Via Santa Maria a Cubito Napoli

Via Santa Maria A Cubito1 è la via che parte dal Garittone di Capodimonte per Marianella, Chiaiano, Marano e da Marano a Calvizzano e Qualiano, termine ultimo della Provincia di Napoli.

Ad angolo con Via Nuova San Rocco, secondo la citazione del professor Scandone sarebbe dovuta rimanere in situ l'epigrafe augurale per questa tratta sulla quale vi era inciso 1861 come data di nascita della strada.

È indicata col termine Santa Maria A Cubito toponomastica corretta in forza del nome esatto della cappella romanico normanna all'incrocio con la cupa rurale di Campo D'Isola, pur detta cappella Santa Maria Accubito.

È il secondo importante intervento urbanistico del Genio Civile borbonico2 dopo l'istituzione dei campisanti della Provincia ed ancora in epoca moderna continua a mantenere priorità sui collegamenti tra il centro storico e l'area nord occidentale della città.
Fu pensata per favorire la carrabilità tra i territori di Terra di Lavoro col centro antico della città di Napoli pur se in parte fu comunque realizzata da architetti francesi del Genio Militare al seguito di Gioacchino Murat durante l'occupazione napoleonica. Ed più in generale, via Santa Maria a Cubito resta detto fu motivo precursore di usarla pienamente e giuridicamente per esuberare lo spazio oltre le colline da parte dell'Amministrazione comunale di palazzo San Giacomo che sovrintendeva all'espansione della città.


Fu aperta e consegnata alla pubblica utilità nel 1861.

In risposta alla domanda di un percorso comodo e proporzionato alla funzione principale di collegamento commerciale col centro città.

  • Prima d'allora le carrette in viaggio da e verso il centro storico dentro le mura della città di Napoli conoscevano percorsi interni che inevitabilmente ne allungavano il viaggio, rendendolo più faticoso, costoso ed anche rischioso per le troppe rapine che solitamente subivano i commercianti. Infatti, è vero che tutti coloro interessati a raggiungere il centro città ovviamente per motivi di scambio commerciale avevano solo due possibilità di compiere il viaggio superando la difficoltà rappresentata dal vallone di San Rocco; o risalire l'antica Strada Comunale Margherita con sosta al borgo Santa Croce e da lì poi attraverso i Cangiani riscendere per l'abitato di Pigna ed Antignano oppure da via Ponte del Castagneto passare o per l'antica Strada per Chiaiano o per i casali antichi di Miano e Mianella e attraverso il rione Sanità entrare nel centro storico della città. Non molti sanno che via Nuova San Rocco e Via Emilio Scaglione, nella toponomastica antica di questa regione di Napoli era nota come ancora via Santa Maria A Cubito. Esiste ancora consultabile un documento topografico approntato come progetto di riordino urbano da parte del Genio Civile del 1850, in cui si riporta chiaramente il disegno del ponte che supera lo strapiombo di San Rocco e da quel punto esatto un percorso asfaltato prosegue per diversi dossi collinari verso Chiaiano, Marano ed infine Qualiano. Tutto è sottolineato dalla presenza di un posto di guardia, una sorta di nuovo posto di dogana all'altezza sia di Cappella Cangiani sia di piazza del Forno a Chiaiano e di un tratto di quel famosissimo muro daziario o muro finanziere ideato e progettato dai gemelli Gasse nel 1832 oggi del tutto smantellato. Quanto anzidetto fu tutto giustificato dall'esigenza nell'Ottocento di arginare il fenomeno del contrabbando rivoluzionario da e per la città per quanto riguarda le differenti percezioni delle imposte dovute4. Tuttavia l'apertura della strada di Santa Maria Accubito non soddisfaceva precisamente il desiderio di collegare tra loro le diverse sottosezioni del territorio interno a Chiaiano e a Polvica. Per questa ragione dunque, nel 1885, l'ingegner Fallanca scrive di suo pugno una relazione che servirà poi al Comune Riunito di collaudare e consegnare alla pubblica utilità la strada interna oggi conosciuta come via XX Settembre, capace di collegare tra loro il Corso Chiaiano con Via Della Chiesa. Questo accadeva all'interno dell'abitato di Chiaiano nel 1885, ma bisognerà comunque attendere il 1900 preciso preciso per vedersi lastricare via XX Settembre, attrezzarla sopratutto per poter esser usata anche durante le ore di notte, poiché la gente del posto iniziava ad usare via XX Settembre più spesso iniziandosi a disertare la vicinissima via Vecchia Napoli, ” … troppo stretta, si legge sul documento di sintesi del traffico delle carrette, per farci passare due carri contemporaneamente l'uno nella direzione opposta all'altra”5. Il primo tratto quindi della storicissima via Santa Maria A Cubito parte da via Capodimonte altezza Garittone anche se oggi è conosciuto solo come via Nuova San Rocco e termina esattamente all'inizio del secondo tratto della strada, che dal piazzale della Metropolitana di Chiaiano prosegue fin dentro il centro storico di Marano. Terzo ed ultimo tratto di questa strada, quindi, resta il percorso residuo tra il Comune di Marano ed il Comune finale di Qualiano. Nel 1859 si sa che via Santa Maria A Cubito, come scritto su diversi testi di microstoria chiaianese, appariva come un lunghissimo viale alberato di Pioppi, Pini e Platani e sullo sfondo sbiadivano le colline dei Campi Flegrei. Un altro tipo di collegamento efficace alla stregua della solennità di Santa Maria A Cubito fu il riadattamento ottocentesco della ben più antica via Miano-Agnano3, che per l'adeguamento sofferto segnerà per breve tempo i nuovi confini della città.


Spazio note

(1) Testo a stampa (moderno) Monografia Descrizione Santa Maria Accubito : Cappella romanico normanna Santa Maria ad Compitum / Domenico De Luca Napoli : E. Velardi, stampa 1994 32 p. : ill. ; 21 cm. Codice SBN NAP0138108 Collana Collana di microstoria chiaianese. -. Collana di microstoria chiaianese. Studi e testi 5 Autore De Luca, Domenico Soggettario Firenze NAPOLI - Santa Maria Accubito Luogo pubblicazione Napoli Editori E. Velardi Anno pubblicazione 1994 Alla BNN distribuzione MISC. Busta A 1228 (0002 , oppure alla Sezione Napoletana SEZ.NAP. Misc. 7. B 0001 (45
(2) A.S.Na., Genio civile, n° 291, 310, 312.
(3) A.S.Na., fondo Genio Civile, n° 305, 308, 1643.
(4) A.S.D.P., categoria I B n°187.
(5) A. S.Na., Ministero Interno n° 3569