epoca romana collocherebbero il presunto tempio di Cerere da molti autori ritenuto collegato al monastero della Monache di Santa Patrizia sul fianco della via Augustale, mentre sotto il cavalcavia che collega il monastero di San Pantaleone, Amedeo Maiuri ci ha ravvisato i segni del culto a Demetra in base ad un marmo presente proprio sul cavalcavia8, sul quale nel XII secolo si ha notizia della costruzione di un campanile. Area a stratificazione del tessuto urbano corrispondente ad una consolidata economia fondata sull’artigianato dei fiori e dei pastori costituito dalla lavorazione massiva degli anzidetti prodotti, esposti sui panchi in gran parte dei piani terra prospicienti la via che oggi si chiama in definitiva via di San Gregorio Armeno. Le botteghe per l’esposizione permanente del presepe napoletano dei pastori e della relativa minuteria presepiale, dei ninnoli in avorio o semplici, piccoli e sintetici ciondoli della tradizione mista in colori più vari, statue dei santi in legno, in stucco o resine varie oltre che dell’impiego massiccio di fabbriche per la produzione e messa alla vendita di fiori di carta, sulla stradina di San Gregorio Armeno aperta tutto l’anno da un progetto del lontano 1980 sono andate nascondendo le tessiture murarie, la zoccolatura perimetrale ed i basamenti in piperno dei Palazzi e delle Case storiche. L’apparecchiatura delle superfetazioni asportabili rilevano maldestri interventi non autorizzati, con un forte inciso in maniera irreversibile sul tessuto storico compromettendo definitivamente la complessità spaziale9 . In un documento storico all'Archivio di Stato del Monastero dei Santi Severino e Sossio di piazzetta Grande Archivio10 si segnala la vecchia stamperia di don Angelo Coda, la bottega della figurara sulla calata della Chiesa sotto il campanaro di San Gregorio. Il contrasto tra la strada stretta ed il dominio del complesso monastico di San Gregorio Armeno è un'autentica caratteristica d questa zona, mentre le vie isolate ed ugualmente gli stessi edifici separati dalle vie con l'uso dei piazzali antistanti mostrano comune equilibrio nella forma delle architetture spaziali. Sono specificità di città mediterranee e non piuttosto di civiltà europee, con radici innervate nella tipologia della domus romana, contrariamente alla sua origine del tutto greca ed ancor oggi ippodamea.

Via San Gregorio ed i due Mormanno.

Tutto quanto comprende il lato sinistro di Via San Gregorio Armeno partendo dalla torre campanaria di San Lorenzo Maggiore è già patrimonio del Monastero fin dal '500.

  • Le caratteristiche dell'apparato immobiliare di questo lato della strada, come per esempio il cornicione dentellato e gli ovoli di abbellimento del palazzo D'apice, lasciano ipotizzare la mano del Mormanno nella risistemazione che questo palazzo ebbe dopo la prima cessione dalle Benedettine a Giovan Battista D'Apice. È solo un ipotesi poichè non v'è documento contabile né testuale che lo indica come sicuro, ma l'attribuzione conta sulla sottoscrizione che lo stesso Mormanno eseguì come testimonio nell'atto della compravendita dell'immobile ed anche perchè si sa che fino al 1507 il Mormanno fu proprietario del palazzo che sta subito appresso. Questo lato della strada rispetto al suo lato opposto è occupato da edilizia privata, poiché sul lato opposto ancora vige la presenza del mastodontico monastero. Quindi sul versante a sinistra tutto ciò che si conosce è da attribuirsi alla sola capacità dell'economato del monastero di rendicontare le alternate vicende legate a quest'apparato e quindi di offrirne maggior chiarezza proprio nell'universo documentale disperso qua e là, poi pazientemente rintracciato, riordinato e riletto oltre che integrato al volume di Felice Autieri nell'occasione della pubblicazione del saggio su San Gregorio Fondazione Valerio per le Donne. A partire dalla ricchezza delle informazioni messe a raccolta è stato possibile ricostruire più precisamente il contesto immobiliare, i censi, le fidejussioni, ed i possessori dei palazzi che stanno compresi tra la basilica di San Lorenzo Maggiore e la diaconia di San Gennaro all'Olmo. E non solo; è stato utilizzato come filo conduttore la somma dei censi pagati alle Bendettine di San Gregorio, i nuovi proprietari sopraggiunti alle medesime unità abitative confrontati con quelle confinanti, sempre, minutamente trascritti ad ogni occasione d'atto notarile. E poi, la lettura delle varie carte catastali, i documenti inediti, quelli sopraggiunti all'era moderna, le fonti private, il confronto tra esami di studio e letture della mappe antiche con quelle più recenti, l'esame visivo su strada delle facciate dei palazzi, le loro caratteristiche tipologiche, le finestre, i cornicioni, le coperture, la sistemazione delle grondaie, tutto per concorrere a ricostruire senza equivoco di sorta la crescita della parata immobiliare di questo comparto. Ed evitare l'annoso problema delle errate attribuzioni che hanno caratterizzato a partire dal 1900 gli ultimi tre secoli precedenti sulla ricerca e la didattica generando tanta di quella confusione da credere, soprattutto tra la fine del XVII ed inizio XVIII secolo, che i due Mormanno conosciuti dalla storia architettonica di questa città, Giovanni Donadio e Giovanfrancesco De Palma, fossero stati la medesima persona. Solo gli studi novecenteschi hanno provveduto a chiarire la sola indiretta appartenenza dei due ad un legame di parentela quanto mai assai impreciso. L'unica cosa che non è mai stata realmente chiarita, e forse mai lo sarà, è che probabilmente, Giovanfrancesco dovette esser stato figlio di primo letto della moglie di Donadio, dal quale, ne acquisisce solo il cognome come soprannome, mentre resta immutata la paternità col cognome di De Palma. Persino la stessa platea del monastero di San Gregorio, così meticolosa e puntuale nel descrivere il paesaggio contestuale, ammette che è ormai impossibile distinguere siti e fabbriche tanta la confusione che ne è stata durante il corso dei secoli, sbagliando addirittura nell'indicare come di proprietà di Gianfrancesco De Palma il palazzo sito al numero civico 58 della stessa strada. Tutti e due i Mormanno ad ogni modo presero casa in questa zona alta di Via San Gregorio; il primo, Giovan Francesco De Palma, con un contratto stilato per soli 26 ducati si apparta in un palazzetto ancora oggi esistente al numero civico, 24, mentre, l'altro Mormanno, Giovanni Donadio, con spesa di soli 19 ducati, sigla nel 1510 un contratto di locazione con le monache per un appartamento al numero civico, 21, a differenza di qualche decennio prima che ne fitta un'altra sempre sulla stessa strada al numero civico, 14. Fu fonte di grande importanza per la giusta attribuzione delle proprietà lungo i filo superiore di via San Gregorio Armeno, il libro dell'anno del 1570, iniziato a gennaio di quello stesso anno, dalla madre superiora, veneranda badessa, Giulia Caracciolo, sul quale, essa e ed il procuratore del monastero, tale, Alessandro Pansulio, ci segnano puntuali tutti gli introiti di quell'anno e degli anni precedenti, c'è scrittto sul documento, tutte le jntrate, Redditi, Censi e Psuni. Sul testo ugualmente tra le sue pagine si legge che al monastero versava una quota annua di 19 ducati anche Tommaso Naclerio, ed ancora ancche Gianvincenzo ed Antonio Romano, fratelli e figli eredi del magnifico Giovan Filippo Romano e moglie in casa con sé, tale Angela De Martino. I detti coniugi, però, è scritto sul libro, pagavano al Mormanno, Giovan Francesco, 15 ducati l'anno per la locazione di casa con poteca11.


Patrimonio immobiliare di via San Gregorio Armeno.


 Palazzo Minico De Palma  Palazzo Guasco Donadio
 Palazzo D'Apice  Palazzo De Capua conte di Altavilla 
 La Domus Magna  Casa dei Polverini
   


Spazio note

(1) Liberamente estratto da: *[1]: Centro antico/ Italo Ferraro. - Napoli : Clean, 2002. - LXX, 599 p. : ill. ; 31 cm.ISBN 8884970822 Comprende Napoli : atlante della città storica , 1 Autore Ferraro, Italo Soggettario Firenze NAPOLI - Centro antico - Architettura Napoli - Centro storico - Sistemazione urbanistica Luogo pubblicazione Napoli Editori Clean Anno pubblicazione 2002; e da *L'antica strada di San Gregorio Armeno/ a cura di Franco Strazzullo. - Napoli : Arte tipografica, 1995. - 131 p., 9 c., 12 c. di tav. : ill. ; 24x25 cm. Autore secondario Strazzullo, Franco Soggettario Firenze NAPOLI - San Gregorio Armeno Luogo pubblicazione Napoli Editori Arte tipografica Anno pubblicazione 1995; e da: *Civiltà del Settecento a Napoli (1734-1799) : scultura e presepe nel Settecento a Napoli / catalogo della Mostra a cura di Teodoro Fittipald [Napoli]
(2) [*Per la storia della regione di Napoli: corti e Portici nel 13. secolo / Gabriele Capone Comprende Napoli nobilissima : rivista di topografia ed arte napoletana , V. 34(1995), nn. 3-4; pp. 117-122 Autore Capone, Gabriele]
(2bis) Per il significato di Giustacuore, su Treccani

(3) [Fatta eccezione per la Madonna e San Giuseppe per le quali verrà rispettata la tradizione del manto e delle lunghe vesti. Figuraro, l'artefice modesto, colui che segue con distanza l'artista maggiore; segue con attenzione il maestro, ma sarà sempre incapace di creare di suo; assimila le caratteristiche più evidenti di un'opera in voga e talvolta tenta di interpretarla con criteri del tutto personali. Gli riesce efficacissimo per naturalezza ed ingenuità di piazzare il prodotto fino a creare moda, evento; ripete nella forma di mestiere alla lettera la parola del Vangelo, il fascino francescano della Natività. *Il presepe napoletano / Giuseppe Morazzoni. Comprende Dedalo : rassegna d'arte , A. 2, fasc. 6 (nov. 1921), p. 380-404 : ill. Autore Morazzoni, Giuseppe Soggettario Firenze Presepe napoletano*Il presepe napoletano / Giuseppe Morazzoni. Comprende Dedalo : rassegna d'arte , A. 2, fasc. 6 (nov. 1921), p. 380-404 : ill. Autore Morazzoni, Giuseppe Soggettario Firenze Presepe napoletano]
(4) [Dal vescovo di Napoli San Nostriano, I secolo d.C., lo dice Domenico Ambrasi in Il Cristianesimo e la Chiesa napoletana dei primi secoli, vol. I Cava de' Tirreni, 196pagg. 697-713 Cfr Roberto Pane, Il Monastero Napoletano di San Gregorio Armeno, Napoli 1957 pagg. 18 41 e poi note 14, 15]
(5) [La Chiesa di Napoli nell'Alto Medioevo in “Storia di Napoli” Cava de' Tirreni 1969 vol. II, tomo II pagg. 670 e 729 a cura di N. Cilento Cfr Venditti in L'Architettura nell'Alto Medioevo, in “Storia di Napoli”, vol. II tomo II alle pagg. 832e anche note 142, 144]
(6) [ *L'antica strada di San Gregorio Armeno / a cura di Franco Strazzullo. - Napoli : Arte tipografica, 1995. - 131 p., 9 c., 12 c. di tav. : ill. ; 24x25 cm. Autore secondario Strazzullo, Franco Soggettario Firenze NAPOLI - San Gregorio Armeno Luogo pubblicazione Napoli Editori Arte tipografica Anno pubblicazione 1995. Più che di una distorsione dialettale sembra che Ligorio provenga come dimostra Mallardo dal Calendario Lotteriano, una specie di liturgia sacra databile 1294. In questo Calendario il 2 dicembre è segnato come sacro a San Ligorio e non invece a San Gregorio. *Il calendario lotteriano del secolo 13. - Napoli : Tip. Unione, 1940. - 8. p. 216. BNI 1941 182 Autore Mallardo, Domenico Soggettario Firenze Calendari religiosi Luogo pubblicazione Napoli Editori Tip. Unione Anno pubblicazione 1940]
(7) [Minieri Napoli, Topografia e Archeologia, in “Storia di Napoli”,vol. I Cava de' Tirreni 1967, pagg. 444 e 446]
(8) [Si tratta di un bassorilievo in marmo, ritraente una Canefora antica, mutila e sfregiata dal tempo. *Premessa geofisica alla ricerca di Sibari : i corsi d'acqua e il litorale della Piana di Sibari nell'antichità / Agatino D'Arrigo. - Napoli : L'arte tipografica, 1959. - 191 p., [5] c. di tav. ripieg. : ill. ; 24 cm. ((Presentazione di A. Maiuri. - In testa al front.: Università di Napoli, Centro studi per la Magna Grecia Collana Centro di studi per la Magna Grecia ; 1 Autore secondario Maiuri, Amedeo Centro di studi per la Magna Grecia Autore D'Arrigo, Agatino Soggettario Firenze PIANA DI SIBARI - Antichità - Geografica fisica Piana di Sibari - Topografia storica SIBARI - Identificazione Luogo pubblicazione Napoli Editori L'arte tipografica Anno ]
(9) [Proposta di risanamento dell'area di San Gregorio Armeno dall'architetto Emma Buondonno all'iniziativa ANIAI Campania, ”Napoli, proposte in breve”. Mostra tenutasi al Maschio Angioino di Napoli il 25 e 26 giugno del 1991]
(10) [Monasteri Soppressi Fascicolo 3441].
(11) «Prefate vero domina Abba … habere ... quemdam fundicum consistentem in membris infrascriptis V3 uno subporticali cum introitu, curti, puteo cantaro, et tribus membris inferioribus, cum astraco ad solem discoperto, in modum terratie, cum orticello, ac membris alijs suis superioribus et cum quadam coquina, situm, et positum in plathea dicti Monasterij Sancti Ligorii, juxta bona dicti Monasterij a tribus partibus juxta bona domini Gabrielis de Risio, juxta viam publicam, et alios confines ... inperpetuum locaverunt ducatos tresdecim de carlenis argenti, nec non infra annos duos continue complendos expositurum de propria pecunia ducatos centum de carlenis argenti in fabricam et reparationem ipsius domus, seu fundicis … ipseque promiserunt … claudi facere omnes aperturas, fenestras, et sasinas sistentem super orticellum predictum …». ASNa, Monasteri soppressi, 3414 bis