Zona Vicaria Vecchia

E' uno dei comparti urbani del centro storico di Napoli1, quarta municipalità, oggi incluso nell'area definita patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO.

La zona presenta forte connotazione popolare su cui prevalgono ancora aperte le indagini storiche circa la fondazione di Castel Capuano per quanto mantenga il nome del suo antico agglomerato urbano2 oggi meglio conosciuto col toponimo di Vasto, corruzione del più antico aggettivo di ”Guasto”.

I fogli del catasto 1971, 1972 e 1973 in custodia al Comune di Napoli rilevano che la Vicaria come quartiere era esteso ben oltre gli attuali confini sfociando più volte nel quartier San Lorenzo, arrivando fino all'antica Strada dei Fossi, l'area della chiesa dei Santi Apostoli, San Giovanni a Carbonara e piazza San Francesco a Porta Capuana.

Comprende la zona orientale della città, che nella sua quasi totalità è stata ricostruita dal Risanamento del prefetto Castelli ed inglobato nel riassetto del PRG del 1925 ed infine interessato dalla sola azione del riordino dell'assetto urbano moderno ad opera della gestione commissariale di Pietro Baratono.


I confini fisici della Vicaria Vecchia. 

Quindi in alcuni punti si è spinta in direzione del centro antico, assai oltre il secolare limite fisico imposto dal Borgo Sant'Antonio Abate

  • Estendendosi dunque dalle prossimità del Reclusorio di Piazza Carlo III a quelle di Santa Caterina a Formiello di Porta Capuana, fino anche alla Duchesca e San Pietro ad Aram e tutte le fortificazioni che avvolgono la città restaurata dal programma di riqualificazione, col trauma più vicino segnato dallo sventramento dei quartieri bassi al Pendino, Porto e Mercato e le piccole chiese chiuse di Sant'Onofrio a piazza Enrico De Nicola, di San Felice in Pincis in via Muzy e Sant'Antonio in via Oronzio Costa. A nord in essa rientrano le aree comprese dal Real Albergo dei Poveri fino a piazza Garibaldi compresa la Stazione Centrale; tutta quanta l'area della Arenaccia compresi il quartiere operaio e le bonifiche fino ai confini coi Comuni di Barra e Ponticelli e ad est fino al cardine greco-romano sui limiti fissati dal vico delle Zite ed il Vico degli Scassacocchi a Forcella. L'ampia parte della città costuita ad oriente del Borgo Sant'Antonio e della città della Duchesca è delimitato a nord dal vico Pergole e da via di San Francesco, a sud da via della Libertà, che fiancheggia la Stazione di Napoli Centrale, ad ovest da via di Sant'Anna a Capuana, corso Garibaldi e piazza Garibaldi già piazza dell'Unità italiana e ad est dal Corso Occidentale già via dell'Arenaccia.

Il patrimonio immobiliare della Vicaria Vecchia.

Fino all'interno del tessuto edificato, nei territori detti delle Paludi napoletane, ai confini col quatriere napoletano di San Pietro a Patierno, segnato dalle strade comunali Cupa Carboni e S. Pio, la strada provinciale delle Puglie a sud e la strada comunale Nuova del Campo di Marte e le strade vicinali Piazzolla e strada Cannola o anche detta Connola o Cunnola.

All'apice di questa strada si riconoscono il passaggio della ferrovia, l'acquedotto Bolla e più a sud le industrie tessili napoletane poi diventate le famose Manifatture Cotonerie Meridionali, fatte sparire nelle ricostruzioni del quartiere dopo il sisma del 1980 che interessò anche la zona all'apice della strada della Connola e del suo nuovo quartiere popolare. Su tutto quanto il comparto, il territorio è morfologicamente molto articolato per la presenza della colline di Capodichino e di Poggioreale; parte di essa si volge al di là del Muro Finanziere, attraversato dalla lunga strada a fascio di Santa Maria del Pianto aperta dall'ingegnere delle Acque e delle Strade Giordano, negli anni in cui si diede sistemazione all'area del Camposanto di Napoli. La masseria di San Pio non esisterà mai più per l'esproprio delle terre messe a fondazione della Tangenziale di Napoli che l'attraversa, mentre anche se assai trasfornmate continuano a vivere le masserie Aquarolo, Basso, Marinelli e Cimaglia. Sussistono in questa zona i quattro nuclei cimiteriali di Santa Maria del Pianto, il canmposanto delle 366 fosse, il camposanto degli appestati del 1836, dove avrebbe trovato sepoltura Giacomo Leopradi, ed infine il cimitero dei Protestanti. 

La Vicaria Vecchia del Novecento popolare. 

I corsi d'acqua Rivo delle Bocche Aperte, il Leutrek ed il Canale di Poggioreale. Ed infine all'interno di questo comparto afferente la Vicaria sono presenti il tracciato ferroviario Napoli-Roma, la vecchia ferrovia dei Borbone che un tempo aveva origine dal Corso Garibaldi e che portava a Capua non oltre.

  • Negli anni cinquanta del '900 verrà quasi del tutto occupata da immobili ad uso industriale, la F.I.A.T prima di tutti, che cancellerà l'antico molino di Sansevero e tutta quanta la masseria dei Volpicelli. Verrà poi densamente abitata da nuovo popolo per l'edificazione del Rione Case Minime costruite nel triennio 1945-1948 sulla base di un piano generale scritto nel 1940 dall'Istituto Fascista Autonomo Case Popolari. In epoca fascista sul Corso Orientale diventato poi il corso Malta, sorgeranno nel 1928 la Centrale del Latte di Napoli e l'Istituto Alessandro Volta. Completato poi il tratto da questa zona fino a Poggioreale, entro il 1910 verranno edificate le strutture della fanteria dell'Esercito sul ciglio delle nuove vie, che dalla maglia interna all'Arenaccia, condurranno a piazza Carlo III, denominate poi via Colonnello Lahalle, via Generale Pignatelli e via D'Avalos e parte di via Foggia. Mentre per quanto riguarda il lato meridionale di piazza Nazionale, per quella data è ancora segnalata sulla zona la presenenza del mercato ortofrutticolo.


Spazio note

(1) [Alisio Buccaro Napoli Millenovecento. Dai catasti del XIX secolo ad oggi: la città, il suburbio, le presenze architettoniche, 1999 Electa Napoli BNN VII A 1613]
(2) [Napoli per Quartiere, Vicaria Poggioreale Art'em “Il Mattino” BNN MISC B/A 1227/1]