Borgo dei Vergini

E' la Valle dei Vergini di Napoli1(1bis), agganciata ad una delle direttrici di penetrazione interna della città, quarto tratto del settore primario di un antichissimo alveo di lave ed acque piovane complessivamente molto più ampio delle semplici proporzioni che lo interessano.
Alla luce degli studi condotti sulle antichissime paludi napoletane e le indagini espletate attorno alla sede primaria della sepoltura del vescovo Severo1ter (1quater), il borgo risulta "assediato e confinato" da vari comparti

Il primo degli anzidetti comparti urbani sta a sud detto fuori Porta San Gennaro a piazza Cavour ed alcuni ingressi speculari son stati aperti, primo tra tutti, Via Mario Pagano, per l'accesso al quartiere della Stella porzione di territorio sul monte a vista del Rione Sanità.

L'ingresso a sud tira dritto fino a Materdei, e resta tutt'oggi l'unico punto di riferimento urbano per un'effettiva localizzazione topografica del borgo2, con ingresso dato da Via Foria nel momento dell'incrocio di questa con via Duomo.

Protetto a sud da un lotto abitatato e separato, sorto sulle spoglie dell' arciconfraternita dei Crociferi, legati alla chiesa di Sant'Aspreno a cui hanno dato sistemazione all’avamposto che di fatto assume il toponimo di Borgo dei Crociferi, sull'estremo limite di una zona detta Miracoli.


Orografia e topografia breve del Borgo dei Vergini.

Conosciuta anche come la "Valle degli Eunostidi"3, il borgo al suo interno, immediatamente a ridosso degli ingressi sud, si apre con vasto isolato di forma quadrangolare.

  • Leggermente in pendio è contestualizzato per due terzi del suo spazio da edifici religiosi: Santa Maria dei Vergini e la Casa Canonica, l’arciconfraternita dell’Immacolata4 ed il complesso dei Padri della Missione opera del Vanvitelli. Particolare attenzione anche per la chiesa di Santa Maria Succurre Miseris sede un tempo della Compagnia Bianchi della Giustizia ed infine, la chiesa Santa Maria della Misericordia chiusa al culto. All’apice dell'isolato attraversato da Via Vergini, si biforca ad ”Y” e prosegue sulla strada per le cave oggi sede del Cimitero delle Fontanelle, nell'omonimo quartiere ed il monastero della Vita; di là poi è possibile raggiungere il nosocomio di San Gennaro dei Poveri e le omonime catacombe. A sinistra del rettangolo urbano, si procede per i Cristallini, attraversando il comparto del Supportico e la chiesa del Crocifisso, costeggiando la Salita Capodimonte raggiunge il comparto dei Pirozzoli, all'apice del quale, nella zona propriamente detta dei Cinesi si trova la chiesa della Sacra Famiglia di Gesù Cristo e l'omonimo complesso monastico e la chiesetta dell'Assunta. Alla stregua di una sacca isolata dalle dinamiche urbane della restante città di Napoli e dalle sue alternate vicende storiche, Borgo Vergini è la somma di vari comparti afferenti l'uno all'altro ai diversi speroni o salti di quota o anche vere e proprie colline che cingono un fossato di ben più ampie dimensioni rispetto al termine stesso di fossato. Una quantità minima urbana sviluppatasi su un fondo valle naturale, con fluidità omogenea, composta da più isolati dotati di carattere storico e geomorfologico ognuno diverso nel pieno rispetto di un unico sorgente storico che trova il suo culmine ora nelle antichissime pratiche di inumazioni religiose, ore nelle pie opere assistenziali della più tarda antichità. Il Borgo dei Vergini è di per se stesso una zona residenziale, popolosa e chiassosa esasperata dallo svilupparsi di un'area a crescente misura edilizia sorta dalle recenti e moderne acquisizioni delle tecniche di fondazione ancora influenzate dal Risanamento classe 1975 e perfettamente implementate nel tessuto urbano composto in prevalenza da unità abitative del Sette, Ottocento. andata perduta la rassegna delle unità precedenti il XVII secolo, causa lo sventramento dei quartieri bassi.

Il Borgo dei Vergini del Novecento e del Duemila.

Restano invece ancora insediati dalla popolazione stabile le cave pendenti gli speroni tufacei di forma, dimensione e qualità rupestre ottenute in spazi vitali ed adattate ad unità abitative di tipo residenziale.

  • Delle strutture preesistenti non resta niente: tutto distrutto dall'incuria del tempo e delle avvicendate amministrazioni comunali; delle fortificazioni quattrocentesche di tipo angioino nemmeno a parlarne; tutto distrutto dalla furia saracena e dalla scorribande longobarde. Una compatta cortina di fabbriche a destinazione di abitazione popolari caratterizza per il intero l'addentrato vallone detto della Sanità ai piedi della collina di Fonseca, centrato dalla vasta specularità della chiesa di San Vincenzo Ferrer opera del domenicano fra' Nuvolo qui conosciuta come chiesa del monacone, mentre per esteso essa è la chiesa Basilica di santa Maria alla Sanità, chiesa dalla quale succorpo vi è l'accesso alle catacombe di San Gaudioso.  Un tempo dall'Ospedale, sul fondo del cortile centrale e dal succorpo dell'omonima chiesa vi si accedeva alle catacombe di San Gennaro da varchi laterali afferenti agli ingressi tutt'ogg aperti presso la chiesa di Maria Santissima del Buon Consiglio al regresso di Capodimonte. Versano in totale stato di abbandono le due cappelle rispettivamente di Maria Santissima rifugio dei Peccatori e Maria Vergine Addolorata.  In ultimo il comparto detto delle Fontanelle, niente di più di un casale se si escludono le diverse manomissioni e le superfetazioni di costruzioni abusive del diciannovesimo secolo, sorge ai piedi della collina di Materdei e fino anche alla retrostante valle la quale non ha mai avuto un nome e dalla quale per secoli si è lavorato all'estrazione del tufo. Un agglomerato di abitati e sottoabitati, questi ultimi spesso ricavati come piccoli empori, ruotano attorno al suo nucleo più antico: la chiesa di Santa Maria della Vita, fondazione d'opera datata 1577 sulle restanti mura della Cappella San Vito.


Spazio note

(1) Estratto da: [5]: *Stella, Vergini, Sanità / Italo Ferraro. - Napoli : Oikos, [2007]. - CIV, 551 p. : ill. ; 31 cm. ISBN 9788890147807 Fa parte di Napoli : atlante della città storica , 5 Autore Ferraro, Italo Soggettario Firenze NAPOLI - Rioni e quartieri; Urbanistica Luogo pubblicazione Napoli Editori Oikos Anno pubblicazione 2007 cfr: Archivio di Stato di Napoli
(1bis) Borgo dei Vergini probabilmente dall'insediamento antichissimo delle colonie greche dette Enostidi adoratori di Eunosto, dio della Temperanza, comunità dell'Egeo in formazione compatta e fortemente patriarcale, accorti praticanti di inumazioni, sepolture e imbalsamazioni; costoro per carattere proprio delle "Religione dei misteri" peculiare dei Greci, antecedenti l'avvento di Platone, obbedivano al comandamento dato loro di star lontano dalle donne, appunto per questo detti anche Vergini
(1ter) Osservatorio Permanente per la Protezione dei Beni Culturali ed Ambientali in Area di Crisi” dell’I.S.Fo.R.M
(1quater) Nel 1853 fu localizzata la piccola catacomba sotto la chiesa di San Severo, accosto all'omonimo complesso conventuale e alla comparto urbano a cui ha anche dato nome e che ne sbarra il passo a nord.
(2) Borgo Vergini a partire dal 1975 nell'ambito europeo delle promulgazione della Carta del Patrimonio potenzialmente entra nel novero della salvaguardia attivando di sistema le scienze del restauro ad assumere un atteggiamento definito in seguito alle dichiarazioni di Amsterdam ”di conservazione integrata” a partire dalla sua genesi e via a via proseguendo in una ricognizione continua ed attenta delle aree di emergenza.
(3) Cfr. C. De Seta, Storia della città di Napoli dalle origini al Settecento, Roma 1973, pagg29-30
(4) Cfr. P. Guida, Un nuovo esempio di pittura giiottesca: la parrocchia dei Vergini ed il suo profilo storico, Napoli 1968 pagg, 6, 9, 10. L'arciconfraternita dell'Immacolata si sviluppò nel giardino della parrocchia.