Pignasecca

E' una zona di Napoli1, seconda municipalità, Montecalvario, posta al di là di Porta Reale Vecchia, aperta a monte di via di Portamedina dalla piazzetta e dalla chiesa di Santa Maria di Montesanto e dalla chiesa della Trinità al nosocomio dei Pellegrini.

E' attraversata dalla linea storica della Metropolitana di Napoli ed è collegata all'apice del monte da una delle due stazioni funicolari della collina del Vomero.


E' l'espansione dell'aggregato urbano dalle direttrici Pignasecca-Portamedina, un'area della città di Napoli inframmezzata da un vallone, per un primo momento adatto come displuvio d'acqua piovana, ivi confluita secondo il sistema di canali radiocentrico dai colli circostanti e convergenti inizialmente verso la Corsea, ovvero, quella porzione di terra oggi insediata dal palazzo delle Poste, nell'area di nuova fondazione del rione San Giuseppe-Carità.

Nel Cinquecento divenne invece a sfruttamento della valle imbrifera un facile collegamento tra i casali collinari e il tessuto urbano dentro le mura della città antica fino al 1566 anno in cui fu aperta la via dell'Infrascata, oggi via Salvator Rosa.


Il sottosuolo cavo della Pignasecca.

In sottosuolo si ricorda la conformazione dell'andamento a seconda del passaggio di un antichissimo acquedotto.

  • Che dal vico del Salvatore a Caponapoli, sopra a via Costantinopoli, proveniente dalla bolla d'acqua nelle anfrattuosità del borgo alle Cavaiole, discende via San Sebastiano e attraversa piazza del Gesù Nuovo in corrispondenza d'angolo a via Cisterna dell'Olio raggiungendo la Pignasecca2. In superficie essa è occupata da manufatti detti a nastro sulla direttrice di via Pignasecca in direzione del palazzo della Nunziatura a piazza Carità, come anche della via Magnocavallo verso la collina identificabili quali condotti alla città di vie extraurbane convergenti da nord-ovest a sud-ovest secondo l'andamento degradante del pendio e dall'altro poi il fascio parallelo di strade che da nord a sud discendono dal versante dei Quartieri Spagnoli, rispecchianti invece un preciso piano urbanistico che bisogna però pensare successivo alla tessitura della città vicereale. Anticamente questo territorio apparteneva all'estesa parrocchia di San Giovanni Maggiore e particolarmente significativa risultò sulla pianta Lafrery del 1566 la posizione obliqua all'andamento della via Pignasecca degli edifici delle chiese di San Liborio e San Nicola alla Carità, che lo introducono a sud, mentre risulta più sviluppato alle spalle del complesso e chiesa dello Spirito Santo a Via Toledo. Concluso poi a nord con gli speroni di Montesanto e Pontecorvo. La situazione in superficie presenta individuazioni di percorso visibili di stradine che dal colle San Martino discendono dritte dritte alla Pignasecca. Iniziando da sinistra la prima è Santa Maria del Monte oggi Sant'Antonio ai Monti citata pure dal Celano e ripresa dal Chiarini, quale una delle tre strade per raggiungere San Martino, a partire dalla chiesa di Santa Maria delle Periclitanti soprannominata la scorciatoia del Pertugio; la seconda strada ad essa collegata dall'esterno del vallone in cui è sprofondata è situata a tutta destra del Cavone, l'attuale via Correra a valle della collinetta di San Potito.

Le alternative di percorso sopra e sotto la Pignasecca.

Il terzo percorso pur'esso assai visibile nelle tipografie antiche della città è rappresentato da via Tarsia.

  • Costeggiato nel punto più alto dai palazzi Latilla e dei Principi Spinelli, le chiese di Sant'Antonio e Santa Maria Materdomini. Le prime fondazioni nel medesimo territorio risalgono al 1501 sull'antichissima piana del Limpiano, ceduta in enfiteusi ad Ettore Pignatelli dai monaci del Monastero dei Santi Severino e Sossio; ed ancora, nel 1521 altre opere vennero erette sulle cessioni questa volta da parte delle monache di Santa Chiara a Spaccanapoli. Su questi suoli per sua iniziativa e a sue spese, Fabrizio Pignatelli, cavaliere gerosolimitano, fondava nel 1540 per opera di carità l'Ospizio dei Pellegrini e dieci anni più tardi su ordine di papa Gregorio XIII venne creata accanto all'Ospizio, il piccolo ospedale attivo ancor oggi e, su ispirazione mormandea e tarde forme rinascimentali, la chiesa di Santa Maria Mater Domini.


Spazio note

(1)[Liberamente estratto da: Il sobborgo napoletano della Pignasecca e l'Insula dello Spirito Santo. Ricerche di Storia urbana Teresa Colletta, in “Archivio Storico per le Province Napoletane, Quarta Serie, vol. XIV 1975, per la Società napoletana di Storia Patria. BNN F. Pontieri Misc. B 157/8]
(2) [AA.VV., Il sottosuolo di Napoli a cura del Comune di Napoli, vol. I, 1967 e vol II, con nuove ricerche e nuove “Raccomandazioni” Napoli 1973 in particolare del vol. I cap. IV].