Barra

E' uno dei quartieri di Napoli, zona di periferia ad est della città.
Confina col quartiere popolare di Ponticelli, oltre che con via Volpicella, anche a nord con Via Angelo Camillo de Meis.  A sud-sud ovest col quartiere di San Giovanni a Teduccio.

Si tratta di uno dei 43 casali della periferia orientale di Napoli1 inclusa alla città capoluogo della Regione durante il Governo fascista del 1925, di Michele Castelli e circa un anno dopo con la successione prefettizia di Pietro Baratono.


La sua struttura urbana, la stessa descritta nella pianta del catasto del 1890, è frutto di quel clima di operoso fervore avviato e lasciato in vita dal Risanamento napoletano successivo all’epoca del colera del 1884.

La disposizione delle ville di delizia, lo stato di conservazione attuale del patrimonio, la topografia antica, l’iconografia artistica, in quest’area molti elementi concorrono tutti assieme a formare un unico meccanismo che riporta la situazione contestuale comunque storica, ad un tempo determinato dal dominio ancora da villa Pignatelli di Monteleone.
 

Toponomastica ed urbanistica barrese.
 
Ma dopotutto, l'attuale sistema urbanistico barrese è segno di quella relativa stabilità politica del primo periodo del governo di Francesco Crispi.

  • Succeduto al governo De Pretis del 1887, consentendo alle autorità locali di realizzare il capolavoro del Risanamento barrese. Per capolavoro del risanamento del quartiere di Barra deve intendersi l'operosa trasformazione dell’allora Corso Vittorio Emanuele III in via Bruno Buozzi oggi e lo storico Corso Conte di Spinelli, nell'attuale via IV Novembre. Quest’ultima, ad esso perpendicolare, formando una T, collega il quartiere di Barra all’antica "Strada Regia  per Le Calabrie", ovvero il Miglio d’Oro e con esso ai Comuni della Costa vesuviana, dispersi al di qua del Ponte della Maddalena e Torre Annunziata. Viceversa il collegamento del Corso Sirena con via Bruno Buozzi  venne garantita solo grazie alla realizzazione della strada intitolata a Domenico Menichini, in special luogo per la piazza dedicata ad Umberto I, poi rinominata piazza Vincenzo De Franchis. Ed infine il completamento della sezione barrese con l’apertura della via e piazza Egidio Velotti, oggi in parte occupata dall’edilizia popolare dei quartieri di Barra, principalmente il Rione Cavour, nel medesimo territorio dove poi troveranno spazio le case popolari del Rione D’Azeglio ed il Parco AzzurroNella direzione del centro storico di Barra, a pochissima distanza dalla villa Bisignano e Villa Giulia, e più esattamente al numero civico 165 del corso Sirena, si incontra villa Spinelli di Scalea, ricordata come ”casino del conte dell’Acerra”, trasformato nel XX secolo in centro assistenza per anziani2.

Dal corso Sirena in poi si svolge nella direzione di San Giorgio a Cremano via G. B. Vela.  

Che sulla carta del Duca di Noja è ricordata come strada di Santa Maria del Pozzo, sulle quali, oggi resiste poca cosa di ciò che furono le ville Nasti, già Cantalupo. 


  • Esattamente al numero 52 della medesima strada e al numero 21, villa Amalia del Barone Covelli, dimora del Seicento con nuda scala aperta ad arcate sul fondo rustico. Diversamente, poi superato il cavalcavia dell’autostrada, l’antica via di San Martino o via Cupa dei Pini di Solimena, finisce in un alveo d’acqua piovana oggi ancora occupato da un casale in stato di perenne abbandono, nel podere del pittore, com’è da sempre stata chiamata dal De Dominici, la villa dell’Abate don Ciccio, tra l’altro non trovando conferma nelle recensioni di Benedetto Croce3Contro la magnificenza della villa Bisignano, in ricordo dell’epoca, oggi visibile solo da un’incisione pubblicata dal Saint-Non del 17814, una torre merlata in solitaria, distrutta dai bombardamenti alleati del 1943, si ergeva nello spazio detto del podere del Solimena alle Pigne, ben visibile ad angolo di una fabbrica gentilizia col corpo basso destinato alle scuderie, ed una cappella oggi non più esistente se non in legno riprodotta da Alessandro Ricciardelli, nella quale, tra fantasia e realtà, si dice, che sia stata prodotta in pittura gran parte della ”Storia di Roma”È la zona in cui sarebbe morto, poi sepolto, presso la chiesa di Santa Maria della Sanità, a novant’anni, il pittore Francesco Solimena, in una casa isolata all’epoca in un folto boschetto di pini ad ombrello ormai oggi sradicati da questa terra5Episodi di architettura del Settecento napoletano sono ancor riconoscibili nelle vaste trasformazioni del quartiere. Segni delle ville di delizia tra le case più anonime e moderne ancora sul Corso Sirena si rintracciano laddove è d’uso dire via di Sotto le Torri, e più esattamente la villa De Cristofaro al numero 177 del Corso ormai insignificante da un punto di vista formale e neppure del giardino oggi detto villa Damiano, precisamente al numero 197 ancora del Corso Sirena, ne restano tracce che possano testimoniare il perduto splendore.

L'apparato immobiliare barrese del Settecento studiato da Carlo La Pegna.

Delle anzidette fabbriche del Settecento, su questa zona, l’unica rimasta quasi del tutto intatta, è l’arciconfraternita della Santissima Annunziata, e la chiesa Madonna delle Grazie, meglio nota col toponimo di chiesa di Sant’Antonio alle Grazie.
Irriconoscibili, secondo le ricerche condotte dallo studioso La Pegna, sono, nella sola zona che ospita la chiesa della Madonna delle Grazie:

  • il palazzo Mastellone, oggi detto palazzo Santarosa,
  • il palazzo dei Ruggiero,
  • dei Primicerio,
  • la Salvetti Torricelli, amabile luogo di ritrovo, ristoro e riposo di Basilio Puoti,
  • la villa Finizio, dove sarebbe morto l’epigrafista Bernardo Quaranta,
  • villa Tramontano,
  • Guarinelli,
  • Capobianco,
  • Ceolini dei Carraturo,
  • villa Magliani e
  • villa Gaeta.

Spazio note

(1) Contributi: Angelo Renzi, Barra Ristampa, analisi ed approfindimenti di due documenti sulla storia di Barra, Napoli 1999 Magna Grecia editrice. Tipografia LAURENZIANA al Vico dei Majorani di Napoli
(2) La Pegna ricorda la struttura in nota numero 10 pagina 107 di Ville Vesuviane del ‘700 di Roberto Pane, Giancarlo Alisio, Paolo Di Monda, Lucio Santoro e Arnaldo Venditti. Edizioni scientifiche italiane. Università degli Studi di Napoli Federico II, Istituto della storia dell’architettura. Dal corso di Storia dell’Architettura e di Restauro dei Monumenti. BNN SEZ NAP VI A 1299
(3) *Sommario critico della storia dell'arte nel napoletano : il falsario / Benedetto Croce Codice SBN NAP0422835 Fa parte di Napoli nobilissima : rivista di topografia ed arte napoletana , Vol. 1(1892), fasc. 8, p.122-126; fasc. 9, p.140-144 Autore Croce, Benedetto <1866-1952>
(4) L’Abbè De Saint-Non, Voyage pittoresque ou description des royaumes de Naples et de Sicilie, Paris, 1781, vol. II, tav. Numero 44
(5) Ferdinando Bologna, Francesco Solimena, Napoli, 1958, pagina 200. Vedasi anche: Serie degli uomini più illustri nella pitttura…etcFirenze, tomo X, 1770 pagina 103 e segg