Piazza del Plebiscito Napoli

E' una delle piazze di Napoli1bis, un rilevante spazio urbano del centro storico della città2, utilizzato da programmi di intrattenimento pubblico di vario genere2bis.

Appartiene al quartier San Ferdinando di cui ne è l'epicentro di vita popolare e culturale e la sua superficie copre parte dei dieci mila metri quadri di cavità sommersa ad essa corrispondente, sotto la quale, giacciono inalterati gli ultimi resti studiati dell'acquedotto della Bolla e le cisterne del Tunnel Borbonico.

Fino all'eruzione vesuviana del 1631 ha ospitato la Fontana del Nettuno, oggi collocata in piazza Municipio, cingendo il limite dei Quartieri Spagnoli, Egiziaca e Pizzofalcone ed è conclusa dal massiccio corpo di fabbrica della chiesa di San Francesco di Paola3.

E' impostata secondo l'eco illanguidita dell’arte di Vanvitelli4, che, tuttavia, non ne muta la funzione di importante arteria di comunicazione tra l'epicentro della sezione San Ferdinando, piazza Trieste e Trento, col Borgo Santa Lucia a Mare5.

L’altra porzione dell’invaso si conclude parallela al perimetro lineare della facciata principale di Palazzo Reale. Questo tipo di funzione doppia, per una singola piazza, è ripetuta con tangibile somiglianza anche a piazza Dante Alighieri e piazza Mercato.

Il convento di Santo Spirito di Palazzo, abbattuto per far posto al Palazzo della Prefettura è da datarsi metà del XIV secolo.

Apparsa per la prima volta sulla carta geografica disegnata dal Lafrery nel 1566 e visibilmente non definita su un’unica soluzione di quota, in luogo della facciata di palazzo Reale, si osserva il muro di Palazzo Vecchio, opera voluta nel 1560 dal vicerè Pedro de Toledo.


Storia breve di piazza Plebiscito.


Nei ventisette anni compresi tra il 1809 ed il 1836 piazza Plebiscito cambierà nome e sembianze due volte.

  • Un primo episodio di profonde mutazioni urbanistiche avverrà nel decennio francese di Gioacchino Murat, durante il quale, oltre a vedersi fondato in questo spazio pubblico il palazzo della Prefettura e le necessarie impostazioni neoclassiche per la Reggia e per il palazzo Salerno, la piazza si chiamerà Largo di Palazzo. Ad avvenuta restaurazione borbonica, invece, piazza Plebiscito diverrà il Foro Ferdinandeo, centro distrettuale di un fitto programma di interventi politici ed economici, con a capo un processo di trasformazioni urbane selettivo degli usi e dei costumi borbonici6. Piazza del Plebiscito a Napoli, negli anni precedenti il 1540, mantenne la forma di slargo irregolare caratterizzato dalla presenza fisica di tre immobili, collocati tutti in un ambiente ad orografia fortemente accidentata e che oggi non esistono più. Essi sono: il complesso di Santa Croce di Palazzo, sistemato a ridosso della Salita del Gigante, all’altezza dell’attuale imbocco della via Cesario Console, la chiesa di San Luigi di Palazzo disposta di modo che offrisse all'informe piazza, su cui affacciava, il suo prospetto laterale,  una serie di orti e selvette e umili casolari, l’antichissima chiesa di San Giovanni ad Lampades, e l’oratorio eremitico dei Santi Ludovico e Martinello.

Piazza Plebiscito come manifesta impronta di piazza d'arte.

Le prime significative sembianze dell’attuale forma di piazza Plebiscito le si dovranno agli interventi che interesseranno tutta quanta l’estensione della città da occidente in direzione del mare, sempre più approdato ed industrializzato, culminate nella sistemazione regia del palazzo Reale ad opera di Domenico Fontana.

  •  Nel secolo in cui tutta quanta l’immobiliarità sul fronte del palazzo trascurata la valenza religiosa, acquisterà più significato politico e commerciale molto prima dell’avvento di significati più propriamente militari8la forma orografica della piazza resterà immutata anche dopo l’innalzamento della cortina della reggia e le tre chiese a ridosso della collina di Pizzofalcone sopravvivranno agli eventi e alle modificazioni architettoniche ad essi legati. Nei primi cinquant’anni del Seicento e fino ai primi dieci anni dell’Ottocento, la piazza subirà la sua manifesta impronta di piazza d’arte8bis, insediata dalle imponenti macchine per le celebrazioni delle nascite dei re, con l’innalzamento de gli Archi Trionfali, i Padiglioni, i Catafalchi, tutte manifestazioni di un linguaggio nuovo che legava il popolo al suo re, ma soprattutto stabilì nuove regole abitative specie e soprattutto per il largo davanti Palazzo Reale9. Una situazione di fatto che si leggerà da allora su molti documenti sacri al Grand Tour del primo e secondo Settecento europeo. In un disegno del Sanfelice, si nota chiara e superba la presenza della Cuccagna. In due distinti dipinti di Ruiz, uno della collezione Novelli ed un altro estratto da una collezione privata, si ripropone ancora una volta, il tema delle celebrazioni di massa proprio in questa piazza tenutesi in occasione delle nascite delle serenissime, pur tuttavia, si volle con queste macchinazioni politiche delle feste, via a via, approntare la forma definitiva della piazza con gli allestimenti scenografici che soddisfa vano sì il bisogno di festeggiare l’evento della nascita del sovrano, ma al tempo stesso, si anche disegnare le tante e molte possibilità di sistemazione della piazza medesima10. Infine, degni di nota, sono gli apparati di festa progettati da Maresca nel 1799 in occasione del ritorno di Ferdinando dalla Sicilia, ed ancora nel 1806 per l’ingresso trionfale di Giuseppe Bonaparte, e due anni dopo gli addobbi per le celebrazioni dell’arrivo a Napoli di Gioacchino Murat. Quest’ultima festa si è tenuta proprio in piazza Plebiscito, realizzata con un grande partecipazione di popolo ed autorità accorsi ad osservare lo spettacolo dell’anfiteatro tutto in legno, con tanto di gradini, coronato, sempre in legno, da un loggiato con colonne e alle estremità due torri. Questa costruzione in legno per le feste sarà l’ultima che verrà realizzata a Napoli e nel mondo, che di lì a poco, subirà i mutamenti del progresso del diritto e della tecnica e che faranno sempre a meno di questa pratica obsoleta di fingere col legno particolare e provvisorio, una possibile soluzione urbanistica, in luogo di autentiche trasformazioni architettoniche definitive dato dal marmo e dal cemento11. Già alla fine del XVIII secolo vennero prospettate soluzioni per lo sfondo della piazza, coordinato da due progetti messi a firma di Basilio Anito ed Emanuele Ascione. 

Le trasformazioni della piazza a partire dal periodo di Gioacchino Murat.

Nonostante i ripetuti interessamenti, nel XIX secolo la situazione complessiva della piazza è ancora informe, una condizione di stasi, ferma alle descrizioni viste con chiarezza nelle piante sia del duca di Noja del 1775 sia nella carta topografica Rizzi-Zannoni del 179012.
 

  • Solo il 23 febbraio del 1809 su concorso indetto da Gioacchino Murat, si comincia la lenta, inarrestabile ed inesorabile trasformazione urbanistica della piazza a partire dalla demolizione dei conventi di San Luigi e Santo Spirito; ancora in piedi resterà solo il convento di Santa Croce di Palazzo. In prima istanza, il progetto preferito alla corte francese fu quello di Leopoldo Laperuta13affiancato punto per punto dai successivi passaggi di De Simone, pure quest’altro un progetto messo sotto esame e sotto torchio arriverà all’epoca del bando ferdinandeo14, del 181515, aggiornato e riveduto secondo schemi risultati in perfezione rispetto alle matrici di relazione pubblica rassegnata dall’autore Marino Massari. Dunque alla data del bando pubblicato da Ferdinando di Borbone, il palazzo della Prefettura fu già condotto a termine dei lavori ed il palazzo Salerno è assicurato che, il massiccio corpo di fabbrica, già sede del Real Battaglione Ferdinando, fu trasformato da Francesco Sicuro in palazzo dei Ministeri di Stato Borbonici16. La sua veste attuale, in tutto e per tutto simile al dirimpettaio palazzo della Prefettura, da cui dista 650 palmi napoletani17 (18), dovette essergli stata conferita dopo la costruzione di quest’ultimo e secondo gli schemi, gli stili ed i partiti architettonici progettati proprio per la foresteria borbonica e non inversamente.


Spazio note

(1) La forma stessa della piazza venne per così dire difesa da ulteriori progetti non proprio significativi di qualche miglioramento, tipo i progetti Fiocca del 1861-1862 e Schioppa del 1887. Giancarlo Alisio Lamont Young. Utopia e realità nell’urbanistica napoletana dell’Ottocento. Napoli 1978. Vedasi anche Il progetto di Fusco Ghiraldi AA.VV., Progetti a Napoli dal 1860 al 1898 Napoli 1978 tavola 32
(1bis) Antichissima proprietà degli Olivetani di Pizzofalcone. In riferimento alla Pianta della Platea di Ecle. Le piazze seicentesche a Napoli e l’iniziativa degli Ordini religiosi di Teresa Colletta. Lo spazio pubblico dal Medioevo all’età Contemporanea in Storia della Città. Rivista internazionale di Storia urbana e territoriale Electa 54-55-56 Teresa Colletta, numero monografico coppio numero 34 e 35 del 1985 ]
(2) Nella sua peculiare cifra ambientale, piazza del Plebiscito si presenta come il risultato ultimo e definitivo degli assunti posti dall’intera storia della città di Napoli, via a via avvicendati dalla cultura delle varie generazioni che l’hanno prodotta.
(2bis) Per la prima volta in assoluto nella sua storia, il pomeriggio del 7 gennaio 2015 è stata usata come spazio pubblico per accogliere la cittadinanza accorsa in flash mobilitation a rendere l'ultimo saluto allo scomparso cantautore napoletano, Pino Daniele.
(3) I termini precisi del bando di concorso ferdinandeo furono inequivocabili: la forma della piazza doveva rimanere circoscritta al Palazzo Reale verso oriente, il palazzo Salerno in direzione di Mezzogiorno ed il palazzo della Prefettura a settentrione. Il colonnato della chiesa di San Francesco di Paola, già fondato senza la chiesa doveva restare al suo posto a Ponente.
(4) L' Accademia di belle arti di Napoli : (1752-1952) / Costanza Lorenzetti. - Firenze : Le Monnier, [19..]. - 506 p., [16] c. di tav. : ill. ; 25 cm. Codice SBN VEA0070745 Autore Lorenzetti, Costanza
(5) Dalla collezione privata a Washington una splendida opera di William Clarkson Standfield (Sunderland 1793 Hampstead 1867) il Largo di Palazzo testimonia la veduta del largo dal lato di palazzo Salerno. Sullo sfondo La Certosa e la Vigna di San Martino sopra alle Celse.
(6) [Il *Palazzo della Prefettura/ Ugo Carughi, Luisa Martorelli, Annalisa Porzio. - [Napoli] : S. Civita, [1989]. - 188 p. : ill. ; 31 cm. Codice SBN CFI0143298 Autore Carughi, Ugo Porzio, Annalisa Martorelli, Luisa Soggettario Firenze NAPOLI - I - Palazzo della Prefettura Luogo pubblicazione Napoli Editori S. Civita Anno pubblicazione 1989.
(7) (8) Giancarlo Alisio: L'immagine della città. In Civiltà del Seicento a Napoli 1. - Napoli : Electa, [1984]. - 509 p. : ill. ; 25 cm. Codice SBN NAP0034039 ISBN 8843510754 8843510924 Fa parte di Civiltà del Seicento a Napoli , 1].
(8bis) La prima delle esposizioni moderne della piazza, la prima nel senso, l'unica di cui si dispone di un negativo prima dell'avvento della fotografia a colori, fu l’installazione di una vasca d’acqua con gioco di fontana fatta funzionare nel 1885 in occasione della cerimonia apertura dell’acquedotto del Serino. La fontana pubblica fu qualche giorno dopo smontata dal posto. Giancarlo Alisio e Alfredo Buccaro Napoli Millenovecento. Dai Catasti del XIX secolo ad oggi. La città, il suburbio, le presenze architettoniche per la Electa Napoli 2000 BNN SEZ NAP VII A 1613 pag 70
(9) F. Mancini Immaginario di regime. Apparati e scenografie della corte dei vicerè, in Civiltà dei Seicento a Napoli, vol. II Napoli 1984
(10) Venditti: Architettura neoclassica a Napoli, Napoli 1960 pag. 158 e segg. Vedasi anche Cosentini, Il foro Murat in Napoli Nobilissima, 1898 vol. II pag., 33 e segg
(11) Piante e prospetti architettonici di chiese e palazzi / Ascione. - [S. l. : s. n., 18..]. - 15 c. di tav. : inc. ; 34x20 cm. ((Tit. del catalogatore Codice SBN NAPG008836
(12) Atlante del Regno di Napoli, ridotto in 6. fogli da Giovanni Ant. Rizzi-Zannoni geografo di Sua Maestà Siciliana ; Marco di Pietro scris. ; Vincenzo Aloja sculps. - Scale di miglia 30. italiane di sessanta al grado, di 10. leghe comuni di Francia da venticinque al grado. - [S. l. : s. n., 18..]. - 1 c. geogr. su 2 fogli ; 145x71 cm ciascun foglio, ripieg. 25x18 cm. ((In margine al cartiglio: Aless.o D'Anna inv., e del. ; Gius. Azzerboni inc. Codice SBN NAPG017603L.P. Terza Sala 19. 05. 15 (1-2
(13) E. Catello, Architettura neoclassica a Napoli. La chiesa di San Francesco di Paola, in Napoli Nobilissima, vol. VII Napoli 1978
(14) 1806 al 1825 : dalla seconda invasione francese (8 febbraio 1806) alla Restaurazione (20 maggio 1815), alla morte del sovrano (4 gennaio 1825) / Filippo Russo. - Napoli : Graus, [2006]. - 214 p. ; 23 cm. Codice SBN NAP0360560
(15) Sasso rispetto a tutti gli altri autori interessati alla storia immobiliare di piazza del Plebiscito di Napoli commette l’imperdonabile errore di indicare la data di pubblicazione del bando ferdinandeo al 1817, poi corretta da Catello al 1815. Sasso, Storia dei Monumenti di Napoli e degli architetti che la edificavano, Napoli 1858, pagina 127
(16) A. Venditti, Il Palazzo Salerno in Napoli. Un episodio di “decor” urbano nella Napoli neoclassica in Castra et Ars. Palazzi e quartieri di valore architettonico dell’esercito italiano Roma-Bari 1987
(17) Napoli e contorni / Giuseppe M. Galanti ; introduzione di Fabio Mangone. – Nuova ed. interamente riformata dall’abate Luigi Galanti. – Napoli : Grimaldi & C., [2005]. – 15, VII, 381 p., [13] c. di tav. : ill. ; 25 cm. ((Ripr. facs. dell’ed.: Napoli, presso Borel e comp., 1838. – In cofanetto. Codice SBN NAP0340738 ISBN 8888338942 ]